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Prima di intraprendere qualsiasi lavoro nell'ambito dell'elettricità conviene conoscere, almeno a grandi linee, qualcosa su questa importantissima forma di energia ed essere in grado di riconoscerne la presenza, per evitare qualsiasi conseguenza negativa.
L'energia elettrica è fornita alle case per mezzo di due conduttori definiti fase e neutro.
La tensione vera e propria è presente in uno solo dei due conduttori, la fase, che si trovano in una presa o qualsiasi utilizzatore; il terzo conduttore è invece la terra.
Da quanto si è visto se ne deduce che è estremamente importante, prima di accingersi a qualsiasi lavoro sull'impianto elettrico, determinare con certezza quale è il conduttore di fase e qual è il neutro.
Se saprete quale è il conduttore di fase eviterete contatti con quest'ultimo e non rischierete di incorrere in folgorazioni che, purtroppo, sono e restano una delle più frequenti cause di morte accidentale tra le pareti domestiche.
Dallo schema si può rilevare che la corrente alla tensione di 220 V perviene agli utilizzatori per mezzo del conduttore di fase e, dopo, ritorna alla centrale attraverso il conduttore di neutro.
In questo vi è corrente quando l'apparecchio utilizzatore è in funzione. Con il cercafase si individua la presenza della fase in un conduttore.
Per individuare il conduttore di fase potete impiegare un semplicissimo strumento denominato cercafase. Si tratta di un utensile a forma di cacciavite che, come tale, può essere impiegato. Ha il gambo isolato, mentre la punta è scoperta. Il gambo è posto a contatto, all'interno del manico, con una resistenza ad alto valore, una lampadina spia e a una piastrina posta esternamente, sul retro del manico stesso.
Toccando con la punta del cacciavite un conduttore sotto tensione, tenendo la mano sulla piastrina dietro al cercafase, la lampadina si accende.
Se la lampadina del cercafase non si accende vuol dire che la punta è in contatto con un conduttore in cui non è presente la fase. Ma attenzione: potreste essere tratti in inganno da una non accensione, anche in presenza della fase, nel caso che la lampadina spia del cercafase fosse bruciata. Per cui verificate sempre la funzionalità di questo strumento.
Ad esempio, se vi cade per terra il cercafase, controllate subito che la lampadina non si sia danneggiata.
Quando serve sapere qual è il conduttore in cui c'è la fase?
In genere durante la realizzazione di un nuovo impianto o per ricercare la causa di un guasto.
Nell'affrontare la realizzazione di un qualsiasi impianto il cerca fase è un validissimo aiuto per impostare correttamente il lavoro. Ricordiamo che secondo la legge gli impianti elettrici devono essere realizzati da professionisti abilitati, ma ciò non toglie che anche l'utilizzatore privato debba, e possa, essere in possesso di conoscenze operative adeguate.
Durante l'uso prolungato di elettrodomestici, elettroutensili o diverse apparecchiature elettriche, possono avvenire e di fatto avvengono contatti accidentali dei fili conduttori con le carcasse degli apparecchi che, in tal modo, vengono a trovarsi sotto tensione.
Se temete che una apparecchiatura possa trovarsi in tali condizioni ecco come potete agire: collegate alla presa di corrente l'apparecchio, e poi accendetelo. Ora, col cercafase, toccate più punti della carcassa, in particolare dove non vi è verniciatura e non sopra a parti isolate.
Se, in qualche punto, dovesse accendersi la spia vuol dire che vi è un contatto accidentale e sulla carcassa è presente la fase.
Questa presenza non dovrebbe essere rilevabile se l'apparecchio è collegato a un efficace circuito di terra, che scarica eventuali tensioni di contatto, ma non si è del tutto sicuri se non dopo aver ripetutamente provato col cercafase. Spesso l'impianto dell'abitazione è dotato di un circuito di terra che perviene a tutte le prese e, quindi, agli utilizzatori elettrici; tuttavia, il circuito può non essere mai stato collegato a una terra, oppure questa non è più efficiente.
