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Le strutture in calcestruzzo richiedono regolarmente interventi di manutenzione poiché sono soggette al deterioramento nel tempo. Le ragioni sono diverse e tutte possono incidere sulla durabilità e l'efficacia delle strutture.
Il degrado è un processo graduale che richiede azioni di riparazione per ripristinare le parti danneggiate, eliminare le crepe e preservare le strutture sottostanti dall'azione corrosiva di agenti esterni.
Ciò su cui si soffermerà l’articolo sarà l’esecuzione della diagnosi e il restauro vero e proprio delle opere considerando le classi di esposizione e le metodologie applicative.
Attraverso una diagnosi accurata delle problematiche, infatti, è possibile individuare i metodi e le tecnologie più adatte per il ripristino.
Nel percorso verso la scelta ottimale per il recupero di una struttura degradata, un passaggio cruciale è rappresentato dalla diagnosi.
Durante questa fase, si procede alla raccolta di dati ottenuti tramite varie metodologie di indagine, sia in sito che in laboratorio, di norma non invasive, integrate da informazioni contestuali quali il contesto ambientale e strutturale.
Questo approccio permette di identificare le cause del deterioramento della struttura nel suo complesso e dei materiali specifici.
Oltre a individuare la natura del problema, un altro aspetto rilevante della diagnosi è determinare lo spessore del calcestruzzo compromesso che necessita di rimozione, tenendo in considerazione la profondità di penetrazione dell'agente aggressivo.
Per il ripristino delle opere in calcestruzzo degradate bisogna valutare la classe di esposizione e le metodologie applicative.
Nella progettazione di opere in calcestruzzo armato, è essenziale considerare la classe di esposizione che indica la categoria ambientale in cui l'opera sarà collocata per selezionare il calcestruzzo più adatto a resistere alle condizioni ambientali.
Lo stesso principio si applica nel processo di restauro: basandosi sulla diagnosi del deterioramento, è fondamentale considerare la classe di esposizione per assicurarsi che, dopo il restauro, l'opera non sia nuovamente esposta allo stesso tipo di degrado.
Secondo la normativa, ci sono cinque diverse classi di esposizione, ognuna caratterizzata da un codice alfanumerico preceduto da X e seguito da una lettera che indica il tipo di aggressione (C, S, D, F, A) e un numero che indica l'intensità dell'aggressione.
È ovvio che il materiale scelto per il restauro dovrà essere in grado di resistere al tipo specifico di aggressione a cui la struttura originale risulta esposta.
Quando si tratta di applicare la malta per il restauro, i requisiti variano in base allo spessore da ripristinare e alla densità sia dei ferri di armatura originali che di quelli aggiuntivi. Indipendentemente dalla tecnica di applicazione scelta, bisogna preparare in maniera adeguata il substrato.
Questo processo include:
Le due principali tecnologie di applicazione sono lo spruzzo/cazzuola e il colaggio.
Per spessori ridotti, inferiori a 5 cm, si usa la tecnica dello spruzzo con una macchina intonacatrice.
Per spessori maggiori, viene presa in considerazione la tecnica di colaggio.
Una possibile soluzione per ripristinare il calcestruzzo degradato è EcoRepair di Ecomix Srl.
Si elimina inizialmente tutto il calcestruzzo danneggiato; è fondamentale eseguire una pulizia accurata sia della superficie di supporto che dei ferri d'armatura arrugginiti mediante l'utilizzo di dispositivi meccanici come idrosabbiatrici o spazzole, fino a rimuovere completamente l'ossido presente sui ferri.
Se i ferri d'armatura sono stati notevolmente danneggiati dalla corrosione è indispensabile integrarli con ferri supplementari.
EcoRepair di Ecomix
Successivamente, si procede con l'applicazione a pennello di una malta anticorrosiva passivante ECOMIX FE, e una volta che questa malta si sarà completamente indurita, si inumidisce la zona da ripristinare per favorire l'adesione di ECOREPAIR RP, prestando attenzione a eliminare accumuli d'acqua prima di iniziare i lavori.
GALILEO PASSIVANTE di Fornaci Calce Grigolin è un sistema anticorrosivo bicomponente progettato per proteggere le barre di armatura del calcestruzzo.
Questo rivestimento è particolarmente consigliato in interventi di recupero del calcestruzzo armato dove non si possono ottenere spessori di copertura sufficienti con la malta da restauro.
Galileo passivante di Grigolin
Il prodotto è disponibile in contenitori che separano i due componenti, polvere e liquido.
È importante conservarlo in un luogo fresco, asciutto e non ventilato, mantenendo intatto l'imballaggio e utilizzandolo entro la data di scadenza indicata.
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