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Durante l'inverno la natura va a riposarsi e attenua di molti toni tutti quei colori che, spumeggianti e vivaci, accompagnano l'inizio, il decorso e la chiusura della bella stagione.
Quando, alla fine dell'autunno, il folto manto di foglie gialle, rosse e marroni che ricopre i marciapiedi delle nostre città, cede all'incalzare delle rastrellate degli spazzini e sparisce in una folata di vento, ecco che gli alberi rimangono spogli e stagliano i loro rami nudi e nodosi, scuri di freddo, contro il cielo invernale; spesso più azzurro, pulito e cristallino di quello estivo denso di afa e umidità.
Questo spettacolo che alcuni giudicano malinconico, perché segno dell'inesorabile avanzata dei mesi più duri dell'anno, è in realtà affascinante.
La natura dichiara le sue forme pure e geometriche che per molti, e non solo di recente, sono l'ispirazione per ricerche e rielaborazioni.
C'è infatti chi studia la perfetta struttura cristallina delle pietre e chi invece - artista, artigiano o designer - prende un ramo o lo trasforma in altro da sé, rimaneggiandolo ma evitando di negarne l'origine e la forma iniziali.
I designer inglesi di WOKmedia, Julie Mathias e Wolfgang Kaeppner, non fanno nient'altro che prendere un ramo, un po' contorto e articolato, dargli una mano di bianco e applicarlo a una parete in punti strategici.
In questo modo ottengono un'installazione che è a metà tra una mensola e un appendiabiti, che sconcerta per la sua elegante e naturale semplicità e che, a onore della sua ispirazione dal remoto Sri Lanka, si chiama Lunuganga.
Questo è infatti il nome della località d'origine di uno dei più noti architetti del posto, Geoffrey Bawa, che dedicò ben 40 anni della sua vita e della sua attività professionale alla trasformazione di una vecchia tenuta abbandonata in una sorta di idillio tropicale, con eleganti giardini all'italiana, cortili, laghetti, passaggi pedonali, padiglioni romantici e incredibili belvedere.
Sono invece appendiabiti nudi e crudi i Coat Hooks di Papi Luc che si trovano in vendita, sul sito di Fancy, a 50 dollari ciascuno.
Non nascondono davvero niente della loro origine naturale e, quasi ancora bagnati di resina, si presentano come semplici spezzoni di ramo, appena tagliati e rifiniti, pronti da essere applicati a una parete del nostro ingresso.
Il loro destabilizzante effetto a comparsa – sembrano traforare la superficie come per magia – è accentuato dalla completa invisibilità degli accessori di fissaggio, celati all'interno del ramo stesso.
Radunati in più esemplari possono dar vita a una foresta incantata a scala domestica che, tra il fiabesco e il rigoroso, non stride neanche con il più sofisticato arredamento contemporaneo di gusto minimalista e metropolitano.
Un passo in più verso la favola, invece, lo compie il brand francese Bleu Nature che, come materia prima per le sue incantevoli creazioni, pesca ciottoli lungo le spiagge e raccoglie rami tra le foreste, assemblandoli poi con semplici strutture in metallo e arricchendoli con decorazioni sobrie ed essenziali che nulla tolgono a un fascino senza tempo rubato a Madre Natura.
Le romantiche e nostalgiche amanti de La Bella Addormentata nel Bosco possono scovare nel catalogo online (che presto – promettono in azienda – sarà corredato dal listino prezzi) tutto il necessario per allestire il proprio regno incantato: dal trono / nido Louise Crusoè, avvolto in un ampio schienale, alla consolle Qrusaaq, degna di ospitare in bella vista scettro e corona, fino allo chandelier Igniq, complemento indispensabile per definire la perfetta luce di scena.
Il bello di tutto ciò che abbiamo visto finora è, senza dubbio, che ciascuno di noi può immaginare di riprodurlo da solo, anche se non è poi così semplice come sembra.
Una manciata di rami, qualche attrezzo e accessorio per tagliarli e legarli tra loro, molta pazienza e il gioco è fatto.
Questo accade perché nel lavoro di WOKmedia, di Papi Luc e di Bleu Nature il legno non subisce lavorazioni tali da snaturarlo e trasformarlo in altro da sé; come nasce dall'albero, così viene mostrato (orgogliosamente) e dolcemente accompagnato ad assolvere ad altri compiti, nuovi e inaspettati.
Quando invece la struttura dell'albero, inviluppo gerarchico di elementi che si avvicina al cielo ramo dopo ramo, è presa a ispirazione per un design che non usa il legno come materia prima, la faccenda si fa più complicata e arrivarci con il fai da te non è per niente una passeggiata.
Il primo esempio che mi viene in mente a questo proposito è la geniale lampada Arbre dei designer Wan - jin Joo e Hyun - Joung Yoo. Le qualità ce l'ha tutte; vediamole una per una.
Innanzitutto è componibile e personalizzabile: ciascun ramo di luce può essere può essere innestato all'altro e determinare una configurazione sempre nuova ed efficiente.
Poi è ecosostenibile: l'illuminazione avviene tramite fonti LED a basso consumo e i rami sono realizzati in plastica riciclata. Infine è bella: agli alberi, infatti, non ruba solo l'essenza geometrica, ma anche l'armonioso rapporto con lo spazio e la capacità di generare, insieme alla luce, un affascinante gioco di ombre e continui richiami.
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