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02 Ottobre 2012 ore 10:13 - NEWS Ristrutturazione |
Sulle caratteristiche estetiche delle strutture di legno non c'è nulla di nuovo da dire.
Si sa, infatti, che sono particolarmente apprezzate in certi ambiti storici e naturalistici nonché per la realizzazione di coperture esterne di verande e giardini.
Vi è, tuttavia, in questa tipologia di opere un problema di ordine tecnico derivato dalla diversa resistenza del materiale rispetto al cemento armato o all'acciaio (zincato o inox).
Su quest'argomento sono molte le variabili che condizionano la corretta tenuta di queste strutture come ad esempio: una manutenzione programmata, la qualità delle vernici, il trattamento delle superfici, e altro.
Ovviamente vi sono altri aspetti, connessi a soluzioni costruttive, che possono produrre anche danni collaterali.L'esempio di seguito illustrato, che raffigura una tettoia esterna di legno, mostra le conseguenze derivate dalla fuoriuscita dell'acqua d'irrigazione da ugelli posti in prossimità dei montanti di legno.
Questo problema, che si pone nei mesi primaverili ed estivi, associato alle conseguenze delle precipitazioni atmosferiche durante il resto dell'anno, ha prodotto una presenza continua di umidità sulle strutture e di conseguenza il degrado della base dei pilastri.
A questo fenomeno, piuttosto evidente, si potrebbero accostare anche altre cause derivate dalla conformazione a sella delle piastre di base e dalla posizione dei pilastri, siti a ridosso della zona a verde perennemente umida.
Questi effetti hanno evidentemente comportato delle condizioni d'instabilità e obbligato, di fatto, la proprietà a sostituire gli elementi danneggiati.
Per l'intervento, preceduto da una fase preliminare, si è fatto ricorso a un sistema originale e pratico per sollevare il piano di copertura.
Prima di tutto sono stati acquistati da un rivenditore di legname i nuovi pilastri, aventi le medesime caratteristiche dimensionali (sezione e altezza) e materiali (lamellare di abete).
In seguito su ogni pezzo è stato eseguito in falegnameria il taglio dell'incavo, in una testa, indispensabile per l'incastro con la trave.
Per ciascuna di queste operazioni, al contrario di quanto si possa pensare, non è necessaria nessuna formazione professionale, ma solo senso pratico.
In queste situazioni operative, la prima fase prevede la messa in sicurezza di tutta la struttura (con un'impalcatura provvisoria), e in seguito di liberare i montanti dal carico statico, che grava verticalmente, tramite l'azione di martinetti idraulici.
Nel caso in questione, per ridurre i costi dell'intervento, si è utilizzato un sistema molto pratico costituito da un normale sollevatore per autoveicoli a bottiglia (comunemente conosciuto come cric), posto sulla base inferiore del puntello di sostegno.
Con questo metodo, che per ovvie ragioni pratiche deve essere adeguatamente sorretto e mantenuto in equilibrio, l'operatore ha potuto sollevare leggermente la struttura solo per il tempo necessario a permettere a un'altra persona di sostituire il vecchio pilastro.L'operazione è stata, in seguito, ripetuta anche agli altri elementi della struttura che presentavano analoghi fenomeni di degrado.
I nuovi pilastri, per uniformità cromatica, sono stati trattati con un impregnante colorato scuro della stessa tonalità della copertura.
Poiché la struttura nel corso dei decenni ha subito degli assestamenti, si è ritenuto indispensabile correggere e adeguare l'altezza di ciascun elemento rispetto a quella reale misurata in loco.
Ovviamente questo esempio tende a dare un'indicazione di come si possano risolvere certi problemi tramite scelte di tipo ordinario e senza l'utilizzo di costosi strumenti.
Più complessa, invece, si rivela la questione legata alla sicurezza nel corso dei lavori.Infatti, le due condizioni si pongono in posizioni diametralmente opposte poiché se con la prima si evidenzia l'ottimo senso pratico dell'operatore, con la seconda si manifesta un'indiscutibile necessità di prevenire gli eventuali pericoli derivanti da soluzioni piuttosto originali.
Spetta quindi all'artigiano di valutare con attenzione tutti gli aspetti e di non avventurarsi facilmente in procedure avventate poiché l'argomento in questione pone delle responsabilità civili e penali.
All'inizio dell'articolo, dove si era parlato del problema del degrado dei pilastri, si è accennato anche al problema della piastra di acciaio inox.Partendo ovviamente da una supposizione, la particolare forma a sella dell'elemento metallico, stringendo la testa del pilastro con un'azione a tenaglia, non consente all'acqua, che si annida in queste zone, di evacuare facilmente e di favorire quindi, il degrado del legno.
Questa interpretazione, di ordine teorico, lascia tuttavia degli interrogativi sull'evidente cura di ogni singolo elemento della struttura, sia in fase di progettazione sia esecutiva.
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