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Con l'arrivo dell'estate, la maggior parte delle persone che hanno la fortuna di avere uno spazio esterno, vorrebbe installare una piscina all'interno del proprio giardino, così da godersi attimi di relax a portata di mano.
Ma prima di decidersi è meglio tener presente che esistono due tipologie: la piscina al sale e quella con centralina al cloro.
La scelta non è semplice, né scontata, per questo motivo bisognerà ponderarla bene.
Le differenze, risiedono nel diverso processo di sterilizzazione: infatti, la prima (a sale) monta un sistema a unica tanica; la seconda a due.
Prima di descrivere nel dettaglio le differenze tra i due processi, è bene procedere per gradi, in modo da avere un quadro chiaro.
Innanzitutto c'è bisogno di capire se la zona nella quale si pensa di installare la piscina ha i permessi necessari, capire la falda acquifera a che livello è per poter permettere un regolare scavo. Infine, sceglierne le dimensioni della piscina.
Una volta avviate le dovute valutazioni iniziali, acquisita tutta la documentazione per l'inizio delle attività ed effettuata la Denuncia Inizio Attività al Comune, bisogna approfondire i discorsi sulla tipologia di piscina da installare.
Tendenzialmente la scelta ricade su piscine a sterilizzazione a sale e piscine a sterilizzazione a cloro.
Il processo di sterilizzazione di una piscina con impianto a sale è caratterizzato dalla presenza di un sistema a unica tanica connessa alla centralina che contiene il regolatore di PH.
Tuttavia, oltre al sale per piscine, un po di cloro è necessario per effettuare la prima installazione o per ripulire l'acqua dalle impurità una volta riempita la vasca.
Pertanto, all'interno di una piscina con acqua salata la percezione del sapore dell'acqua è leggermente salina e, oltre a essere più gradevole rispetto a una piscina al cloro, risulta anche più naturale.
Non c'è alcun accumulo di acido cianurico nella vasca: quello che viene generato, nel processo di sterilizzazione dell'acqua in una piscina classica al cloro.
Infine, altro elemento importante, è che la sterilizzazione al sale garantisce la qualità dell'agente sterilizzante.
All'interno di una piscina con un impianto a cloro ci troviamo in presenza di un vano macchine piuttosto ampio. Infatti, c'è una doppia tanica connessa alla centralina di sterilizzazione: una è dedita alla regolazione del PH, l'altra all'immissione con regolarità del cloro.
Inoltre, la percezione dell'acqua è totalmente diversa rispetto a una con impianto a sale, infatti sia l'odore che il sapore è quello del cloro liquido.
Dunque, risulterà simile alle piscine all'interno delle quali ci si allena.
Nel processo di sterilizzazione al cloro c'è un accumulo di acido cianurico, a differenza di quanto visto in precedenza. L'acido cianurico è una sostanza che può risultare irritante ma è necessaria affinché il sole non annulli l'effetto del cloro in acqua.
A differenza del processo di sterilizzazione al sale, quello al cloro non garantisce la qualità dell'agente sterilizzante, soprattutto utilizzando prodotti poco adatti o affidabili. Infine, l'utilizzo del cloro in acqua con il tempo può perdere di efficacia, risultando meno prestazionale.
Possiamo sintetizzare le due scelte attraverso un confronto, pro e contro, delle due tipologie.
In una piscina salata, tra i pro abbiamo sicuramente una minore manutenzione, misurata in tempi e costi; una protezione più naturale, in quanto è sale fino; costi più bassi nel medio periodo; maggior comfort nell'utilizzo; risultano sane e sostenibili.
I contro, invece, le incrostazioni che si generano data la mancanza di cloro nell'acqua; la corrosione dovuta al fatto che negli angoli può accumularsi lo sporco; costi di gestione dei macchinari; costi iniziali di costruzione.
In una piscina con impianto a cloro, invece, tra i pro troviamo sicuramente il potere elevato di disinfezione; la mancanza di incrostazioni; la corrosione minore; costi di gestione dei macchinari e costi iniziali di costruzione inferiori.
Tra i contro ci sono sicuramente una manutenzione maggiore; costi più alti nel medio periodo; minor comfort dovuto al sapore del cloro.
Dunque, due tipologie di piscine molto differenti, le quali permettono sì un relax, ma in alcuni casi abbiamo o costi di gestione elevati o costi di costruzione elevati.
Infatti, la discriminante principale, nella scelta di una piscina, è proprio il prezzo e i prodotti da utilizzare.
Al di là dei prezzi di costruzione, che variano da costruttore a costruttore e da zona a zona, concentriamoci sui prezzi accessori e di gestione, nonché di manutenzione, per le due tipologie di piscine.
Potremmo ipotizzare questi costi applicati a una piscina di circa 75 m3 di acqua, quindi con costi iniziali di costruzione che variano dai 30.000 ai 33.000 euro per una piscina a cloro e dai 35.000 ai 48.000 euro per una piscina a sale.
Ma andando oltre al prezzo di costruzione, relativo in quanto varia da costruttore a costruttore, la reale differenza è nelle centraline di sterilizzazione.
Una stima potrebbe essere relativa a due marche: per la C.P.A. a cloro il costo è di circa 2.400 euro più IVA, rispetto a quella a sale, ad esempio l'AquaRite +, che è di circa 4.300 euro più IVA.
A questi vanno aggiunti i costi dei prodotti, che si aggirano tra i 100 euro per l'impianto a cloro, ad esempio la Dicloro della Kimikando, fino a oltre 200 euro per l'impianto a sale, ad esempio Lapi.
Da tenere in considerazione anche il fatto che per una piscina a sale c'è bisogno di anticalcare e antialghe, prodotti indispensabili da fornire all'acqua con una certa regolarità settimanale.
A questi costi, vanno aggiunti tutti gli accessori utili, come la spazzola aspirapolvere, il retino, i filtri e il robot. Quest'ultimo presenta dei prezzi elevati, che vanno dai 1.000 euro per un prodotto di media fascia, come il PoolRaptor della Swim&Fun ai 2.800 euro per un prodotto professionale come il Dolphin Prox2 della Maytronics.
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