|
È già da un po' di anni che si sente parlare di camini e stufe al bioetanolo (o biocamino), ma molte persone ancora non ne conoscono appieno caratteristiche, vantaggi, svantaggi e funzionalità.
È importante premettere che i camini a bioetanolo, non possono essere minimamente paragonati come funzionalità a quelli classici.
I primi, infatti, avranno soprattutto una funzione d'estetica e di design. Sono però molto utili per chi ama l'atmorfera che un camino crea dentro casa, spendendo molto meno, evitando radicali lavori in muratura per realizzarli.
Il camino è formato da un serbatoio, all'interno del quale c'è una pietra porosa che assorbe il combustibile. Questa creerà anche una barriera tra fiamma e serbatoio evitando che entrino in contatto.
Alcuni modelli sono dotati di presa elettrica per l'accensione. Quindi, per evitare sorprese in fase di montaggio controllare bene quello più adatto all'ambiente in cui verrà sistemato.
I modelli sono moltissimi, in certi casi veri e propri gioielli di design.
Dai piccoli caminetti a bioetanolo da tavola, a quelli molto grandi e adatti proprio per riscaldare gli ambienti.
Il suo funzionamento è estremamente semplice, basterà versare il combustibile nel serbatoio e accenderlo, o manualmente tramite accendigas, oppure tramite un pulsante, a seconda dei modelli.
I prezzi, infine, variano da qualche decina di euro per quelli da tavolo, fino a centinaia di euro per i modelli più grandi.
Il bioetanolo è un combustibile (alcool) naturale derivato dalla fermentazione delle biomasse, ottenuto da piante come barbabietole, mais e canne da zucchero. Ultimamente si è iniziato a produrre etanolo anche dalla fermentazione della cellulosa.
È facilmente reperibile in supermercati o negozi specializzati.
Un vantaggio del bioetanolo per stufe e camini è che bruciando non emette praticamente sostanze nocive ma solamente CO2.
Viene venduto in taniche a partire da un litro, con un costo variabile tra i 2 e i 4 euro/l. Potremmo riassumere le caratteristiche del bioetanolo in questo modo:
Il consumo di un camino al bioetanolo è abbastanza difficile da stimare.
Dipende da vari fattori, come la grandezza del camino, della stanza e dal modello.
Approssimativamente, ipotizzando una stanza di 30 mq circa, ci sarà bisogno di accenderlo per circa 3 ore giornaliere.
Le stufe più potenti consumeranno circa 1 litro di combustibile ogni 3 ore, quindi, nel peggiore dei casi, il costo settimanale si aggirerà sui 30 euro (per un solo ambiente però).
In linea di massima i caminetti a bioetanolo sono l'ideale per riscaldare stanze che vanno dai 20 ai 30 mq. Per ambienti più ampi, invece, sono decisamente sconsigliati e sul perché, basterà continuare a leggere.
Per capire quanto consuma un caminetto a bioetanolo non c'è nulla di meglio di un esempio pratico.
Il potere calorifico del bioetanolo è di circa 5000 kCal/litro e quello del pellet (per fare un altro esempio ecosostenibile) circa 4500 kCal/kg. Quest'ultimo però costa 0,25 €/kg, contro i 2 €/litro del bioetanolo.
Per scaldare in inverno un appartamento di 100 mq servono circa 12 milioni di kCal, quindi circa 2400 litri circa di bioetanolo, con pressappoco 4.800 euro di spesa, o 2700 chili di pellet, a un costo di circa 700 euro.
Viene da se che per riscaldare un intero appartamento questa scelta è sarà pure ecosostenibile ma di sicuro, non sostenibile economicamente!
Il primo è già stato detto. A fronte di una funzionalità differente, ci sarà un gran risparmio per l'installazione.
Non servirà inoltre progettare uno spazio per lo stoccaggio della legna che certo poco spazio non occupa.
Proprio perché non necessita di opere murarie il camino a bioetanolo non è soggetto a legislazione, con un risparmio ulteriore di tempo e soldi.
Come detto, bruciando, il bioetanolo produrrà solamente CO2, quindi l'unica accortezza sarà quella di arieggiare la stanza di tanto in tanto.
Il prezzo di un camino al bioetanolo non è per nulla eccessivo, soprattutto se paragonato ai camini classici.
Stufe a bioetanolo e camini hanno un impatto ambientale nullo il che è un notevole toccasana per l'ambiente. Non presenta, inoltre, tutti i possibili pericoli di incendio di un camino tradizionale causati da possibili braci e scintille.
Ultimi, ma non per importanza, non ha bisogno di una canna fumaria e non produce cenere, rendendo estremamente facile manutenzione e pulizia.
Il bioetanolo non ha la stessa forza di riscaldamento di altri combustibili come la legna, quindi impiegherà molto più tempo per riscaldare un ambiente.
I modelli più piccoli serviranno solamente come oggetti di arrendo.
Quelli di medie dimensioni invece riscalderanno al pari di una stufetta elettrica.
Per considerare questo sistema un vero e proprio metodo di riscaldamento, bisognerà installare un modello di grandi dimensioni che occuperà molto spazio nella stanza.
È anche impensabile riscaldare un intero appartamento con un tipo di riscaldamento simile per via dei costi sopra citati. L'ideale sarebbe di installarlo in una sala da pranzo o in una camera da letto, per donare tanto calore quanto bellezza.
Il suffisso bio non deve far cadere nell'inganno che queste stufe siano totalmente innocue.
La mancanza di canna fumaria, infatti, farà inevitabilmente abbassare il livello di ossigeno nella stanza che andrà gioco forza, arieggiata ogni tanto.
Viene da chiedersi allora a cosa serva un impianto di riscaldamento che costringe ad aprire le finestre, raffreddando così l'ambiente.
In realtà questa è una pratica consigliata anche con i normali camini.
Questi sistemi infatti al giorno d'oggi sono quasi più uno status symbol che un sistema funzionale: vieni da me a scaldarti davanti ad un bel fuoco suona indubbiamente meglio rispetto a un beviamoci un buon rum davanti al mio termosifone in ghisa!
Meglio quindi non abusare dei camini a bioetanolo, seguendo sempre la buona norma di arieggiare le stanze se si vogliono evitare fastidiosi mal di testa provocati dall'anidride carbonica prodotto dalla combustione.
Sulla bellezza degli oggetti in sè, invece, nulla da dire: basti vedere le foto per rendersi conto di come potrebbe migliorare l'ambiente ospitante.
|
||