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Per geometria di posa si intende lo schema grafico secondo il quale vengono disposte le piastrelle per la messa in opera di pavimenti e rivestimenti in un ambiente.
Stabilire uno schema di posa non è un'operazione automatica, in quanto bisogna valutare diversi fattori che potrebbero influenzare il risultato finale, come ad esempio le dimensioni dello spazio nel quale si va a intervenire, la luce e le caratteristiche estetiche, formali e dimensionali delle piastrelle disponibili.
Per quanto riguarda le dimensioni dello spazio, si deve considerare che un layout con linee verticali predominanti dà un effetto ottico di allungamento; al contrario uno schema di posa con prevalenza di linee orizzontali fa sembrare lo spazio più dilatato; allo stesso tempo la scelta di una disposizione a quadri potrebbe dare una sensazione di allargamento in tutte le direzioni.
Relativamente alle piastrelle si può dire innanzitutto che la scelta delle stesse deve avvenire in base alle particolarità dello spazio in cui devono essere impiegate; in commercio ne esistono di diversi formati e dimensioni, ma è opportuno preferire i formati più piccoli per ambienti piccoli e viceversa i formati più grandi per spazi ampi, assimilabili ad open space.
Fatta la scelta, dunque, lo schema di posa in molti casi sarà suggerito dalle caratteristiche geometriche delle stesse piastrelle.
Veniamo ora agli schemi di posa. Le combinazioni possibili sono molteplici, ma qui daremo in primo luogo delle indicazioni su quelle più classiche.
Ecco gli schemi più diffusi.
Schema di posa dritta, con layout a prevalenza di linee verticali, orizzontali o quadrettate.
Schema di posa in diagonale, particolarmente consigliato quando ci sono da coprire difetti estetici delle parti strutturali di un ambiente.
Schema di posa a correre, in cui ogni elemento sembra rincorrere quello adiacente, con uno sfalsamento più o meno accentuato di ogni fila di piastrelle rispetto all'altro.
Schema di posa a lisca di pesce, che dona all'ambiente una maggiore dinamicità.
A queste combinazioni si aggiungono poi tutte le varianti possibili dettate da disegni particolari e progettati su misura dal professionista in fase esecutiva, dall'accostamento di diversi formati di una stessa collezione di piastrelle, dall'inserimento di tozzetti tra una piastrella e l'altra.
Anche la scelta di utilizzare disegni a pavimento tipo rosoni o centri può influire sulle geometrie di posa di tutto il pavimento: i rosoni sono consigliabili in ambienti dallo stile classico, così come le greche, che consentono di creare una compartimentazione dello spazio all'interno di una stanza.
Se si sceglie un parquet, l'effetto finale sarà garantito dalla specie legnosa, dal colore e anche qui dalla scelta della particolare geometria di posa.
Elenchiamo qui sotto gli schemi di posa maggiormente impiegati nel caso di pavimenti in legno.
Schema di posa a quadri diagonale.
Schema di posa a spina di pesce.
Schema di posa a spina di pesce ungherese.
Schema di posa a spina tripla.
Altri schemi di posa dei pavimenti in legno sono:
- a cassero regolare.
- posa a correre o a cassero irregolare.
- schema di posa a tolda di nave.
Di questi schemi proposti si può dire che la posa delle doghe in diagonale non modifica visivamente le proporzioni della stanza; la posa a cassero, a seconda che le doghe vengano posizionate con orientamento verticale o orizzontale, allungano o allargano l'ambiente; infine, un parquet con schema di posa a spina di pesce crea un effetto ottico di allargamento delle proporzioni.
Anche in questo caso si può variare con una combinazione dei vari schemi o con un disegno su misura dettato dalle situazioni specifiche.
Le nuove tendenze ci propongono anche delle soluzioni con disegni a pavimento per parquet esteticamente molto valide, che danno un tocco raffinato agli ambienti, come XILO 1934 che propone la linea KIMANO.
