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Il motore della lavatrice ha una buona potenza, è silenzioso e si adatta a molti impieghi.
Con alcuni accorgimenti è possibile recuperarlo da una lavatrice fuori uso e utilizzarlo in vari modi. Le attività del fai da te raramente si limitano ai lavori di manutenzione e riparazione delle varie strutture della casa, ma si estendono spesso alla costruzione, specialmente in legno o in ferro, ma anche di tipo meccanico.
In questo campo è molto diffuso l'uso di realizzare in proprio semplici macchine utensili da laboratorio utilizzando parti di recupero, sia perché l'autocostruzione è sempre una impresa affascinante, sia perché molto spesso l'impiego di tali attrezzature è sporadico e saltuario e non giustificherebbe la spesa di una macchina utensile prodotta dall'industria.
Alla base di qualsiasi apparecchiatura per la lavorazione del legno, del ferro o di altri materiali, c'è sempre un motore elettrico che fornisce la necessaria energia per mettere in azione l'utensile. Il motore, che in genere ha dimensioni e potenza commisurati al servizio che deve svolgere, è solitamente il componente di maggior costo di tutto l'apparecchio.
Ecco perché può essere interessante recuperare dei motori elettrici ancora perfettamente funzionanti, dalle lavatrici fuori uso: basta effettuare le giuste operazioni di recupero e di rimessa in funzione per disporre di un ottimo elemento propulsore che serve per differenti applicazioni.
Le lavatrici dismesse perché un po' vecchiotte, sono equipaggiate con un motore a induzione della potenza media di 350 watt.
Questo è a induzione e non a spazzole (potrebbe essere più piccolo e ugualmente potente) per sfruttare la estrema silenziosità di questo tipo di soluzione e per evitare lo scintillio, tipico dei motori a spazzole, che disturberebbe la ricezione di radio e TV.
Inoltre, il motore a induzione, non ha praticamente bisogno di alcuna manutenzione.
In ogni caso, esistono lavatrici con motore a spazzole, che non saranno oggetto di questa trattazione. Questi motori hanno due velocità di rotazione, che sono ottenute collegando diversamente i cavi di alimentazione agli avvolgimenti interni tramite la morsettiera esterna: la velocità più bassa (per il lavaggio normale) è di circa 700-800 giri al minuto; la più alta (centrifuga) è di 1700/1800 giri al minuto.
Naturalmente si sta parlando della velocità di rotazione dell'albero motore, che viene poi modificata dal sistema cinghia-pulegge del motore e del cestello.
La rotazione può essere anche invertita, sempre variando i collegamenti.
Il motore a induzione, però, non riesce a partire se viene collegato semplicemente alla rete a 220 volt. Per questo motivo è accoppiato a un grosso condensatore di spunto che crea una specie di falsa fase, che consente al motore stesso di mettersi facilmente in moto (fornendo la necessaria energia di spunto) con la normale tensione a 220 V e avere un funzionamento regolare anche sotto sforzo. In alcuni motori i condensatori elettrolitici sono due, uno per ogni avvolgimento, ma più frequentemente se ne trova uno solo.
La capacità del condensatore si aggira, mediamente, sui 7-20 microfarad, ma si trovano anche valori diversi.
In generale, una lavatrice fuori uso ha ancora il motore funzionante in quanto raramente è l'elemento che, guastandosi, determina la fine dell'elettrodomestico, ma anch'esso può essere danneggiato.
Capita, infatti, che la vasca in cui ruota il cestello, dopo anni d'uso si perfori e lasci fuoriuscire dell'acqua che, cadendo sul motore, crea un corto circuito, mettendo fuori uso un avvolgimento.
Se decidete di procedere al recupero del motore è pertanto conveniente che vi informiate preventivamente (quando è possibile) delle motivazioni che hanno determinato la messa fuori uso della lavatrice.
