Breve excursus attraverso la storia del giardino, dalle origini ai nostri giorni.
Il giardino rappresenta da sempre il punto di contatto tra Uomo e Natura ed è per questo che le sue origini risalgono alle grandi civilta' del passato.
I piu' antichi giardini di cui si abbia traccia sono quelli pensili di Babilonia che frequentemente arricchivano le Ziggurat. Le Ziggurat erano piramidi tronche culminanti in una terrazza, che serviva sia per l'osservazione astronomica del cielo da parte dei sacerdoti, che come vero e proprio altare.
In seguito si ha notizia del giardino greco, orto ricco di frutti odorosi e saporiti. L'orto in quell'epoca, quindi, non veniva coltivato a solo scopo alimentare, ma aveva anche una funzione ornamentale.
Il giardino romano, invece, era caratterizzato dall'essere chiuso all'interno delle mura di casa come in uno scrigno.
Secoli dopo, con le prime Crociate, il mondo occidentale viene per la prima volta a contatto con quello arabo e con la cultura musulmana del giardino concepito come paradiso di delizie.
La stessa architettura musulmana non è altro che una stilizzazione del mondo vegetale. Il giardino come paradiso in terra, quindi, diventa concetto comune alla cultura europea.
Nel Medioevo i giardini più importanti furono quelli costruiti nel Sud della Francia: in particolare sono ricordati per il loro fasto e splendore quelli della corte del Re a Tolosa.
Nel XIV secolo sorgono nelle Fiandre numerose comunità di mistici, che tendono a considerare il giardino come luogo ideale per la meditazione.
Nel corso del XVI secolo l'Uomo è posto al centro della speculazione filosofica e quindi anche l'arte dei giardini si conforma a questa nuova visione.
Si afferma una tendenza già emersa nel secolo precedente, quella di considerare il giardino, mosso su più livelli e terrazze, come una sorta di museo archeologico all'aperto, e quindi compaiono al suo interno elementi come antichi busti in marmo, statue, tempietti.
Ed è questo il periodo in cui il giardino si separa definitivamente dall'orto, per cui il primo sarà il luogo dove ammirare la bellezza della Natura, il secondo quello dedicato al lavoro.
Il giardino all'italiana nasce nel XVII secolo e rappresenta la naturale prosecuzione del palazzo nello spazio circostante. In sostanza costituisce la costruzione di un paesaggio artificiale, in cui le siepi rigidamente geometriche sostituiscono i muri e gli alberi, opportunamente sagomati, le colonne.
Per realizzare un giardino all'italiana occorre l'opera di un architetto e quella di un topiario. Il primo redige un progetto in cui sono collocati terrazze, gradinate, belvedere e giochi d'acqua in funzione della prospettiva. Il secondo è un artista esperto nel taglio delle piante, in grado di dare a bosso, alloro, leccio, e cipresso le forme più singolari.
Un elemento caratteristico di questo giardino è il parterre, costituito da aiuole circolari, quadrate o rettangolari, circondate da siepi di alloro o di bosso, tagliate in maniera prettamente geometrica che si stagliano nettamente dal terreno, spesso ricoperto di terra o di sabbia e che contrasta con il verde circostante.
Il romanticismo predilesse, invece, il giardino all'inglese, costruito nel culto della natura selvaggia e spontanea, frutto di una tendenza nata nel 1600 quando in Inghilterra si incominciò a preferire al giardino regolare quello più vicino al paesaggio naturale.
In questo modo si sostituisce alla visione schematica dell'architetto, legata ad una prospettiva artigianale, quella più naturalistica del pittore, insieme all'amore per la natura del giardiniere.
Nel ventesimo secolo il giardino diventa ornamento della casa, continuando a mantenere le sue caratteristiche estetiche, legate sia a una rigida prospettiva che ad una maggiore linearità, ma acquisisce una maggiore praticità di utilizzo e godimento.