Tra i formati tornati recentemente di moda ci sono quelli esagonali, che suggeriscono uno schema di posa a nido d'ape molto piacevole. Bisazza propone una collezione di pavimenti in legno di forma esagonale, dalle combinazioni fresche e vivaci.
Un'ulteriore tipologia di piastrelle da valutare è il mosaico, che non dà molto spazio nella scelta degli schemi di posa; in questo caso si gioca molto con i colori, con i materiali e con gli inserti; una particolare attenzione va data alla misura esatta della superficie su cui si fa la messa in opera piastrelle, in quanto per un effetto estetico ottimale sarebbe opportuno non tagliare la singola tessera.
Per quanto riguarda i rivestimenti per le pareti, questi seguono le stesse regole geometriche della pavimentazione e la scelta di un layout rispetto a un altro può andare in contrasto o in analogia con quanto stabilito per la pavimentazione presente nello stesso ambiente.
inoltre, si può scegliere di riempire l'intera parete o di prenderne solo una parte, creando così un effetto più dinamico.
Durante la fase esecutiva, il progettista spesso si diverte nel creare disegni per i rivestimenti,che alternano mattonelle ed elementi di decoro, quali matite, listelli e torelli, oppure con la scelta di paraspigoli per vivacizzare il disegno complessivo.
Un accorgimento tecnico da seguire durante il montaggio piastrelle sia per i pavimenti che per i rivestimenti, al fine di avere un disegno pulito, è quello di far partire la posa con una mattonella intera in corrispondenza della soglia della porta, ovvero da un punto che consenta poi di relegare i tagli sul perimetro in corrispondenza delle pareti, in modo che siano meno visibili.
Infine, ultimo ma non meno importante è il fattore fuga: la scelta di dimensione e colore della stessa influenza notevolmente l'effetto ottico finale.
In particolare, si può propendere per una fuga quasi inesistente, per ottenere un risultato di continuità, come ad esempio per un pavimento in pietra, marmo o simili, come per il gres porcellanato effetto pietra proposto da Keope
Per quanto concerne il colore, invece, le ultime tendenze in alcuni casi dettano una fuga scura, per avere un risultato finale optical o comunque di grande impatto visivo.
Abbiamo già accennato a come la scelta di uno schema di posa piuttosto che un altro possa alterare anche significativamente le proporzioni percepite di un ambiente.
Tale scelta, però, incide anche sullo stile che si vuole dare al proprio spazio, valorizzandolo o al contrario diventando un pugno nell'occhio di chi lo vive.
Per un ambiente dallo stile contemporaneo sono suggeriti gli schemi di posa pavimenti più semplici e lineari, cioè la posa dritta e la posa piastrelle diagonale. Da tenere conto, però, che la posa piastrelle dritta è poco indicata se si sta ristrutturando un edificio in muratura, dove nella maggior parte dei casi i muri sono fuori squadro, per cui si andrebbe ad accentuare visivamente questo difetto.
Allo stesso tempo gli ambienti caratterizzati da disegni moderni si sposano molto bene a pavimenti realizzati con formati molto grandi e con una fuga contenuta, come nel caso di Aster Maximum di Graniti Fiandre
Agli ambienti classici o rustici si adattano meglio, invece, degli schemi di posa piastrelle in diagonale, associati a materiali tipo cotto o pietra di piccoli formati con fughe larghe, che mascherino i difetti delle pareti non perpendicolari e allo stesso tempo valorizzino l'atmosfera storica, come nel caso dei pavimenti in cotto fatto a mano dei Maestri del Cotto
Infine, una posa a correre, ben si adatta a tutti i tipi di stili, è utilizzata sia per i listoni di parquet e di laminato sia per la posa del gres porcellanato effetto legno e per le ceramiche.
In questo caso lo spazio si allargherà o allungherà nella direzione in cui avviene la messa in opera pavimento.
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