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Quando si ristruttura una casa o si seguono i lavori di costruzione di un nuovo edificato comprendente la propria unità abitativa, sovente si rivolge la propria attenzione ai membri principali e sostanziali del fabbricato, trascurando alcuni dettagli d'importanza estetica quanto funzionale.
Nel caso di una muratura in mattoni, la scelta riguarda per lo più la tipologia di laterizio da adottare, la loro disposizione, la geometria di posa con relativa evidenziazione dei ricorsi orizzontali e/o verticali, meno riguardo alla connessione degli elementi costituenti l'apparecchiatura muraria dunque alla stilatura dei giunti.
La stilatura dei giunti è un'operazione da attuarsi sulla malta di riempimento dei giunti tra i mattoni, utile a rifinire meglio le connessioni tra gli elementi, a eliminare ogni genere di sbavatura, rilevare maggiormente i filari e creare solchi decorativi con la funzione di smaltire l'acqua piovana.
Quest'operazione può essere semplice o doppia: si definisce semplice se consiste solamente nell'incidere una serie di solchi orizzontali e verticali in corrispondenza del collegamento in malta, dunque, lungo ogni corso di mattoni e ogni connessura; doppia, nel momento in cui si vanno a tracciare due linee parallele, abbastanza ravvicinate, solamente lungo il corso orizzontale dei mattoni.
Nel disegno sovrastante, sono state schizzate due porzioni di muro attraverso le quali si può osservare il trattamento della malta dei giunti tra i mattoni eseguito in modo semplice oppure doppio.
Il trattamento, che coinvolge sia le connessioni verticali sia quelle orizzontali, è eseguito mediante un ferro a punta smussata oppure con la lama della cazzuola accompagnata da un regolo ligneo collocato in modo orizzontale.
L'operazione di tipo doppia, invece, è realizzata con uno specifico strumento a due denti oppure con un calcagnolo che è fatto scorrere lungo una guida.
In commercio esistono diversi ferri da poter utilizzare per la creazione dei giunti:
- tondi per l'andamento a gola;
- quadri per giunti ad angolo o a sguincio;
- piatti con sezione rettangolare per la stilatura dei giunti poco incavati;
- ad alette per incavi stondati.
Nell'immagine sottostante è stata rappresentata la tipologia di ferro tondo, l'attrezzo più utilizzato per la resa del giunto arcuato.
Il calcagnolo o dente di cane, molto usato anche nella lavorazione del marmo, è invece uno scalpello corto e tozzo con un taglio a V nel centro, una specie di tacca che consente di poter graffiare la malta tracciando due linee parallele.
È da precisare ulteriormente che tali mezzi sono utilizzati solo per questa specifica operazione e che per altre fasi lavorative, tipo ergere il muro, posare i mattoni, ci si deve avvalere di altri utensili, come ad esempio: cazzuole di grandi dimensioni con la punta arrotondata e non squadrata giacché impiegate per l'intonaco; cazzuole utili a prendere la malta dal secchio, cospargerla sui mattoni, eliminare le sbavature, assestare gli elementi con piccoli colpi dati col manico di legno; cazzuole di minor dimensione per i dettagli.
Poi, si possono impiegare:
- sparviere per sostenere la malta che è presa di volta in volta con la cazzuola;
- sega da banco per tagliare i mattoni in modo più preciso;
- strumenti di controllo come il metro di legno, la classica matita a sezione piatta, livella a bolla d'aria, filo elastico di nylon oltre che quello a piombo per verificare l'effettiva verticalità del muro e degli spigoli.
Insomma, a ogni fase operativa è da corrispondere il suo specifico attrezzo per un seguito più facilitato e scorrevole e il raggiungimento di un migliore risultato a prova di tenuta e di colpo d'occhio.
La fugatura, attraverso l'operazione di stilatura e mediante l'attrezzo che si sceglie di adottare, potrà avere diverse sezioni, com'è possibile scorgere dall'immagine sottostante.
Il primo esempio, con un profilo arcuato, rotondo, concavo, è quello maggiormente adottato poiché conferisce semplicità e pulizia visiva alla muratura e non consente all'acqua di stagnarsi.
Il secondo giunto, raffigurato in sezione, ha una concavità triangolare, due facce che convergono verso l'interno; a seguire esempi con parte centrale sporgente a toro ed estremità lineari, andature a trapezio, a scivolo, a sguincio nel caso in cui lo spigolo superiore del mattone è lasciato in vista, a doppia inclinazione con punta verso l'esterno lì dove c'è la possibilità di avere un giunto maggiorato in spessore, ad angolo con la formazione di un canaletto a facce piane congiungenti verso l'interno del muro.
Scelto il tipo di giunto desiderato, completata la fase di lisciatura e dunque di conseguente stilatura, messa in pratica principalmente sulla faccia a vista della muratura, quella che non è mascherata dallo strato d'intonaco, il lavoro giunge a termine pulendo accuratamente la superficie trattata ed eliminando le sbavature, tracce in malta sui laterizi.
L'operazione di pulizia va compiuta sulla muratura secca, ovvero quando la malta si è indurita a sufficienza, dunque è da compiersi lavando il muro prima con aceto e mediante una spazzola o una pennellessa, poi risciacquando con straccio di iuta e acqua quando la muratura è ancora abbastanza fresca, oppure con acido cloridrico in soluzione acquosa al 10%, con prodotti a base di composti acidi.
I dettagli da tenere a bada, ovviamente, sono davvero numerosi ma di fondamentale importanza per migliorare l'aspetto funzionale e decorativo, ridurre al minimo gli interventi di manutenzione straordinaria con conseguente risparmio economico e temporale.
La difficoltà, però, può essere limitata lasciandosi aiutare da esperti nel settore o comunque informandosi mediante strumenti informatici così da sapere di alcune parti, magari non conosciute, trascurate e in realtà di fondamentale importanza, e chiedere conseguentemente spiegazioni agli operatori di cantiere, alla direzione dei lavori.
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