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Spesso l'interno di un mobile già in origine non era curato in modo particolare.
Le finiture si presentano approssimative e di bassa qualità.
Inoltre l'interno di madie e credenze può presentarsi macchiato e il lavoro di smacchiatura e colorazione non è neanche giustificato dalla ridotta visibilità che hanno gli interni.
In tali condizioni è diffusissima la soluzione del rivestimento con una particolare carta.
La più usata a questo scopo è quella decorata con il giglio di Firenze.
Viene chiamata carta Varese, reperibile in ogni buona cartoleria in varie tonalità di colore.
Anche altri tipi di carta consentono di ottenere un ottimo risultato, ma devono essere particolarmente robuste e non troppo rigide per adattarsi alle varie sagomature degli interni.
Le carte autoadesive non sono molto adatte in quanto possono favorire la formazione ed il ristagno di umidità all'interno del legno.
LA CARTA DI VARESE
Le origini della cosiddetta “carta di Varese” risalgono al 1600 circa.
Questo particolare tipo di carta veniva prodotto a Bassano del Grappa.
Veniva impiegata come carta da parati e veniva proposta in una grande varietà di motivi ornamentali.
ELIMINARE LA VECCHIA CARTA
Se nel mobile sono presenti pezzi di vecchia carta dovete eliminarli completamente.
Si opera come per togliere la tappezzeria dalle pareti.
Con una spugnetta imbevuta di acqua tiepida in cui avrete sciolto l'apposito distaccante emolliente bagnate la carta da eliminare.
Aspettate una decina di minuti e poi, con una spatola (o la spazzola di saggina), agite lentamente e con attenzione, asportando la carta.
Quando tutta la superficie è libera eseguite una carteggiatura con carta abrasiva un po' grossolana e procedete col rivestimento.
Prendete accuratamente le misure della parte che dovete rivestire.
Alle dimensioni di ogni faccia interna (fondo, schienale, fianchi) aggiungete 1 centimetro e quindi ritagliate dalla carta di Varese altrettanti fogli quante sono le superfici da rivestire.
Spianate la carta (che viene venduta in stretti rotoli) sullo spigolo di un piano in modo che perda la tendenza ad arrotolarsi su se stessa.
Preparata la soluzione di colla (ottima quella per tappezzeria) poggiate la carta sul piano di lavoro (ampio e sgombro) con la parte posteriore rivolta verso l'alto.
Applicate quindi la colla sulla carta con pennellate parallele evitando di lasciare zone non trattate.
Quindi portate la carta a contatto con la superficie da rivestire e centratela in modo che le abbondanze di 1 cm per lato debordino effettivamente.
Passate dapprima le mani dal centro verso l'esterno per eliminare eventuali sacche d'aria, poi ripetete l'operazione con una spazzola a setole morbide che elimina anche la più piccola bolla.
Negli angoli interni fate proseguire l'abbondanza verso la parete adiacente ed incollatevela.
Proseguite in questo modo fino ad aver coperto tutta la superficie interna.
Le abbondanze che fuoriescono non vanno tagliate subito: bisogna attendere che tutto sia asciutto perché durante l'asciugatura la carta si ritira un poco e potreste trovarvi con un bordo scoperto.
A carta asciutta le abbondanze si rifilano con un cutter.
Nel caso in cui una superficie da rivestire sia più lunga di un singolo foglio di carta, fate in modo che i due fogli successivi che applicherete si sormontino di mezzo centimetro e che i disegni della decorazione coincidano perfettamente nel punto di giunzione che, altrimenti, diventerebbe visibilissimo.
L'IMBOTTITURA CLASSICA PER SEDIE
È composta, dal basso verso l'alto, da una fodera in tela (1), che nasconde un intreccio di nastri di canapa (2) su cui appoggiano le molle (3).
Queste, fissate con spago ai nastri, sono ricoperte da juta (4) e da uno strato di crine vegetale (5) fermato in posizione da una ulteriore copertura in juta (6).
