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L'italia è disseminata per tutta la sua estensione di interessanti esempi di architetture tradizionali che meritano di essere conservate, non solo come retaggio di un importante patrimonio storico, artistico e paesaggistico ma anche perché, spesso, sono portatrici di sistemi costruttivi che oggi sono riscoperti e rivalutati perché utilizzano materiali naturali e tecniche che tendono ad ottimizzare l'isolamento termico. Si tratta, quindi, di soluzioni realizzate all'insegna dell'ecosostenibilità.
Spesso gli interventi di restauro conservativo di cui necessitano comportano un impegno di risorse che può risultare antieconomico, se valutato in un'ottica di investimento.
La soluzione che si sta diffondendo in molte regioni è quella di ristrutturare questi antichi manufatti, nel rispetto di ogni vincolo, ma di adeguarli funzionalmente a nuove destinazioni d'uso, abitative o più spesso ricettive.
È il caso, ad esempio, dei sassi di Matera, dei dammusi di Pantelleria, dei masi altoatesini e di altre tipologie caratteristiche, utilizzati come bed & breakfast o agriturismo.
Una di queste tipologie è la tipica masseria pugliese.
Il termine masseria indicava non solo il ricovero in pietra, ma anche tutta l'estensione di terre circostanti, che formavano un insediamento rurale dedicato all'attività agricola.
L'origine risale al periodo feudale, ma la diffusione si data ai secoli XV e XVI, in cui il lavoro dell'uomo si spostò appunto dalla pastorizia all'agricoltura, creando la necessità di ricoveri per animali ed attrezzature.
Quindi questa fattoria fortificata comprendeva non solo gli alloggi dei contadini e spesso anche dei proprietari terrieri, ma anche altri corpi di fabbrica, come stalle e depositi.
Lo schema tipologico è caratterizzato da una costruzione che si presenta chiusa verso l'esterno e con tutte le aperture rivolte verso la grande corte interna.
Infatti, una delle esigenze del tempo era la protezione dall'assalto dei briganti per cui, le poche aperture rivolte verso l'esterno, erano sormontate dalle cosiddette caditoie, da cui si facevano precipitare massi ed altri materiali pesanti, per difesa.
Un grande e robusto portone permetteva l'ingresso anche a carri e carrozze.
I piani superiori erano abitati dal padrone e dalla sua famiglia, mentre quelli inferiori erano destinati ai contadini e a deposito di derrate.
Altri locali erano destinati, come detto, a stalle e pollai e a depositi per gli attrezzi.
Di seguito riportiamo due recenti esempi di recuperi, intelligenti e creativi, di antiche masserie.
La Masseria Alchimia è stata trasformata dalla designer di interni Caroline Groszner in una dimora per ospiti, riuscendo così a tramutare un eremo dell'800 in un alloggio di stile contemporaneo, immerso nella cornice incantevole degli ulivi secolari e della macchia mediterranea.
Il progetto ha previsto la suddivisione in 10 unità (studio), tutte diverse tra loro per forma e dimensioni, e tutte aventi un ingresso indipendente e dotate di una terrazza all'aperto, oppure di collegamento diretto al giardino.
Ognuno degli alloggi è stato poi arredato con pezzi cult del design contemporaneo.
Oltre a questo invisibile filo conduttore che lega passato e presente, tra l'utilizzo del design contemporaneo e il recupero dell'antica struttura, si assiste ad un'attenta progettazione condotta secondo i principi dell'ecologia, attraverso la salvaguardia degli alberi esistenti e l'utilizzo dell'energia solare per gli impianti.
La Masseria Cervarolo, così chiamata per la presenza di cervi sulle ultime propaggini della Murgia, fin quando erano presenti vaste zone boschive, sorge a circa 6 km da Ostuni.
È una masseria con trulli e, come molti altri edifici dello stesso genere, ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli, con l'aggiunta e la modifica di vari corpi di fabbrica.
Della masseria faceva parte anche la chiesetta della Vergine Addolorata, caratterizzata dalla presenza di un pregevole altare barocco policromo e da numerosi affreschi.
I lavori di restauro della masseria sono durati 5 anni e sono stati condotti nell'assoluto rispetto della tipologia originaria. Anche i materiali sono stati in larga parte recuperati dall'esistente (chianche, chiancarelle, blocchi di pietra calcarea, etc.).
Sono stati riportati alla luce le volte, i trulli, le corti, i muraglioni, i camini e i pavimenti, di candida pietra, coperti da strati e strati di calce.
Il progetto di recupero ha previsto la realizzazione di 18 camere, distribuite tra il corpo di fabbrica principale e i trulli.
I mobili sono pezzi recuperati e attentamente restaurati o realizzati ex novo, seguendo le antiche tecniche tradizionali. Anche i tessuti e le suppellettili sono realizzati in maniera artigianale.
Anche in questo caso la progettazione è stata molto attenta all'ambiente. Infatti l'energia elettrica utilizzata per tutte le attività è prodotta da un impianto fotovoltaico.
Prodotti e materiali sono stati scelti in maniera da salvaguardare l'ambiente, contenendo l'inquinamento del suolo, dell'acqua e dell'atmosfera.
Masseria Alchimia
Masseria Cervarolo
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