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Grandi esercizi commerciali, locali per lo spettacolo, l'intrattenimento e la ristorazione, impianti sportivi indoor, spazi espositivi ma anche loft, abitazioni di grandi dimensioni e monolocali: questi, e molti altri, sono ambienti progressivamente invasi dal fascino caldo e vissuto dello stepping floor.
Si tratta della versione industriale del parquet tradizionale a tutto legno, grezzo, da levigare, stuccare e trattare superficialmente, secondo la finitura scelta, direttamente in cantiere.
L'eterogeneità e la presenza di imperfezioni quali nodi, tracce di alburno, escursioni cromatiche e sgranature sono caratteristiche intrinseche di questo tipo di pavimentazione che, per definizione, proviene dagli scarti della lavorazione del suo parente nobile ed è quindi molto più economica.
È però necessario sottolineare che, con la sua progressiva estensione all'interior design, le sue peculiarità sono state un po' limate e uniformate a favore dell'aspetto estetico, tanto che la provenienza industriale, talvolta, è più pretestuosa che reale e si trova a far fronte a scelte di essenze e di combinazioni sempre diverse e all'avanguardia nel gusto contemporaneo.
Una testimonianza di questa affermazione sta nel fatto che attualmente sono disponibili sul mercato anche alcune versioni prefinite che contrastano fortemente con lo spirito e il carattere intrinseco del materiale, che nasce come scarto, come non finito per eccellenza.
Si presenta sotto forma di lamelle disposte in verticale, di taglio, che assicurano un'elevata resistenza meccanica e sono assemblate tra loro in serie, montate su rete o con lo scotch a formare dei quadrotti o blocchetti; ciascuno di essi può essere considerato un modulo a sé stante, come la piastrella di un rivestimento in ceramica, da montare con andamento parallelo o perpendicolare e di dimensioni indicative di 30 x 30 cm.
In contesti particolari, a richiesta del committente (e a bontà, competenza ed esperienza del parquettista), le lamelle possono essere rimosse dal supporto e posate singolarmente a disegno, ovviamente con una decisa lievitazione del costo per la manodopera a metro quadrato.
Una considerazione particolare va fatta per lo spessore che, raggiungendo in alcuni casi i 2 cm, potrebbe causare problemi per le pendenze degli scarichi in bagni e cucine, sottraendo una notevole porzione al massetto che ha la funzione di alloggiarli; la scelta di un parquet a favore di un altro, dunque, va ponderata anche in funzione di questo aspetto, oltre che di quello puramente estetico, ma non dovrebbe attualmente limitare troppo le nostre esigenze visto che tra i prodotti in commercio una varietà piuttosto estesa ha uno spessore contenuto in un solo centimetro (corrispondente a quello di un comune rivestimento in ceramica o di un parquet tradizionale).
La posa in opera avviene per incollaggio su un sottofondo, la cui adeguatezza deve essere attentamente valutata in cantiere, soprattutto in relazione ai problemi che potrebbero nascere in presenza di umidità.
In alcuni casi sarà sufficiente un buon massetto autolivellante perfettamente asciutto; in altri sarà necessario procedere con un aggrappante e un rasante elastico che consenta piccoli aggiustamenti nel corso dell'asciugatura.
Il lavoro va iniziato a ridosso della parete perimetrale più diritta, avendo cura di discostarsene almeno 5-8 mm per consentire eventuali dilatazioni verso i bordi e non verso il centro, evitando antiestetici e pericolosi imbarcamenti; la fessura sarà poi completamente coperta dal battiscopa coordinato.
La finitura superficiale si articola in più fasi: la levigatura con macchine smerigliatrici a carta abrasiva di grana sempre più fine, la stuccatura, la sigillatura e la verniciatura o inceratura.
È consigliabile l'impiego di vernici all'acqua, non tossiche ed ecologiche, mentre è bene riservare il trattamento a cera solo per ambienti non destinati ad eccessive sollecitazioni, perché meno resistente e da ripetere con frequente periodicità.
Una buona manutenzione del parquet prevede la semplice pulizia della superficie, quando necessario, con uno straccio appena inumidito; a distanza di 8-10 anni, con segni di usura evidenti, si può procedere con carteggiatura e verniciatura da far eseguire da personale specializzato.
Ultima nota sull'acquisto: rispetto al parquet tradizionale, lo stepping floor, grazie alla sua composizione a listelli, ha meno sfrido, cioè quantità di scarto di cui tenere conto solitamente con un 10% in più di superficie rispetto a quella reale da rivestire.
È consigliabile, comunque, procurarsi almeno un metro quadrato in più per avere del materiale a disposizione nel caso fosse necessario sostituire porzioni danneggiate.
Per maggiori informazioni sul parquet industriale a Milano Effegi Sas mentre per forniture consigliamo TAVAR
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