In tale situazione un utilizzatore può avere la carcassa sotto tensione, ma l'impianto di terra non la scarica e permane il pericolo di folgorazioni.
Potete controllare e accertarvi che tutta la rete di terra non sia sotto tensione svitando alcune prese e toccando il conduttore di terra collegato al morsetto centrale delle prese ed è di colore giallo-verde. Queste indicazioni sono di carattere generale ed è sempre necessario affidarsi a un tecnico abilitato che ha strumentazioni più adeguate e raffinate per compiere determinati rilievi, al fine di evitare possibili incidenti.
Il classico impiego del cercafase utilizzato nella ricerca del cavo di fase in un impianto elettrico.
In una prolunga possiamo individuare qual è il polo della fase, se questa informazione è necessaria, inserendo il cercafase nei due alveoli della presa. In un portalampada possiamo individuare qual è il contatto di fase.
Il tester è uno strumento che permette di effettuare diverse misure elettriche.
Dotato di display digitale, ma esistono anche le versioni analogiche a lancetta, consente di rilevare la tensione in due punti di un circuito ad esempio nelle prese di corrente, la resistenza di un qualsiasi conduttore, la corrente che scorre in un circuito ed effettuare altre misurazioni di carattere più complesso.
Un piccolo tester con portate o possibilità di misurazione fino a 500 volt e 5 ampere in tensione alternata, e 50 volt e 2 ampere in tensione continua oltre alla misurazione di resistenza, può essere sufficiente e utile in un'abitazione in quanto consente, ad esempio, di verificare se in una presa c'è tensione, se questa tensione è a 220 volt o è più bassa, di verificare se una lampadina è bruciata o se un circuito è interrotto.
In commercio ve ne sono di tipi diversi: è consigliabile acquistare il tipo più semplice e meno costoso, perché quelli maggiormente dotati eseguono misurazioni raffinate e di vario tipo che non interessano al privato.
Tutti i tester sono dotati di due puntali, con asta isolata, collegati al corpo dello strumento tramite due spinotti. Nella maggior parte dei modelli vi è una manopola girevole o selettore con cui si seleziona il tipo di misurazione da effettuare. Naturalmente, se il tester è di tipo a lancetta, a seconda del tipo di misurazione impostata sarà necessario eseguire la lettura nella scala appropriata. Le grandezze che risulta utile misurare nella pratica fai da te sono: la tensione alternata o continua, la resistenza e l'intensitàdi corrente in tensione alternata o continua.
I tre tester nella foto sotto sono di due tipologie diverse. I primi due da sinistra sono di tipo analogico. Hanno, cioè, un quadrante in cui si può muovere una lancetta che si posiziona sulla scala graduata, in corrispondenza del valore misurato.
Il terzo tester, quello giallo, invece, è di tipo digitale in quanto il valore della misura rilevata appare scritto in numeri nel display. Tutti i tester sono dotati di puntali isolati che si collegano al corpo del tester con spinotti per poter toccare i conduttori ed eseguire le misurazioni.
Misurazione della tensione in corrente alternata ai capi di un cavo elettrico. Misurazione della tensione in corrente continua ai morsetti di una batteria e di una pila.
Il tester consente di effettuare questa misura e anche di verificare se la tensione c'è o non c'è.
Per esempio, si può controllare se in una presa c'è tensione oppure se una pila è carica.
Per effettuare la rilevazione occorre selezionare il tipo di misurazione per mezzo del selettore selezionare Tensione in alternata per gli impianti elettrici, oppure Tensione in continua, per pile batterie.
Occorre anche selezionare qual è il fondo scala necessario.
Quando i puntali vengono portati a contatto con due punti di un circuito, sotto tensione, ad esempio, gli alveoli di una presa o i poli di un a pila, la lancetta si sposta e si posiziona in corrispondenza del valore della tensione. Se il tester è digitale, invece, appare nel display il numero che indica i volt o frazioni di questi.
La misurazione della resistenza è utilissima per scoprire se un circuito è interrotto.
