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Un edificio si deve considerare come un organismo fatto di parti interconnesse che vanno progettate tutte con attenzione, affinché l'intero insieme funzioni nel modo giusto.
A chiudere rispetto all'esterno tale organismo ci sono le pareti e la copertura ed entrambe vanno tenute nella giusta considerazione, per poter proteggere la nostra casa dagli agenti atmosferici.
Progettazione e posa corrette sono alla base, dunque, di un'ottima performance dell'intero pacchetto, in quanto anche solo un piccolo errore in uno di questi due ambiti può determinare infiltrazioni dall'esterno e compromettere la prestazione del sistema costruttivo in termini strutturali ed energetici.
Le problematiche più riscontrate nelle coperture piane sono quelle relative a:
Nella realizzazione dei sistemi di protezione di una copertura ci sono dei punti critici che sono quelli in cui bisogna adattare in modo corretto lo strato impermeabilizzante.
Sto parlando dei cornicioni, degli imbocchi delle pluviali, dei risvolti verticali e dei giunti di dilatazione.
Per i cornicioni è bene realizzare una membrana posata in aderenza in modo da coprire tutto omogeneamente, con risvolti per la sovrapposizione degli strati superiori e all'imbocco dei pluviali discendenti.
Per quanto riguarda poi i raccordi con gli elementi verticali come i parapetti e le canne fumarie, ad esempio, bisogna creare una sede incassata che accolga l'impermeabilizzante risvoltato.
In alternativa si può proteggere il risvolto con una scossalina fatta di lamiera metallica opportunamente sigillata.
Fondamentalmente esistono due tipologie di tetti: le coperture piane e le coperture a falda.
In questo articolo ci occuperemo della copertura tetto piana.
Un'ulteriore suddivisione si può fare poi tra tetto caldo e tetto rovescio, se guardiamo al comportamento energetico.
Infine, in base alla destinazione d'uso di una copertura piana, essa si può dividere in:
Per quanto riguarda il comportamento termico di un tetto, come si è visto possiamo distinguere tra tetto caldo e tetto rovescio.
Nel caso di un tetto caldo lo strato isolante è posto al di sotto dello strato di impermeabilizzazione.
Per evitare danni a questo isolante è necessario che esso venga protetto con una adeguata barriera al vapore.
In questa prima configurazione, poiché è la cosiddetta guaina – strato impermeabile – a stare a contatto con gli agenti atmosferici, è necessario proteggerla, essendo tra l'altro molto sensibile alle escursioni termiche. Vedremo in seguito come farlo.
Il secondo caso è quello del tetto rovescio, in cui lo strato isolante si trova al di sotto di quello impermeabile, quindi perfettamente invertito, per cui in tal caso bisognerà proteggere lo strato isolante dagli agenti atmosferici. In genere viene utilizzato uno strato di tessuto geotessile e poi uno di ghiaia, che attutisce l'effetto dilavamento.
Anche se meno impiegato il sistema del tetto rovescio presenta molti più vantaggi rispetto a quello del tetto caldo. Tali vantaggi sono legati per lo più al fatto che lo strato impermeabile è protetto e dunque:
In base alla destinazione d'uso della copertura, una copertura può essere non praticabile, pedonabile e anche carrabile.
Non c'è grande differenza come pacchetto tra i tre tipi, ma quello pedonabile è un tipo di copertura che richiede una finitura ulteriore mediante pavimentazione.
Questa tipologia viene anche comunemente detta terrazzo.
Per le coperture piane non praticabili è necessaria comunque l'ispezionabilità per poter effettuare le opere di manutenzione ordinaria.
Ecco dunque quali sono gli elementi che costituiscono una copertura a cui prestare attenzione, perchè nel loro insieme garantiscono una adeguata protezione:
Il massetto delle pendenze serve a canalizzare le acque meteoriche verso i punti di scarico. Perché sia efficace la pendenza deve essere compresa in un range che va da 0,5% a 5%.
In genere questo strato viene realizzato con calcestruzzo o materiali leggeri che possono avere spessori variabili, spianati in opera per eliminare le irregolarità.
Le pendenze vanno realizzate in modo che le linee di impluvio convoglino sempre le acque meteoriche verso i bocchettoni di raccolta e che le linee di colmo siano tali da non indirizzare mai l'acqua verso i muri.
Per poter realizzare un massetto a regola d'arte è necessario che vengano studiati bene gli spessori e le pendenze stesse in funzione della posizione esatta degli impluvi.
