Approvato dal Governo il primo dei decreti previsti in materia di rendimento energetico in edilizia.
Lo scorso 6 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato un Dpr in materia di rendimento energetico in edilizia.
Il provvedimento rappresenta uno dei tre decreti attuativi che dovevano essere emanati a seguito dei D.lgs. 192/2005 e 311/2006 che recepiscono per l' Italia la Direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.
Infatti dal 2005 ad oggi, nonostante l'emanazione di diverse normative regionali in materia di rendimento energetico, mancano ancora delle linee guida nazionali per la redazione del certificato energetico.
Il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola ha annunciato, dopo il termine dei lavori, l'avvio da parte del Governo di un piano di misure che intendono fornire ai consumatori concrete possibilità di risparmio per interventi di sostituzione o installazione di un nuovo impianto termico o di realizzazione dell'isolamento termico del proprio edificio.
Le disposizioni contenute nel regolamento riguardano i criteri generali, le metodologie di calcolo, i requisiti di base, relativi alle prestazioni energetiche degli edifici e le caratteristiche che devono avere gli impianti termici per la climatizzazione invernale e la fornitura di acqua calda per usi sanitari.
Il Ministro ha anche dichiarato che presto sarà portato in Consiglio dei Ministri un intero pacchetto normativo che conterrà non solo le linee guida per la stesura della certificazione energetica, ma anche i requisitivi formativi e di riconoscimento che dovranno caratterizzare i tecnici e gli organismi preposti al rilascio della certificazione.
In base all'iter procedurale, tutti i criteri di calcolo e i requisiti minimi a cui gli edifici in costruzione o da ristrutturare dovranno rispondere per rispettare la normativa in vigore, dovranno essere pubblicati con decreti del Presidente della Repubblica entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del decreto di cui stiamo parlando.
Nel frattempo, come è noto, diverse Regioni italiane hanno già provveduto a legiferare in materia, creando il pericolo di una eventuale confusione tra regolamenti locali e linee guida di carattere nazionale.
Infatti la manovra finanziaria della scorsa estate ha abrogato l'obbligo di allegare l'attestato di qualificazione energetica all'atto di compravendita o al contratto di locazione di un immobile e determinato la conseguente nullità dell'atto in caso di violazione.
Mentre la Liguria si è adeguata alla normativa nazionale, altre regioni, tra cui la Lombardia che ha presentato una specifica Deliberazione in proposito, continuano a mantenere l'obbligo.
Così Confedilizia, l'associazione che rappresenta i proprietari edilizi, ha espresso l'auspicio che ci sia una uniformazione di tutte le Regioni con la normativa nazionale, per evitare che, nel Paese, la materia sia disciplinata da una serie di normative contrastanti, che ingenerino confusione e incertezza giuridica.