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Le gestione delle risorse energetiche è una delle tematiche che terra' banco a lungo nei prossimi decenni, perché la necessita' di diversificare le fonti di approvvigionamento è un'esigenza impellente gia' da anni, fortemente legata ai problemi delle politiche ambientali nel senso piu' ampio del termine e a tutto cio' che unisce l'ecosostenibilita' della scelte in ambito energetico, ambientale, urbanistico ed anche sociale.
Infatti, ancora in molti ricordiamo come, qualche anno fa, la crisi politica tra la Russia, principale fornitore di gas per l'Italia e per gran parte dei paesi dell'unione Europea, e l'Ucraina abbia gettato nel panico tanto la gente comune quanto i governi dei vari Paesi ed i vari gestori energetici europei, evidenziando come la dipendenza eccessiva da una singola fonte o da un fornitore di maggioranza sia una condizione potenzialmente rischiosa per intere nazioni.
Mentre si susseguono, nella potestà legislativa delle singole Nazioni che compongono l'Europa Unita, iniziative normative e legislative mirate a gestire le singole problematiche nazionali, qualcuno all'interno delle strutture governative europee sta provando a proporre un discorso comune che sfrutti la forza dell'unione come elemento cardine delle valutazioni energetiche e, perché no, anche delle contrattazioni economiche correlate.
Ai primi del mese di Giugno, si è tenuta una interessante riunione della Commissione Industria avente come tema principale la fondazione di una Comunità europea dell'Energia: nell'introdurre i lavori e mediare i confronti, il Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek ha presentato e difeso fortemente questa sua idea, che ha continuato e continuerà a rappresentare in seno alle altre commissioni dell'Unione Europea, in un tour de force giustificato da chiare valutazioni tecniche e da un personale background di ricercatore in campo ambientale che ne rafforza l'autorevolezza.
Partendo da un rapporto di Notre Europe, struttura di analisi voluta da Jacques Delors, l'idea di Buzek si fonda sulla sinergia di tre elementi principali, che sono le reti integrate, il sostegno alla ricerca e all'innovazione in campo energetico e un unico comune soggetto negoziatore a livello internazionale che si rapporti con i grandi fornitori di energia. In primis, il discorso di un network energetico integrato a scala europea rafforzerebbe le singole debolezze creando, secondo Buzek, economie di scala tali da permetterci di compete con un gigante come la Cina.
Nondimeno, migliorare gli investimenti nella ricerca per il miglioramento dell'efficienza energetica e per le energie rinnovabili aiuterebbe a trovare soluzioni di gestione maggiormente eco-compatibili ed a costi sempre più contenuti; infine, in relazione al discorso della negoziazione unica per tutti i paesi dell'Europa Unita, il valore di una tale iniziativa si paleserebbe nella creazione di un unico soggetto forte che rappresenti ben 27 Paesi e per questo in grado di semplificare i negoziati, con sicura ricaduta positiva sulla riduzione dei prezzi, oltre che su enormi risparmi di scala per una conseguente comune politica di approvvigionamento, ripartizione e stoccaggio delle risorse energetiche principali, quali petrolio e gas.
Il Presidente Buzek è talmente convinto e sicuro della bontà dell'idea da essersi detto disponibile ad andare avanti anche se non ci fosse l'adesione di tutti i 27 paesi dell'Unione Europea, ritenendo che comunque una politica comune a più nazioni garantisca maggior forza contrattuale e possibilità gestionali di 27 singole opzioni di trattativa, come è accaduto finora.
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