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Bottiglie in PET da destinare a contenitori gia' stracolmi per la raccolta differenziata della plastica e sistemi di illuminazione d'avanguardia, altamente creativi ed eco - friendly, possono andare di pari passo, e ora vi spiego come.
Sempre alla ricerca di lampade che valorizzino ambienti ristrutturati o nuovi allestimenti, ho pensato di coniugare questo aspetto con il desiderio di far valere l'interesse per l'ecologia di alcuni miei committenti e mi sono imbattuta in un assortimento di design indipendente da far invidia alle aziende più affermate e tradizionali del settore, unite a dichiarazioni d'intento ed espressioni ideologiche dai contenuti forti e senza sbavature o concessioni modaiole.
Ho trovato poetiche e allo stesso tempo estremamente realistiche le affermazioni della ecodesigner inglese Michelle Brand che, riferendosi alla sua attività di progettazione e realizzazione di complementi di arredo in bottiglie riciclate, sulla homepage del suo sito internet dichiara: I have designed an aesthetic and decorative fabric from which most people in the western world would perceive to be waste/rubbish. I love seeing design opportunities where most people only see problems.
Le parole chiave qui sono di certo aesthetic, waste e opportunities che, combinate in modo inedito ci insegnano la strada per trasformare un oggetto tradizionalmente considerato spazzatura, non appena esaurito il suo compito di contenitore, in qualcosa di nuovo e inaspettato, dotato di un valore estetico insolito e intrigante.
Premesso che sarebbe di gran lunga preferibile bere l'acqua del rubinetto piuttosto che quella in bottiglia (anche se le bollicine, soprattutto d'estate, hanno di certo un loro perché), sono rimasta affascinata dall'apprendere quanto contenuto di pensiero e tecnologia c'è dietro una semplice bottiglia in PET, che davvero semplice proprio non è. Calcoli strutturali sulla resistenza per forma, considerazioni ergonomiche, calibrazione dei formati, studio dei materiali: sono tutti aspetti che a me come a molti, credo, sfuggono completamente al primo e anche ai successivi sorsi dissetanti. La Brand e con lei molti altri hanno saputo cogliere tutto questo e, lungi dall'isolarlo come un difetto e un'eccessiva specializzazione produttiva, lo hanno studiato, esasperato, frantumato, sezionato fino a trasformarlo e a piegarlo a nuove esigenze della contemporaneità.
Qualche esempio non guasta per evitare di rimanere troppo astratti, portandoci dritti dritti nel cuore del design dei sistemi di illuminazione per interni, suggeriti dalla trasparenza, versatilità e resistenza del materiale.
Dalle cascate di fiori di Michelle Brand forgiate in scenografiche sospensioni di gusto barocco a partire dalla parte più umile, il classico fondo di bottiglia, si passa alle sue catenelle di LED da utilizzare a scopo decorativo e agli ammassi sapientemente modellati del lighting designer Stuart Haygarth, per continuare con le semplici e geniali sfere di Satorilab.
La sfera rimane protagonista di molte diverse creazioni e assume di volta in volta aspetti diversi a seconda della parte di bottiglia utilizzata: 63 elementi interi per la Inka Cola Lamp della peruviana Kareen Nishimura, solo i tappi o il collo per le lampade da appoggio di Lucy Norman.
Ammirevole poi la ricerca di Johanna Keimeyer che sfilaccia la plastica in modo apparanetemente casuale e disordinato, ottenendo composizioni di forte impatto e apparente leggerezza, declinate nei colori più vari che fanno immaginare soffici nuvole azzurre o il rosso guizzante delle fiamme.
Tutta italiana la sperimentazione a trecentosessanta gradi del creativo toscano Paolo Ulian che impila sezioni orizzontali di bottiglie su una struttura in acciaio cromato a formare piantane variamente colorate.
Il Museo del Riciclo accoglie invece la lampada Snodiglia dell'artista Silvia Bragagnolo, un riuso nel riuso; in 35 cm di altezza raccoglie invece gli scarti della produzione di un'altra lampada, la Girini, sempre realizzata con bottiglie in PET, opache al contrario di tutti gli altri esempi qui riportati; equilibrio apparentemente precario e apertura terminale a corolla la rendono un oggetto diveretente e giovane, adatto anche alla camera dei bambini.
Per altre immagini e informazioni consultate i siti:
satorilab.blogspot.com
www.stuarthaygarth.com
www.luladot.com
www.museodelriciclo.it
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