La barriera al vapore ha la funzione di frenare la eventuale formazione di vapore acqueo durante la stagione invernale, per effetto della risalita dagli ambienti riscaldati sottostanti, bloccato dallo strato impermeabile.
La sua presenza è importante anche durante l'estate, in quanto garantisce che non si formino bolle sullo strato impermeabile.
Per quanto riguarda lo strato isolante esso riduce le dispersioni termiche e scongiura il formarsi della condensa in copertura.
Ci sono vari tipi di isolanti per coperture. Tra questi i sistemi a pannelli per coperture piane di Rockwool , in lana di roccia, progettati per garantire alte performance termiche, acustiche e di resistenza meccanica.
Anche l'impermeabilizzazione può essere realizzata in vari modi. La sua funzione è quella di evitare infiltrazioni.
Esistono tecniche a caldo, a freddo, con membrane bituminose o sintetiche, prodotti sfusi che si adattano ad ogni situazione o in pannelli, a singolo o doppio strato.
Al fine di ridurre il degrado a cui le coperture vanno incontro si possono adottare vari sistemi protettivi.
Innanzitutto, si può ricorrere a strati impermeabilizzanti costituiti da membrane autoprotette, realizzate in modo che la superficie sia ricoperta di scaglie di materiale vario come ardesia o metalli come rame o alluminio, con la possibilità di personalizzarne il colore secondo la finitura scelta.
Un esempio è Alushield di Polyglass , con lamina di alluminio goffrata.
In alternativa si può optare per l'applicazione di idonei prodotti che riducano le isole di calore.
Si tratta di vernici applicabili a rullo o a pennello o ancora con spatola, come Acriflex Fybro di DiaSen Srl , impermeabilizzante liquido bicomponente a base acqua.
C'è poi un'ulteriore soluzione che consiste nella posa in opera di un ghiaietto, di 4-5 cm di spessore, al di sopra di una membrana di separazione filtrante costituita da geotessile o tessuto non tessuto. In questo modo si riesce a ridurre gli effetti delle escursioni termiche.
LECABLOCK produce LecaPiù e Argilla Espansa Leca impiegabili per la protezione degli strati impermeabili del tetto piano, con un peso ridotto fino all'85% rispetto ad altri inerti.
Un'altra soluzione è quella con pavimentazione su massetto. In questo caso la stratificazione è così composta, dall'esterno verso l'interno:
Infine, possiamo avere anche un pavimento drenante, realizzato con lastre di calcestruzzo appoggiate sullo strato impermeabile con degli angolari che formano giunti aperti.
Questo sistema consente una facile manutenzione della copertura e in particolare della membrana impermeabilizzante.
A completamento del sistema per lo smaltimento delle acque meteoriche vanno previsti degli elementi per la raccolta delle stesse acque, posizionati in funzione delle pendenze e degli impluvi.
Dai bocchettoni le acque verranno poi smaltite attraverso le discendenti pluviali.
Dal 17 gennaio 2019 è in vigore la nuova norma UNI 8178-2:2019 che è il principale riferimento in materia, in quanto essa ha per oggetto :
l'Analisi degli elementi e strati funzionali delle coperture continue e indicazioni progettuali per la definizione di soluzioni tecnologiche.
Altre normative di riferimento sono:
Tra le tipologie di copertura che abbiamo menzionato non sono stati elencati i tetti giardino.
Spesso, infatti, e sin da tempi antichi, le terrazze superiori degli edifici sono state impiegate per realizzare degli splendidi giardini che, oltre ad avere un effetto scenico assicurato e a far bene all'ambiente e in particolare all'aria delle nostre città, hanno molti altri vantaggi.
Tra questi c'è sicuramente la protezione che il verde assicura per gli strati di copertura, aumentandone la durata.
Inoltre, il verde è un ottimo termoregolatore che ci permette quindi anche di risparmiare energia.
A fronte, dunque, di costi di realizzazione più alti rispetto a un normale tetto, veniamo ripagati con risparmi sui consumi e nel lungo termine sulla durata della copertura.
Questo tipo di soluzione necessita, però, di molta cura per la giusta sistemazione degli strati impermeabilizzanti, i quali possono subire danni provocati dalle radici delle piante, e per il drenaggio, al fine di evitare ristagni d'acqua.
Delta realizza membrane alveolari a due strati per la protezione e il drenaggio di tetti piani, giardini pensili e pedonabili, ad alta resistenza, con geotessile integrato che impedisce l'intasamento dei canali alveolari da parte del terreno vegetale.
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