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Durante l’estate, i condizionatori d’aria sono tra gli elettrodomestici più utilizzati nelle abitazioni, negli uffici e nei locali commerciali.
Oltre a rinfrescare gli ambienti, questi dispositivi producono una notevole quantità di acqua di condensa, spesso scaricata inutilmente nello scarico o all’esterno.
Secchio d'acqua di condensa - Getty Images
Ma cosa rappresenta realmente quest’acqua?
È possibile riutilizzarla?
E a quali condizioni?
L’acqua di condensa dei climatizzatori deriva dalla deumidificazione dell’aria: si tratta, quindi, di acqua praticamente distillata, priva di sali minerali ma potenzialmente contaminata da batteri, muffe o residui metallici interni all’impianto.
Nonostante ciò, se ben gestita, può rivelarsi una risorsa preziosa per molteplici usi domestici non alimentari, contribuendo concretamente al risparmio idrico.
In questo articolo esploriamo come sfruttarla al meglio, quali limiti normativi esistono e quali buone pratiche adottare per farlo in sicurezza.
Ogni condizionatore è dotato di una vaschetta di raccolta per l’acqua prodotta dallo scambio termico.
Nei sistemi split, è collegata a un tubicino per lo scarico. Installare un contenitore pulito sotto il punto di uscita, oppure predisporre un sistema con piccola cisterna, consente di raccogliere diversi litri al giorno, soprattutto in estate o in ambienti umidi.
L’acqua prodotta:
Nonostante questi limiti, il riutilizzo è possibile per molte funzioni domestiche non critiche.
Ecco i principali modi in cui l’acqua di condensa può essere impiegata, evitando sprechi e riducendo il consumo di acqua potabile.
Seguendo queste indicazioni, si potranno infatti ridurre gli sprechi e migliorare l'utilità dell'acqua riciclata.
Ferro da stiro: un utilizzo sicuro - Getty Images
Qui di seguito, tutti gli aspetti da considerare:
Tutti gli utilizzi riportati nel corso delle righe precedenti, possono ridurre gli sprechi e contribuire ad unire l'utile al dilettevole.
Nonostante i numerosi impieghi utili, ci sono contesti in cui è vietato o sconsigliato usare l’acqua dei condizionatori. Infatti, benché l'acqua di condensa sia riciclabile, l'utilizzo non è sempre raccomandato.
Acqua potabile, da non confondere con quella di condensa - Getty Images
Ecco quando è vietato o sconsigliato il suo impiego:
L'ultimo aspetto è probabilmente uno dei più importanti in assoluto.
Ignorando il riferimento delle ordinanze imposte dal proprio Comune di appartenenza, si potrà incorrere in multe e sanzioni.
In Italia non esiste ancora una normativa nazionale specifica sull’uso dell’acqua di condensa dei climatizzatori.
Tuttavia, il suo utilizzo si intreccia con diverse disposizioni tecniche e ambientali:
Tutte queste normative dovranno essere osservate con la massima attenzione, se si vorranno evitare sanzioni e problematiche varie.
Una volta appurata l'utilità del riciclo dell'acqua di condensa, si può finalmente passare alle best practices da seguire per un utilizzo sicuro e responsabile.
Dalla pulizia periodica passando per la scongiura del pericolo di utilizzo accidentale.
Condizionatore per acqua di condensa - Getty Images
Ecco tutti i consigli da seguire:
Seguendo tutti questi utili consigli, o anche solo la maggior parte di essi, la propria operazione di riciclo sarà molto più efficace.
In alcune città ad alta sensibilità ambientale, come Austin (Texas, USA), sono state introdotte politiche di incentivazione all’uso delle acque grigie e di condensa per irrigare spazi pubblici, raffreddare torri o lavare pavimentazioni.
In Italia, alcune aziende vinicole e agriturismi in zone aride stanno sperimentando sistemi di raccolta dell’acqua di condensa per irrigazioni a goccia o per usi tecnici (lavaggio bottiglie, pulizia ambienti).
Sistema di raccolta acqua di condensa - Getty Images
La chiave del successo è sempre la sicurezza igienico-sanitaria e la tracciabilità dei flussi.
Così facendo, il proprio impianto di climatizzazione si renderà ancora più utile alla causa.
L’acqua di condensa dei condizionatori, sebbene non potabile, è una risorsa utile, pulita e gratuita che può contribuire a ridurre significativamente i consumi idrici domestici, soprattutto in estate.
Per trarne beneficio, bastano pochi accorgimenti tecnici e una buona conoscenza delle normative locali.
Con un corretto sistema di raccolta, un uso attento e consapevole e il rispetto delle disposizioni igieniche e urbanistiche, è possibile trasformare uno scarto in un piccolo gesto di sostenibilità quotidiana.
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