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L'oziorrinco è un insetto appartenente alla famiglia dei coleotteri ed è anche noto nell'ambito agricolturale per il fatto di essere un parassita che si ciba delle foglie.
Spesso magari capita, per chi abbia un orto abbastanza grande, o anche un piccolo giardino, di trovare piante con le foglie mangiate.
Ebbene, potrebbe trattarsi dell'oziorrinco, specie laddove la pianta attaccata sia una di quelle che quest'ultimo predilige.
In queste situazioni, chi non ha una grande esperienza teme che la pianta debba alla fine solamente essere buttata. Ma non è così, le soluzioni per tenere lontano l'oziorrinco esistono, e constano solamente di alcuni accorgimenti.
L'oziorrinco è molto più facilmente reperibile nei periodi di maggio-giugno, e settembre-ottobre. Sono i periodi maggiormente intensi in cui lo si può ritrovare in azione, ragion per cui si faccia bene attenzione ai due bimestri appena citati.
Esempio di foglie mangiate da oziorrinco
A parte una collocazione temporale, l'oziorrinco opera altresì in particolari luoghi, che preferisce. Si pensi alle serre, ai vivai, a orti e giardini particolarmente densi di coltivazioni.
Infatti, per come si sarà dedotto, l'animale preferisce spostarsi in quei luoghi con una vegetazione più folta, con riferimento a determinati tipi di piante.
Vediamo dunque quali sono le piante che esso preferisce attaccare, così da completare il quadro sulla sua linea d'azione.
Per quali piante preoccuparci, in particolare, per l'oziorrinco?
Quest'insetto è molto presente nel clima che si registra generalmente in Italia, per via della generale mitezza che lo contraddistingue.
L'oziorrinco attacca spesso le piante di fragole, per citare un esempio
Vi sono diverse specie di quest'insetto, e la varietà determina anche le colture probabilmente soggette ad attacchi. Parliamo di circa 1.500 specie, disseminate fra Europa, Asia, Africa.
In questa sede, comunque, ci occupiamo delle specie che si trovano in Italia.
In questo modo sapremo bene come comportarci, in relazione al caso concreto.
L'otiorhynchus rugosostriatus predilige le coltivazioni erbacee, gli alberi boschivi, le piante di fragole. Dal colore nero e lunghezza di 7 mm circa, agisce soprattutto di notte e non si lascia vedere di giorno.
La sua caratteristica è inoltre quella di dare prevalenza, nella propria alimentazione, alla radice di ogni foglia, che in questo modo perderà il proprio sostegno e si spezzerà.
Laddove siate coltivatori di piante d'agrumi, o di un uliveto, sappiate che questa è la specie di oziorrinco da cui potreste aspettarvi degli attacchi.
Dalla colorazione bruna e lunghezza di 8 mm circa, l'oziorrinco in questione è alla base di una forte erosione delle foglie d'ulivo (noto altresì come oziorrinco dell'ulivo), ma anche di quelle del limone, dell'arancio, del mandarino, e di tutti gli altri generi d'agrume.
L'erosione delle foglie è di vasta portata, e bisogna trovare assolutamente il modo di tenere il parassita fuori portata rispetto alla pianta, specie se essa sia ancora molto giovane. Diversamente, non si sarà ancora consolidata nella sua formazione, e potrebbe morire a causa dell'anzidetta erosione.
L'oziorrinco della specie sulcatus è solito attaccare l'azalea, il ginepro, l'alloro.
Ha un corpo piuttosto esteso rispetto alle altre specie fin qui trattate, con una lunghezza che arriva ad 1 cm circa.
Sempre la sua corporatura si distingue altresì per il colorito lucente che emana.
La lucentezza è emanata anche dalle ali, anche qui netto il confronto con le altre razze.
Per il resto, anche tale varietà produce un'erosione piuttosto aggressiva delle foglie.
Al riguardo sono da temere perlopiù i soggetti adulti della specie (quelli di dimensioni più ridotte, che non hanno completato il proprio sviluppo, non sono pericolosi).
