Retrofitting e risparmio energetico

Alcune strategie progettuali per riqualificare un edificio, migliorarne le prestazioni ed adeguarlo alle normative vigenti in materia di risparmio energetico.
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Il retrofitting, o riqualificazione energetica, è quell'insieme di operazioni volte al miglioramento delle prestazioni di un edificio sotto il profilo dell'impatto ambientale.


Lo scopo finale è avere una struttura che, contemporaneamente, funzioni bene al suo interno e non produca, o almeno riduca, le emissioni nell'ambiente.


Negli ultimi anni frequenti sono gli edifici interessati dall'efficientazione dal punto di vista energetico, soprattutto nell'ambito dell'archeologia industriale, ossia per edifici prima destinati ad ospitare attività produttive, rimesse, vecchi arsenali, ed ora interessate da destinazioni d'uso diverse: abitazioni, uffici, musei, scuole, etc.


È infatti impellente la necessità di adeguarsi alle direttive che la Comunità Europea impone per il contenimento dei consumi energetici.

Basti pensare che il 33% delle emissioni di CO2 nell'ambiente provengono dal settore edilizio.


Ed in quest'ottica si sente viva la necessità di limitare la realizzazione di nuovi edifici, puntando quindi a risolvere due problemi: evitare la creazione di nuove strutture che contribuiscano all'inquinamento ed efficientare quelle già esistenti contenendo gli sprechi, ed incrementandone il loro valore nel mercato immobiliare.

Proprio per questo motivo, considerando l'alto numero di edifici storici presenti o di quelli caratterizzati da stati di abbandono e degrado, nel nostro paese tale fenomeno potrebbe avere un'ampia diffusione.

Potrebbe essere un'occasione per integrare l'antico con il contemporaneo, con molta attenzione al futuro.


Diversi sono gli accorgimenti da adottare per raggiungere l'obiettivo finale: lo sfruttamento delle energie rinnovabili, l'applicazione di materiali e tecniche volte ad isolare l'edificio e quindi il miglioramento del comfort termoigrometrico.
Tutte soluzioni derivanti da attenti studi svolti nei centri di ricerca delle università o delle aziende, sulla diffusione del calore, sull'ambiente e le risorse in esso intrinseche.


I provvedimenti devono essere messi a sistema con analisi preliminari relative al sito sul quale sorge l'edificio, con lo studio del tessuto urbano circostante, delle preesistenze naturali e architettoniche, nonché degli aspetti climatici che sull'edificio influiscono, e, procedendo oltre, con un'analisi delle caratteristiche intrinseche dell'edificio, relative al suo stato di obsolescenza dal punto di vista termico, elettrico, idrico, acustico, etc.

A livello pratico tali soluzioni si concretizzano nell'applicazione di diverse strategie.

La prima riguarda sicuramente la struttura perimetrale che definisce l'edificio: si può amplificare il livello di isolamento di una struttura muraria in mattoni, in cemento armato, in legno, o mista, applicandovi degli isolanti o all'interno o meglio all'esterno, con un tipo di isolamento definito a cappotto, proprio perché protegge l'edificio e limita la presenza di ponti termici, causa della formazione di condensa.


È possibile, inoltre, amplificare il comfort con la sostituzione della vecchia copertura con l'adozione di un tetto ventilato o di un tetto giardino nel quale è possibile provvedere al recupero dell'acqua piovana, utile per i servizi igienici o per irrigare le aree verdi eventualmente presenti.


La sostituzione dei vecchi serramenti con l'applicazione di nuovi, magari a giunto aperto o a taglio termico, o l'applicazione dei doppi infissi, è fondamentale nell'ottica del risparmio energetico.

In questo modo tutto il calore prodotto dall'edificio rimane al suo interno senza dannose dissipazioni.


Unitamente all'ammodernamento degli impianti, da quello elettrico a quello idraulico, a quello di climatizzazione, anche l'uso di lampadine a risparmio energetico o led, e di sistemi di rilevazione della qualità dell'aria, contribuisce a rendere l'edificio autosufficiente e non impattante.

L'uso di materiali locali, di originale naturale, la limitazione nell'uso di vernici tossiche rende il progetto, dal punto di vista stilistico, più in sintonia con il luogo nel quale è sito e rispettoso degli ecosistemi: in questo modo infatti si evitano spese e inquinamento derivanti dal trasporto dei prodotti, che avviene, spesso, con il trasporto su gomma.


L'utilizzo di fonti rinnovabili appare scontato: sfruttare il sole per la produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici o di acqua calda con il solare termico, il vento con l'installazione, ad esempio, di micropale eoliche, aiuta nell'autosostentamento.

Insomma, si tratta di una serie di azioni che non rientrano nell'ambito della manutenzione ordinaria, che richiedono un certo investimento, ma tale spesa è finalizzata ad un risparmio futuro in termini di consumi.

Per chi voglia cimentarsi in tale pratica, consiglio di dare prima uno sguardo alle normative in vigore nel campo del contenimento energetico.

Sono, infatti, spesso presenti provvedimenti tesi a favorire l'ammodernamento degli edifici, con detrazioni che variano da periodo a periodo e a seconda dell'intervento che si andrà a realizzare.


Nel nostro paese, i primi esperimenti di retrofitting portati a termine con successo, sono presenti in regioni come l'Umbria, la Lombardia, il Lazio, la Toscana, che fanno da capofila per un progetto che dovrebbe espandersi su tutto il territorio.

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