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L'autosufficienza energetica è un obiettivo verso cui molti si stanno orientando, grazie anche ai diversi incentivi che lo Stato ha introdotto e sta introducendo, avendo compreso quanto sia importante al fine di perseguire i traguardi prefissati a livello internazionale in termini di emissioni e sostenibilità ambientale.
Le energie rinnovabili la fanno, dunque, sempre più da padrone nonostante la produzione di energia sia ancora molto vincolata alle fonti energetiche fossili.
Anche in ambito residenziale questa realtà si diffonde sempre maggiormente.
Tuttavia, la discontinuità con cui l'energia da fonti rinnovabili può essere raggiunta costituisce un ostacolo all'autosufficienza di cui si parlava poco fa.
Si rende pertanto necessario l'impiego di batterie che riescano a superare questo problema.
La ricerca si sta molto concentrando negli ultimi tempi proprio sulla realizzazione di sistemi di accumulo sempre più performanti.
Il sole e il vento, le fonti rinnovabili di riferimento per gli impianti alternativi più diffusi, non sono sempre disponibili, sia per la loro assenza in alcune giornate, sia per l'alternarsi di notte e giorno, per cui ciò determina la necessità di rimanere comunque dipendenti dalla rete, per poter coprire l'intero fabbisogno energetico della casa.
Per capire meglio l'utilità di un sistema di accumulo, basti pensare che grazie a esso si può passare in caso di impianto fotovoltaico da un autoconsumo del 35-40% a oltre l'80%.
Gli accumulatori energia elettrica sono costituiti da alcuni fondamentali elementi:
L'unità di controllo consente di avere una sorveglianza continua sull'intero sistema di accumulo, anche da remoto, grazie ai più recenti impianti domotici.
Grazie ad essi si possono anche tenere sotto controllo i consumi, evidenziandone i picchi.
Infine, tali unità permettono di bilanciare i cicli di carico e scarico delle batterie, prolungandone la vita utile.
Un esempio è Mia Energy Autoconsumo di Elettrograf un sistema per la gestione smart dell'autoconsumo di energia proveniente da impianti fotovoltaici e la riduzione dei consumi dell'energia presa dalla rete pubblica. Si può installare anche su impianti esistenti, fino a 6kW monofase.
I dati vengono mostrati direttamente su un display o anche sono consultabili da tablet, pc e smartphone. Essi, inoltre, possono essere salvati in un database storico relativo all'ultimo anno per ogni ora del giorno e annuale per 64 anni.
C'è poi la funzione Stop Black Out che disconnette un carico preferenziale in caso di eccessivo assorbimento dalla rete, evitando così lo sgancio del magnetotermico e il blackout.
Per quanto riguarda l'inverter, questo costituisce il componente che trasforma la corrente continua prodotta dall'impianto installato in corrente alternata per immettere l'energia nella rete pubblica.
Esso deve essere conforme alle norme CEI 0-21 e CEI 0-16.
Anche di questi ne esistono sul mercato sempre di più performanti, come ad esempio Fronius Symo GEN24 Plus, inverter-accumulatore semplice da utilizzare e con funzioni innovative come le opzioni personalizzate per l'alimentazione di emergenza.
Si tratta di un inverter con classi di potenza da 6 a 10 kW all-in-one, utilizzabile sia in impianti nuovi che già realizzati.
Le batterie sono l'elemento base dei sistemi di accumulo. Esse immagazzinano appunto l'energia che viene prodotta dall'impianto installato, per cederla secondo il bisogno.
Attualmente le tipologie esistenti sono fondamentalmente di due tipi:
Questa tipologia di batterie garantisce la miglior prestazione solo quando sono scaricate fino al 50% della loro capacità.
Sono di certo le più economiche in commercio, ma a dispetto del vantaggio economico, presentano diversi svantaggi. Esse, infatti, hanno innanzitutto una vita utile inferiore alle altre tipologie, producono gas idrogeno durante la carica, per cui devono essere ubicate in ambienti aerati e sono molto voluminose, per cui occupano molto spazio.
Questa seconda tipologia di batterie più innovativa, presenta molti più vantaggi rispetto alla prima di cui abbiamo parlato.
Infatti, si tratta di dispositivi più longevi, meno ingombranti e di conseguenza meno pesanti.
Sono ovviamente più costose, ma il costo maggiore è controbilanciato proprio dai vantaggi elencati. La maggiore durata è garantita dal fatto che la percentuale di scarica può arrivare all'80%, con un maggior numero di cicli.
Un esempio di questa tecnologia è Tesla Powerwall di Tesla sistema molto performante in caso di sovraccarico o blackout. Esso funziona grazie agli ioni di litio, può essere comodamente posizionato a parete e, cosa che non guasta, ha un design molto elegante.
Può essere utilizzata anche per le batterie ricaricabili di un'auto elettrica.
Importante è anche la garanzia offerta da Tesla, di 10 anni.
Anche BOSCH BSH Elettrodomestici il cui nome è garanzia di qualità, propone degli accumulatori energia. Il sistema Bosch Hybrid è basato sempre sugli ioni di litio, con cicli ottimizzati di carica e scarica che ne allungano la vita. Le dimensioni sono di 5, 8.8 e 13.2 kW.
Anche questi sono controllabili in remoto.
In ultimo, vi propongo Eco 9.43 di SonnenEnergie sistema modulare espandibile, con moduli da 2,5 e 15 kW, con tecnologia al litio ferro fosfato, certificata CEI 021 e garantita 10 anni, anche questo molto elegante e sobrio. Si tratta di una soluzione all-in-one, completa di elettronica che funziona come un Energy Manager.
Facendo parte degli interventi volti al risparmio energetico, l'installazione dei sistemi in oggetto può usufruire della detrazione fiscale del 50%, sia nel caso di installazione contestuale a quella dell'impianto, sia successiva, così come chiarito dalla Circolare 7/E dell'Agenzia delle Entrate.
Il più recente Decreto Rilancio, con il Superbonus 110%, di cui l'Agenzia stessa ha pubblicato proprio di recente le Linee Guida, prevede il Superbonus anche per impianti di energie rinnovabili e relativi sistemi di accumulo, quali interventi trainati da quelli principali relativi a sistemi di riscaldamento/raffrescamento, isolamento termico e interventi antisismici.
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