Tuttavia, anche a proposito degli esemplari adulti, sebbene attacchino decisamente le foglie, ne risparmiano le radici, per cui la pianta non rischia di morire.
L'oziorrinco è piuttosto insidioso, ma vi sono dei rimedi adeguati, come accennato in apertura. Quel che conta, è non lasciarsi coinvolgere dalla fretta di risolvere, giungendo così a una soluzione che potrebbe essere più dannosa che benefica.
Il ricorso a insetticidi è del tutto sconsigliato
Vi sono soluzioni chimiche che sono decisamente sconsigliate, poiché la loro applicazione non risolve definitivamente il problema. Infatti, non si individueranno le tane dell'oziorrinco, e non si potrà optare per una soluzione definitiva.
Inoltre, l'uso di tali prodotti è anche malsano per l'ambiente, specialmente in determinate quantità. Molto meglio dunque fare ricorso a metodi naturali, i quali costituiscono l'ideale altresì nell'agricoltura biologica.
Vi è da fare al riguardo un'importante precisazione, poiché l'utilizzo di prodotti derivanti dalla sintesi chimica nell'agricoltura biologica è dannoso.
Quindi, se tali soluzioni sono generalmente sconsigliate, per il settore biologico sono da mettere del tutto al bando.
Un sistema naturale, a scopo preventivo, è quello di praticare regolarmente concimazione e potatura, specialmente nelle prime fasi di vita della pianta.
Ci riferiamo al periodo in cui la pianta è maggiormente vulnerabile agli attacchi, e proprio in tale fase l'oziorrinco preferisce attaccarla.
L'infuso d'aglio può essere usato per prevenire gli attacchi
Un cura ottimale della pianta farà dunque in modo che la stessa sia protetta.
Inoltre, con la potatura si taglieranno quei rami in sovrapposizione.
Vi è poi la composizione biologica, data dall'infuso d'aglio o dal macerato d'ortica.
L'infuso d'aglio è preparato con l'aggiunta di 1 cl di quassia amara e 1 cl di olio di pino. Il trattamento dovrà essere reiterato per 30 giorni di fila.
Il macerato d'ortica, oltre a essere utilizzato come concime naturale, è in aggiunta un ottimo antiparassitario naturale. In qualità di antiparassitario, dovrà essere spruzzato direttamente sulla pianta, con un erogatore a spruzzo.
Anche l'ortica, opportunamente macerata, può essere utile
Prendiamo mezzo chilo di ortica preventivamente essiccata, e mezzo chilo di ortica fresca. Dopodiché maceriamole e immergiamo il tutto per una dozzina di ore in un recipiente pieno di acqua. Al termine, potremo estrarre la soluzione liquida, filtrandola, e immettiamola nell'erogatore a spruzzo.
Si tratta della ricetta di più facile e diretta preparazione. Infatti, non richiede di essere diluita ed è già della concentrazione ottimale. Spruzziamola sul fogliame della pianta per preservarla. Anche qui applichiamo il trattamento per un mese consecutivo.
Altra soluzione molto efficace sul piano preventivo, per annullare gli attacchi di oziorrinco, è quella classica del telo. Apponiamo un telo plastificato ad uso agricolo ai piedi della pianta, e non a copertura della medesima.
Uno strato di lana di vetro può proteggere le diramazioni della pianta
Col sopraggiungere del buio, possiamo scuotere leggermente la pianta in corrispondenza del fogliame, quel tanto che basta per far cadere i parassiti, se presenti. Dopodiché potranno essere riposti, scrollando il telo, in tutt'altra zona, lontano dalle proprie coltivazioni e da altre piante estremamente deboli.
Un'alternativa interessante è quella della lana di vetro a copertura delle diramazioni, così che l'oziorrinco non possa arrivare al fogliame.
Vi è poi l'alternativa biologica delle coccinelle, che se introdotte faranno in modo che la pianta non venga attaccata dagli oziorrinchi.
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