|
Inutile dire che per ridare vita a mobili antichi ci vorrà molta attenzione per non rovinarli e per donargli nuova lucentezza. Esistono vari metodi ma i due principali sono la lucidatura a gommalacca, più complessa e quella con cera d'api.
Nel primo caso, come vedremo, si tratta di un vero e proprio intervento di restauro mentre nel secondo più che altro di un semplice intervento di manutenzione.
La gommalacca è la secrezione di un insetto appartenente alla famiglia delle cocciniglie ed è classificata come resina organica. A tutti gli effetti per via della sua composizione chimica particolare viene considerata una plastica naturale.
Questa sostanza è usata per il trattamento e per il restauro dei mobili di legno e nella produzione di speciali vernici ma non solo, è anche impiegata nell'industria alimentare e nella produzione di lacca per capelli.
Per quel che riguarda la lucidatura di mobili di legno, essa dona delle morbide tonalità dorate una volta applicata e ne esistono di tutte le qualità, che esalteranno le venature del mobile antico trattato.
La gommalacca si può acquistare già diluita in negozi di ferramenta, di restauro o anche su Amazon oppure può essere preparata partendo da quella in scaglie.
Esistono varie soluzioni di gommalacca in base alla concentrazione desiderata. Quella al 20 % serve per esempio, a turare eventuali pori nel legno. Dalla prima ottenuta, detta soluzione madre si potranno ricavare poi tutte le altre soluzioni diluendole sempre di più.
Ecco quel che ci serve per quest'operazione:
Pesare 100 gr di gommalacca e mezzo litro di alcool. In questo modo si otterrà una diluizione al 20%.
Pestare leggermente la gommalacca nel mortaio e trasferire a questo punto le scaglie all'interno del recipiente con l'alcool e mescolare. Il processo di diluizione è abbastanza lungo, circa 24 ore.
Durante questo tempo la soluzione andrà mescolata più volte. Una volta che i due elementi saranno bel amalgamati chiudere il recipiente e metterlo in un luogo caldo, accanto ad un termosifone o esposto ai raggi del sole andrà benissimo.
La gommalacca non scade anzi, più è vecchia più offre ottime performance.
Le preparazioni di gommalacca industriale hanno il grande vantaggio di essere pronte all'uso ma sono meno adattabili perché non diluibili con precisione.
Con il processo appena descritto invece si potrà diluire a piacimento a seconda dell'uso. Per eliminare eventuali grumi o materiale poco disciolto è consigliabile un filtraggio utilizzando una semplice calza di nylon.
Il telo deve essere bianco, di buona qualità in lino o misto lino/cotone.
Evitare il cotone puro perché a lungo andare tende a perdere dei peli rischiando di rovinare il lavoro sul mobile. Inserire quindi della lana nel telo di lino e chiuderlo con uno spago.Ecco pronto il tampone per lucidare.
Quando si andrà ad utilizzarlo ricordarsi di indossare i guanti per evitare di macchiarsi le mani.
Per poter riutilizzare il tampone, inserire in un barattolo un coperchio di un altro barattolo più piccolo in modo che il tampone non tocchi il fondo.
Mettere un paio di centimetri di alcool e inserire il tampone usato chiudendo poi ermeticamente il tutto. L'alcool in questo modo non potrà evaporare mantenendo umido il tampone.
Questa operazione va fatta in previsione di usi ripetuti.
La prima cosa da fare importantissima è quella di preparare il fondo prima della lucidatura vera e propria. Il vecchio mobile dovrà prima essere sverniciato con uno prodotto apposito senza cloruro di metilene e mai utilizzare una carta vetrata troppo aggressiva, a grana 400 sarà perfetta. Togliere a questo punto con della lana d'acciaio grossa i residui.
Fasi della verniciatura:
Questa operazione non sempre necessaria, ha lo scopo di far risaltare le venature del legno. Si ottiene utilizzando olio di vasellina imbevuto in un piccolo tampone, passandolo seguendo le suddette venature.
Detto anche pomiciatura, serve a riempire eventuali pori sulla superficie.
Si dovrà utilizzare una pomice finissima a quattro zeri. Spolverare appena la superficie del mobile di legno con la polvere e stenderla delicatamente con un tampone asciutto.
