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Era l'inizio dello scorso Aprile, quando una proposta del Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi italiani, Gian Vito Graziano, iniziò a farsi strada: quella di istituire una sorta di libretto sanitario anche per gli edifici per valutare le condizioni di resistenza agli eventi sismici di tutto il patrimonio immobiliare italiano, ed in particolare degli edifici di grande valore storico.
L'iniziativa arrivava non a caso in concomitanza con il terzo anniversario del tragico terremoto che colpì L'Aquila e l'Abruzzo il 6 aprile del 2009, mietendo numerose vittime e provocando danni al patrimonio edilizio, anche di notevole pregio artistico e storico.
Nel corso di questi tre anni, così come avviene sempre all'indomani dei periodici eventi sismici che colpiscono il nostro Paese, molto si è discusso sulla messa in sicurezza delle case in un territorio, come quello italiano, a forte rischio sismico ed idrogeologico, ma ben poco si è fatto davvero sul piano della prevenzione e della pianificazione.
È per questo che i geologi hanno lanciato l'allarme invitando le istituzioni a risolvere il problema, non solo sul piano dell'adeguamento strutturale degli edifici esistenti e con l'inserimento di dissipatori, ma anche proponendo un programma di microzonazione del territorio, per valutare le reali condizioni di resistenza sismica dei terreni ed inibire la costruzione in quelle zone dove gli effetti dei terremoti potrebbero essere particolarmente amplificati.
In quest'ottica è stata rilevata l'opportunità di istituire il libretto sanitario dell'edificio, un documento che permetta di valutare per ogni fabbricato le reali condizioni statiche e sismiche.
È trascorso poco più di un mese ed ancora una volta il Paese si trova a fare i conti con un drammatico bilancio di vittime (7 morti e 50 feriti, oltre 5000 sfollati) e di danni (milioni di euro per danni agli edifici ed al patrimonio storico), dovuti ad un terremoto, quello che domenica mattina ha colpito l'Emilia.
Tra gli edifici danneggiati si contano anche i capannoni della nota azienda di ceramiche Ceramica Sant'Agostino, in uno dei centri più colpiti, dove il crollo del tetto ha provocato la morte di due operai che svolgevano il turno di notte.
Per uno strano scherzo del destino quest'ultimo evento sismico è giunto proprio pochi giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 113 del 16 maggio, del Decreto Legge 59 del 15 maggio 2012, che ha come oggetto Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile.
Il Decreto prevede all'art. 2, Coperture assicurative su base volontaria contro i rischi di danni derivanti da calamità naturali, che non sarà più lo Stato a risarcire i danni causati da calamità naturali, per cui sarà necessario stipulare una polizza assicurativa contro il rischio di terremoti alluvioni, e frane.
Il comma 2 dell'articolo in questione rimanda alla pubblicazione entro il 15 agosto 2012 di un regolamento che stabilisca le caratteristiche di queste nuove polizze. Per intanto viene anticipato che ci sarà un primo regime transitorio dell'applicazione della norma e che saranno studiate incentivazioni di natura fiscale, come la deducibilità, anche parziale, del premio di assicurazione dalla base imponibile ai fini IRPEF e IRES dell'assicurato.
Tra l'altro il decreto poteva persino passare inosservato, se non ci fosse stata questa tragica coincidenza. Arrivato alla ribalta della cronaca, invece, non ha potuto che scatenare le proteste indignate di molti cittadini.
Il pagamento di quest'assicurazione costituirebbe infatti un ennesimo onere ai danni dei cittadini, in particolare dei meno abbienti, ma soprattutto non risolverebbe un problema, perché significherebbe affrontarlo sempre nell'ottica dell'emergenza.
Invece il problema deve essere risolto in termini di prevenzione, per evitare in futuro ulteriori perdite di vite umane e danni materiali.
Ancora una volta, come accade tutte le volte che si ripropongono tali disastri naturali, le associazioni professionali di categoria hanno ribadito l'importanza della prevenzione.
In particolare, il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, ha ancora una volta accennato all'importanza dell'istituzione del Fascicolo del fabbricato.
Il Fascicolo del fabbricato dovrebbe essere una sorta di carta d'identità dell'edificio dal punto di vista strutturale, che andrebbe riaggiornata ogni dieci anni, dalla quale si evincano le sue condizioni di stabilità e sicurezza e il suo grado di vulnerabilità sismica, in modo da poter anche programmare degli interventi in funzione della loro priorità.
Già all'indomani della pubblicazione del decreto sul riordino della protezione civile, quindi prima del terremoto, il Consiglio Nazionale degli Architetti aveva invece espresso la necessità di istituire questa sorta di tagliando decennale dell'edificio, al fine di monitorarne costantemente le condizioni statiche, di sicurezza degli impianti ed anche energetiche.
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