Presso i rottamai c'è sempre una vasta scelta di motori da lavatrice che, per i motivi prima accennati, sono sempre molto appetiti dal pubblico (un motore recuperato viene pagato otto-dieci volte di meno di un motore nuovo di pari potenza) ma è anche conveniente saper procedere da soli all'asportazione del motore.
Il motore si trova nella parte inferiore dell'elettrodomestico ed è fissato per mezzo di un lungo bullone con dado che impegna delle alette ricavate sulla carrozzeria della lavatrice e dei fori passanti presenti sul mantello del motore.
Quest'ultimo può fare perno e ruotare intorno all'unico bullone in modo da poter assumere diverse posizioni. Ciò consente al motore stesso di essere regolato opportunamente in modo da mantenere ben tesa la cinghia che trasmette il moto rotatorio al cestello.
Dopo aver tolto il pannello posteriore della lavatrice, allentate con la chiave del diametro opportuno i bulloni del tendicinghia che mantengono il motore nella posizione di massima tensione e quindi allentate anche il bullone di sospensione.
Prima di prelevare il motore dovete staccare tutti collegamenti: non è facile capire come sono disposti ma dovete, almeno, contrassegnare i cavi che partendo dalla morsettiera del motore vanno direttamente ai capi del condensatore di spunto.
Il successivo lavoro verrà, comunque, facilitato se prenderete nota dei vari collegamenti.
Staccati i fili, levato il bullone e tolta la cinghia, potete finalmente estrarre il motore e verificarne lo stato esteriore.
Spesso al suo interno si è accumulata polvere (che potete togliere con un aspiratore), mentre una buona spazzolata toglie la sporcizia depositatasi sull'esterno.
Non dimenticate di recuperare il condensatore di spunto e verificare che sia funzionante.
Per farlo si utilizza un cavo dotato di spina, con le due estremità opposte collegate ai morsetti del condensatore.
Si inserisce, per un istante, la spina nella presa; in questo modo il condensatore viene caricato e può cedere, violentemente, la sua carica se i morsetti vengono cortocircuitati.
Questa operazione è comunque delicata e va fatta con un cacciavite a manico isolato.
Se il condensatore è funzionante scocca una robusta scintilla: non toccate con le mani i morsetti del condensatore carico perché ricevereste una scarica non pericolosa ma estremamente dolorosa. Prima di interessarvi della parte elettrica verificate che l'albero del motore non vibri nella sua sede o che il mantello non abbia evidenti segni di urto o di bruciatura.
Potete anche eliminare la piccola puleggia inserita sull'albero, solitamente bloccata con una chiavetta o con un perno passante. Nel primo caso, potere levarla con colpetti ripetuti inferti con uno scalpello (ma non è facile) o con un estrattore; nel secondo caso, aiutandovi con un'astina d'acciaio del diametro opportuno, battete sul perno passante fino a farlo fuoriuscire e liberare la puleggia.
Sul mantello del motore è presente una morsettiera che può avere cinque o sei morsetti.
Consideriamo, per il momento, il caso più semplice: i sei morsetti e poi il caso più complesso, quello con cinque morsetti.
Tre di questi sono collegati al primo avvolgimento (bassa velocità) e tre al secondo avvolgimento (alta velocità). Per mezzo di un tester posto sulla misurazione di resistenza potete verificare facilmente quali sono i morsetti di una terna e quali quelli dell'altra terna.
Scoprirete, ad esempio, che il morsetto uno è collegato elettricamente al due ed al tre mentre il morsetto quattro è collegato al cinque e al sei.
Dedicatevi a una terna effettuando, per mezzo di un cavo dotato di spina e alcuni spezzoni di filo, il seguente collegamento: un conduttore proveniente dalla spina va direttamente al morsetto uno, l'altro va a uno dei morsetti del condensatore. Dai due morsetti del condensatore partono altri due cavi che vanno ai morsetti due e tre del motore.
Fatti i collegamenti eseguite una prima prova: inserite per un istante la presa nella spina, e osservate quello che avviene.
