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Lo Scambio sul posto consente a un produttore di energia elettrica (da fonti rinnovabili o cogenerazione) di immettere in rete l'energia prodotta ma non direttamente autoconsumata, per poi prelevarla e utilizzarla in un momento successivo a quello di produzione.
Il produttore potrebbe essere un privato cittadino che installa un impianto (ad es. fotovoltaico) presso la propria abitazione, come anche un'azienda.
Il produttore di energia e utente dello Scambio sul posto paga regolarmente le bollette per tutta l'energia elettrica prelevata dalla rete e riceve solo in un momento successivo un rimborso per la parte di energia ceduta (detto Contributo in conto scambio) sulla base dei dati rilevati dal gestore di rete.
L'utente intrattiene rapporti con due referenti distinti:
- il proprio operatore (Enel Energia, Acea, A2A, ecc.) per il pagamento delle bollette;
- il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per il contratto di Scambio sul posto e l'emissione del contributo in conto scambio.
Lo Scambio sul posto è regolato dalla Delibera 570/2012/R/efr e dalle successive Delibere (578/2013/R/eel, 614/2013/R/efr e 612/2014/R/eel).
Non tutti gli impianti di produzione di energia elettrica possono accedere allo Scambio sul posto. Infatti il servizio è erogabile solo a soggetti titolari di:
a) impianti a fonti rinnovabili entrati in esercizio fino al 31 dicembre 2007 di potenza fino a 20 kW;
b) impianti a fonti rinnovabili entrati in esercizio fino al 31 dicembre 2014 di potenza fino a 200 kW;
c) impianti di cogenerazione ad alto rendimento di potenza fino a 200 kW.
La potenza complessiva degli impianti non deve comunque superare i 500 kW.
Il contributo in conto scambio è un rimborso che ripaga l'utente per l'energia immessa in rete ed è costituito da due voci principali:
- la vendita dell'energia;
- il rimborso di una parte dei servizi di rete (distribuzione, dispacciamento, misura e oneri generali di sistema).
Il calcolo del contributo in conto scambio è un'operazione non proprio immediata e discende da diversi parametri variabili nel tempo, così come variano i prezzi dell'energia immessa sul mercato.
Diventa quindi complicato quantificare a priori l'importo esatto del contributo, dipendente anche dalla quantità di energia immessa/prelevata dal mercato e dalla tipologia di utenza. Si tratta di un argomento complesso.
Come fare allora per capire se è conveniente avvalersi o meno dello Scambio sul posto?
In realtà lo Scambio sul posto è sempre uno strumento consigliabile per valorizzare l'energia prodotta in surplus.
Questa energia andrebbe altrimenti persa, soprattutto quando l'impianto non è dotato di un sistema di accumulo a batterie.
Peraltro al contributo in conto scambio si può aggiungere il pagamento delle eccedenze annuali, ossia il pagamento di quell'energia immessa in rete in quantità superiore a quella prelevata nell'arco dell'anno solare. Si tratta in questo caso di una vera e propria vendita di energia (soggetta a tassazione), di cui si considera il prezzo di mercato medio dell'anno precedente.
Per chi desidera avere informazioni più precise inerenti il calcolo del contributo in conto scambio e delle eccedenze consiglio di scaricare dal sito del GSE il documento Disciplina dello scambio sul posto – Regole tecniche, in cui si analizzano nello specifico tutti i parametri per i calcoli.
Per attivare lo Scambio sul posto i produttori di energia devono presentare apposita richiesta attraverso il portale informatico del GSE entro 60 giorni dalla data di entrata in esercizio dell'impianto. Sarà stipulato un contratto di durata annuale per la regolazione dello scambio, che verrà tacitamente rinnovato per gli anni successivi.
Il portale informatico del GSE dovrà essere utilizzato dai produttori aderenti allo Scambio sul posto anche per le successive fasi di gestione del servizio.
A partire dal 1° gennaio 2015, per gli impianti di potenza nominale superiore a 3kW è prevista una tariffa annuale da riconoscere al GSE per i costi di gestione sostenuti per lo Scambio sul posto (Allegato 1, punto 4 del 24 dicembre 2014). La tariffa si compone di un corrispettivo fisso e di un corrispettivo variabile vincolato alla potenza dell'impianto. Le tariffe sono riassunte in tabella:
Scambio sul posto e Ritiro dedicato sono entrambe terminologie legate all'immissione in rete di energia elettrica autoprodotta. Esiste però una differenza sostanziale che è bene conoscere. Lo Scambio sul posto è una sorta di immagazzinamento virtuale dell'energia autoprodotta all'interno della rete elettrica a cui si può aggiungere l'eventuale vendita delle eccedenze. Il Ritiro dedicato, invece, è solo una cessione e vendita di energia al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che provvede a remunerarla corrispondendo un importo per ogni kWh ritirato.
Poiché Scambio sul posto e Ritiro dedicato non possono coesistere, quale dei due è più conveniente? Dipende.
Come regola generale possiamo dire che per le utenze domestiche lo Scambio sul posto è più conveniente quando la quantità di energia ceduta alla rete si avvicina alla quantità di energia consumata. Invece in presenza di grandi impianti non asserviti a utenze risulta più conveniente il Ritiro dedicato.
Lo Scambio sul posto non sempre può coesistere con altre forme di incentivo previste per impianti di produzione di energia elettrica. Come abbiamo visto, lo Scambio sul posto non è compatibile con il Ritiro dedicato e non lo è nemmeno con la Tariffa omnicomprensiva.
Inoltre non possono godere dello Scambio sul posto gli impianti che accedono ai meccanismi di incentivazione previsti dai Decreti Interministeriali del 5 luglio 2012 (V Conto Energia) e del 6 luglio 2012 (Incentivi per fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico).
Tuttavia lo Scambio sul posto è compatibile con la detrazione fiscale sulle ristrutturazioni edilizie (detrazione 50%).
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