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Come l'ingresso si presenta come una sorta di biglietto da visita di un appartamento, preludendo a quanto troveremo all'interno e richiamando stile e personalita' dei padroni di casa, cosi', allargando l'ambito, potremmo dire che l'androne condominiale è testimone delle condizioni generali di conservazione di uno stabile.
Se proprio lì troviamo trascuratezza e incuria, è inevitabile che pareti scrostate, pavimenti sconnessi e polvere accumulata ci seguiranno ad ogni piano, guastando la percezione dell'insieme e mortificando anche la più brillante ristrutturazione privata interna.
Mi rendo conto che pensare di destinare preziose risorse al recupero di beni comuni in un periodo, come questo, di grave incertezza economica, appare difficile e remoto. D'altra parte posso affermare, come professionista, che alcune opere indispensabili a regalare alle superfici un'impressione di ordine e pulizia, possono essere condotte con un costo relativamente contenuto, soprattutto ponderando con attenzione la scelta delle forniture.
Ecco un esempio per spiegarmi meglio.
Un ampio androne di una palazzina della fine degli anni '50 nel quartiere EUR a Roma, con un gradevole affaccio su un giardino comune ben curato, presentava, al momento del rilievo, un degrado esteso alle pareti (trattate con pittura al quarzo localmente macchiata e scrostata) e ai pavimenti (un'improbabile combinazione di marmo e piastrelle in ceramica), unito a una forte carenza di illuminazione (dovuta al numero ridotto di apparecchi illuminanti) e a una forte discordanza formale tra le diverse finiture.
L'intervento, conservando la buona struttura formale dell'insieme, è consistito nella demolizione delle porzioni di pavimentazione in ceramica (in colore giallo!), incoerenti con il carattere e la destinazione d'uso dell'ambiente, e l'estensione a tutta la superficie delle lastre in marmo perlato coreno, 30 x 60 cm, facilmente reperibili e lavorabili presso marmisti locali.
L'integrazione non ha presentato particolari problemi; è stato sufficiente accostare un campione della nuova fornitura al marmo preesistente, cercando di individuare la corretta modalità di posa e assecondando le venature per non creare eccessive discordanze.
Il percorso lineare per raggiungere gli ascensori, posti alle due estremità dell'androne, è stato poi segnato da inserti in marmo rosa perlino e rosso Verona, posti in sequenza alternata e sfalsata e richiamati, nel controsoffitto piano, da lampade rettangolari incassate nel controsoffitto, visibili come lame solo nella lastra di chiusura piana.
Le pareti perimetrali, per accentuare la luminosità dell'insieme, sono state tinteggiate in bianco, riservando al colore (un beige deciso) il controsoffitto a scatola.
Il risultato finale è stato una combinazione armoniosa di colori chiari, luci e superfici leggermente lucidate che ha restituito allo spazio condominiale la sua vera dignità di ambiente.
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