Nel caso più favorevole il motore si mette regolarmente a girare e allora la prova è già conclusa positivamente, oppure, non succede assolutamente nulla o ancora il motore ronza e non ruota. Nel secondo e terzo caso, dopo aver scollegato la spina dalla presa e scaricato il condensatore, invertite i collegamenti ai morsetti uno e tre del motore.
Reinserite la spina e il motore certamente si metterà in funzione.
La medesima procedura la potete eseguire sulla seconda terna, che interessa l'avvolgimento con altra velocità di rotazione.
Quando avete controllato che il motore funziona regolarmente in entrambe le velocità provate anche l'inversione del moto che ottenete semplicemente invertendo (ai morsetti del motore) i cavi che provengono dal condensatore di spunto.
Naturalmente, tutte queste prove devono avvenire in situazione di totale sicurezza: eseguite i collegamenti sempre e solo con la spina scollegata e, se non avete l'interruttore differenziale (salvavita) centralizzato, acquistatene uno di tipo portatile da inserire nella presa che utilizzate per queste prove.
Se la morsettiera ha cinque morsetti c'è una certa complicazione in quanto uno di essi è in comune alle due terne: bisogna scoprire, per mezzo del tester ed eseguendo alcune prove, come quelle descritte precedentemente, qual è questo morsetto e quali sono le terne giuste.
Poi, per il funzionamento valgono gli stessi collegamenti indicati per i 6 morsetti.
Quando sono chiari i collegamenti elettrici è possibile procedere al riutilizzo del motore.
Tra le macchine che più frequentemente vengono realizzate vi sono: le seghe circolari, le toupie, le levigatrici a nastro e piccoli torni. Molto spesso le macchine stesse (o parti di esse) possono essere recuperate e riadattate col nuovo motore recuperato dalla lavatrice.
In ogni caso, qualunque sia il riutilizzo che intendete farne (non ultimo quello del reimpiego in un'altra lavatrice) dovete rispettare scrupolosamente le norme di sicurezza in fatto di collegamenti: capi corda ben fissi e protetti da guaine isolanti, protezione della morsettiera, efficace collegamento di terra, protezione del motore dal contatto diretto con materiale diverso, interruttori di sicurezza di tipo adeguato ecc.
A questo proposito è certamente conveniente far esaminare il vostro riadattamento a una persona competente.
Lo stesso vale per la macchina utensile o altra apparecchiatura in sé: tutte le sicurezze devono essere rispettate: carter, cuffie di protezione, e altri tipi di protezione devono essere regolarmente montati e operanti.
Per effettuare il cambio di velocità o l'inversione della rotazione non è conveniente scollegare di volta in volta i collegamenti al motore: è senz'altro più indicato servirsi di opportuni sistemi di deviazione e di inversione in modo da ottenere tali cambi semplicemente azionando delle manopole.
Tenete anche presente che la lavatrice è una miniera di diversi componenti utili: dalla pompa (per travasi e irrorazioni) al cestello (per recuperare pezzi di ottimo inox), dal timer (per circuiti elettronici) alle elettrovalvole, alla vasca in acciaio, alle molle ecc.
Tutti questi componenti possono trovare un utile impiego in diverse autocostruzioni e riadattamenti.
Si tratta di un componente elettrico in grado di accumulare cariche elettriche e cederle in un secondo tempo.
Molti motori elettrici sono dotati di un condensatore che serve per consentirne il moto.
Il condensatore non deve mai essere asportato dai motori se non in fase di smontaggio e recupero e se viene staccato deve essere poi ricollegato correttamente.
Bisogna fare attenzione a maneggiare un condensatore di alta capacità in quanto può rilasciare ai morsetti una scarica elettrica.
Nei piccoli motori monofase, il condensatore serve a sfasare la corrente di uno dei due avvolgimenti rispetto all'altra, per ottenere un campo magnetico rotante all'avviamento.
Infatti, un sistema monofase può solo generare una coppia di campi magnetici uguali e rotanti in direzioni opposte, quindi, non può generare coppia motrice allo spunto.
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