Bagnare in seguito il tampone con poco alcool aggiungendo gradualmente sempre più gommalacca e aumentando pian piano la pressione. L'amalgama formata si depositerà nei pori chiudendoli. Una volta asciutta passare la lana d'acciaio finissima per levigare la superficie.
Quando avremo finito di riempire le porosità invece si effettuerà la sgrossatura, con gommalacca diluita al 10 % passandola prima seguendo la direzione delle venature.
Finita la stesura della vernice si passa alla sua lavorazione, non più con movimenti paralleli ma formando cerchi e "disegnando" otto e curve sulla superficie. Nella foto qui sotto di notano gli aloni circolari creati da questi movimenti.
Dopo circa due mani di sgrossatura di inizia la lavorazione con altre due mani di gommalacca diluita al 7 % circa e successivamente con una soluzione al 5 per cento. In questo caso la maggior presenza di alcool ammorbidirà gli strati di gommalacca dati in precedenza.
Anche in questa fase effettuare cerchi e curve e mai in movimenti paralleli.
Infine la lucidatura. Quando si raggiunge il grado li lucentezza desiderato passare un tampone asciutto su tutta la superficie trattata imbevuto al centro con qualche goccia di alcool. Continuare fino a quando il tampone non sarà asciutto.
In ogni caso è bene sottolineare che ogni artigiano utilizzerà un metodo leggermente differente anche a seconda delle regioni geografiche. Qual è il migliore? Non si sa bene ma è certo che, interpellando i professionisti del settore risponderanno: "ovviamente il mio".
Come si evince dal video qui sopra in questo caso verranno utilizzati metodi un pochino più professionali di quelli che si potranno fare in casa ma in linea di massima il procedimento rimane sempre il medesimo.
Questo materiale è una cera naturale prodotto come si noterà dal nome, dalle api. In ambiti di restauro è utilizzata sciolta in essenza di trementina, per la lucidatura dei mobili antichi e non.
È ottima per il mantenimento dei mobili in patina e rustici. Oltre a questa funzione ha la caratteristica di nutrire il legno senza macchiarlo.
Solitamente la cera d'api è disponibile in commercio sotto forma di panetto grezzo.
Ecco i passaggi per diluirla senza errori o pericoli.
Come scritto, per utilizzarla bisognerà usare essenza di trementina e qui la prima raccomandazione.
Questa infatti è un composto estremamente infiammabile, quindi prendere le dovute accortezze del caso. Per ottenere un prodotto idoneo all'utilizzo bisognerà miscelare 250 grammi di cera d'api con 25 grammi di cera Carnauba sciolte a caldo. Infine aggiungere un litro di essenza di trementina.
La cera di Carnaub,a composta da piccole scaglie, è utilizzata per la sua lucentezza e resistenza e aiuterà ad amalgamare al meglio gli ingredienti.
Una volta mescolati tutti gli ingredienti procedere scaldandoli a bagnomaria, proteggendosi contro eventuali schizzi. A questo punto versare il composto in barattoli e prima di utilizzarlo, attendere che si raffreddi.
Le dosi sopra riportate sono puramente indicative perché a seconda del tipo di legno bisognerà utilizzare prodotti più o meno concentrati.
Ad esempio per legni morbidi e più porosi come betulla, acero e pioppo bisognerà utilizzare cera meno diluita. Fare inoltre attenzione perché ogni cera ha un tipo differente di colorazione, quindi assicurarsi che questa si adatti al tipo di legno che si dovrà trattare.
Anche in questo caso sarà comunque possibile acquistare la cera d'api in pasta, pronta all'uso.
Quest'operazione è molto più semplice della lucidatura con gommalacca ma da ugualmente ottimi risultati anche se nel primo caso si tratta più di un lavoro di restauro che di semplice manutenzione.
Per la lucidatura a cera basterà un panno, possibilmente a trama molto fine non di lana, un paio di guanti, la cera e tanto olio di gomito.
Mettere una noce di prodotto sul panno ed iniziare a passarla con movimenti omogenei sulla superficie del mobile da lucidare, stendendo bene tutta la pasta. Dopo circa un minuto usare un panno pulito per tirare la cera con movimenti energici e circolari, questo renderà la superficie perfettamente liscia, lucida e bella a vedersi.
Continuare fino a quando non si sentirà che lo straccio non opporrà più praticamente resistenza. L'ideale per un risultato perfetto è dare una seconda mano a 24 ore dalla prima.
|
||