Infatti, un qualsiasi utilizzatore come ferro da stiro, lampadina o altro ancora è costituito da un circuito interno che inizia e finisce negli spinotti della spina. Quando un utilizzatore non funziona può essere utile verificare se il suo circuito interno è interrotto.
La misura della resistenza si effettua impostando il selettore e portandolo su questa misurazione, sempre scegliendo un fondo scala adeguato.
Quindi, con i puntali, si toccano i capi del circuito da controllare: se la resistenza risulta infinita il tester ci sta dicendo che il circuito è interrotto, per cui bisognerà far eseguire una riparazione. Potrete così verificare con sicurezza se una lampadina, di cui non si vede il filamento, è bruciata o se un elettrodomestico ha l'avvolgimentointerno interrotto oppure la spina si è staccata dal cavo.
Col medesimo sistema è possibile verificare, in una matassa di fili, quali sono i capi corrispondenti, oppure se un interruttore funziona. Durante le misurazioni di resistenza bisogna essere assolutamente certi che il circuito non sia sotto tensione.
La misurazione di corrente è un impiego più raffinato del tester, che bisogna eseguire con molta cautela. È consigliabile affidare questo incarico a un professionista, perché si opera su un circuito sotto tensione, cioè in presenza di corrente e quindi sono necessarie conoscenze e capacità tecniche specifiche.
In sintesi si tratta di inserire il tester in serie col circuito di un utilizzatore in funzione e rilevare quanta corrente scorre in tale circuito e, di conseguenza, nel tester, dopo aver impostato tale tipo di misurazione ampere in corrente alternata o in corrente continua.
Servono cacciaviti di varie dimensioni, a punta piatta e a croce con gambo isolato per evitare contatti accidentali tra e con i conduttori. Anche le pinze devono avere le impugnature isolate e il riscontro per le dita che impedisce a queste di entrare a contatto con parti potenzialmente sotto tensione.
Lo spelafili serve poi per denudare l'ultimo tratto di un cavo eliminando il rivestimento isolante e mettere a nudo il conduttore per eseguire collegamenti elettrici. Infine, le forbici per elettricista hanno le impugnature isolate e presentano un incavo su una lama che permette di spelare i fili isolati senza incidere il conduttore interno.
I cavi in trecciola di rame isolato si collegano in modo sicuro e stabile tra loro principalmente in due modi: con i connettori a vite con cappellotto o per saldatura.
Con i connettori a cappellotto si procede spellando i cavi utilizzando le forbici da elettricista e mettete a nudo un centimetro di trecciola. Le estremità dei cavi vanno poi inserite nel connettore a cappellotto stringendo la vite che li blocca. Serrando la vite si realizza un forte e saldo collegamento protetto dalla plastica del connettore.
Per un'unione stabile duratura conviene procedere con la saldatura a stagno con la quale si ottiene la miglior continuità fisica ed elettrica. In pratica si tratta di fondere un poco di stagno in modo che resti sulla punta del saldatore e poi, ponendo bene a contatto le parti da saldare, si deposita lo stagno fuso a cavallo della giunzione. È necessario che le due parti stiano ben ferme per una decina di secondi in modo che lo stagno indurisca.
Se le parti vengono mosse prima dell'indurimento si verifica una microfrattura nello stagno che inficia nettamente il risultato.
Il filo di stagno contiene al suo interno un'anima con materiale disossidante che facilita la saldatura. Dopo aver stagnato la punta del saldatore elettrico si effettua la saldatura vera e propria fondendo lo stagno sulla giunzione.
Il nastro isolante va utilizzato per isolare adeguatamente i collegamenti saldati.
Per la bassa tensione si possono utilizzare i connettori a forchetta che vengono bloccati da appositi morsetti a vite, solitamente installati su alimentatori e altre apparecchiature.
Particolari manicotti sono molto pratici per rapidi collegamenti in bassa tensione.
Si inseriscono i conduttori da collegare e si comprime il tubetto deformandolo, in modo da bloccare i conduttori.
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