L'imbottitura è completata da uno strato di panno-feltro (7) ricoperto da juta (8) e quindi dal tessuto di rivestimento del sedile (9).
La riparazione di un'imbottitura non può essere eseguita parzialmente: per fare un buon lavoro è necessario effettuare un intervento radicale, che prevede la totale asportazione della vecchia imbottitura e la realizzazione di quella nuova.
La parte inferiore dell'imbottitura è costituita, come si è detto, da un intreccio di nastri di canapa molto ben tesi.
L'applicazione non presenta difficoltà: si ripiegano circa 30 o 40 mm di nastro ad una estremità e si inchioda questa parte, doppia, sotto al bordo del sedile.
Quindi il nastro viene tirato dalla parte opposta e puntato provvisoriamente con due chiodini.
Poi lo si taglia con 40 mm di abbondanza.
Ripiegate questa sul nastro e rifinite l'inchiodatura bloccando la parte doppia.
Piazzate due schiere di nastri perpendicolari tra loro: i nastri vanno intrecciati in modo che ognuno passi alternativamente sopra e sotto a quelli ad esso perpendicolari.
Il numero di nastri da applicare è determinato dall'ampiezza del sedile, mentre la distanza tra essi è di circa 15/20 millimetri.
Sulla base formata dai nastri dovete piazzare le molle.
Solitamente ne vengono impiegate cinque: quattro ai lati, in prossimità degli angoli, e una al centro.
In altri casi (poltrone o sofà) il numero delle molle aumenta considerevolmente.
La base delle molle deve essere fissata saldamente all'intreccio dei nastri.
L'operazione si effettua per mezzo di un ago curvo, lungo 6/7 cm, la cui ampia cruna sia in grado di ricevere un robusto spago del diametro di circa 1 mm.
Con questo strumento si effettuano cuciture ripetute della prima spira di ogni molla, nella posizione desiderata.
Legate tra loro le molle per mezzo di uno spago del diametro di 2/3 mm. Un capo si affranca ad un chiodo fissato al bordo, quindi lo spago viene avvolto alla spira superiore di ogni molla.
Poi viene tagliato ed affrancato dalla parte opposta con un altro chiodino.
Stendete sulle molle un telo di robusta juta.
Il crine da usare è quello di tipo vegetale a fibre lunghe e robuste.
Il crine deve essere separato in grossi ciuffi e posizionato sulla juta ispessendolo leggermente al centro.
Lo spessore medio deve essere di 3/5 centimetri.
Anche l'imbottitura in crine va coperta con juta, ripetendo la procedura già adottata in precedenza.
Il telo va ben tirato e quindi cucito al crine.
L'ultimo strato da applicare è costituito da un tappeto morbido in filacci di panno-feltro.
Il suo spessore va dai 2 ai 4 cm.
Esso va steso sulla sedia evitando ispessimenti, quindi va tagliato lungo il bordo esterno, prima della copertura con il tessuto definitivo.
Potete ora passare all'applicazione del tessuto di copertura.
Esso deve essere poggiato sul panno e puntato con alcuni chiodini lungo un bordo del sedile, quindi leggermente tirato per far sì che comprima i vari strati sottostanti, comprese le molle.
Mettete in trazione il panno, continuate a puntare con chiodini lungo il bordo, finché la tensione raggiunta vi sembra adeguata.
A sinistra: I tessuti di rivestimento di sedie e divani sono fermati, lungo i bordi, da bullette inchiodate, a volte sopra apposite passamanerie.
A destra: Sono reperibili in commercio particolari rotoli di finte teste di bullette che permettono una applicazione molto veloce e realistica.
Quando tutto il tessuto è ben bloccato passate al fissaggio definitivo con la graffatrice a punti metallici.
Potete anche usare i chiodini, ma il lavoro è molto più veloce.
Tagliate con un cutter il tessuto immediatamente sotto alla fila di graffette e passate all'applicazione di un nastro di passamaneria decorato con colore e disegno in accordo col tessuto che avete applicato.
Il fissaggio del nastro si esegue con corti chiodi a testa molto larga e decorata.
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