Piastrelle dai vecchi televisori

Il progetto GlassPlus prevede la creazione di una piastrella in gres porcellanato attraverso l'utilizzo della frazione vetrosa degli schermi di vecchi televisori.
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L'avvento dei nuovi televisori a schermo ultrapiatto, con tecnologia al plasma o LCD, facilitato negli ultimi tempi da una decisa riduzione dei prezzi ormai alla portata di tutti, ha decretato il definitivo pensionamento dei vecchi apparecchi a tubo catodico.

Il declino dei vecchi televisori con tecnologia CRT ha determinato lo stop definitivo del loro mercato, generando un conseguente flusso di ritorno ed il conseguente problema del loro smaltimento.

Questa nuova tendenza, infatti, non è stata accompagnata da un'adeguata campagna informativa sul modo in cui smaltire il rifiuto, che risulta essere piuttosto pericoloso, poiché i tubi catodici contengono diverse sostanze che possono essere nocive se disperse in ambiente, e sull'opportunità del loro riciclo, visto che molti componenti possono essere riutilizzati.

Il Consorzio ReMedia, ente no profit nato nel 2005 ed una delle principali reti di gestione dei rifiuti da apparecchiature elettroniche (i cosiddetti RAEE), ha così promosso il progetto GlassPlus che si pone l'obiettivo del recupero e riciclo di prodotti derivati prevalentemente dai tubi catodici.

Nasce così l'idea di ricavare ceramica dal vetro riciclato, attraverso un processo incentrato sulla sostenibilità e sul rispetto dell'ambiente.
Dal vetro degli schermi dei televisori è infatti possibile ottenere un materiale ad impasto ceramico adatto per la fabbricazione di piastrelle.

Il progetto GlassPlus, ha portato così alla creazione di una piastrella in gres porcellanato, realizzata partendo dall'utilizzo della frazione vetrosa di vecchi televisori.
La piastrella misura 60x60 cm, pesa mediamente 7-8 kg e contiene 1,5 kg (quindi circa il 20%) di materiale proveniente dal riciclo.
Si è calcolato, quindi, che per pavimentare un'abitazione della superficie di 70 metri quadrati basterebbe il vetro di 30 televisori medi, pari a 300 kg di materiale riciclato.

La piastrella GlassPlus contribuisce a far ottenere agli edifici l'importante riconoscimento internazionale LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), fondamentale per classificare l'ecosostenibilità di un edificio. Si tratta di uno standard statunitense che si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo.
Queste piastrelle consentiranno al progettista dell'edificio che le utilizzerà di ottenere fino a 2 punti LEED (che rappresentano il massimo per quanto riguarda il contenuto di materiale riciclato post-consumer).

Il Consorzio ReMedia si occupa dell'intero processo di produzione della piastrella di cui prevede un'ampia commercializzazione ed una capillare diffusione nel corso di quest'anno, grazie alla partnership con importanti realtà italiane ed europee come Asekol (Sistema Collettivo della Repubblica Ceca), Meta (leader nelle forniture di impasti cercatici atomizzati per l'industria della ceramica), Refin (azienda produttrice di piastrelle in ceramica e gres porcellanato e parte del gruppo Concorde), Relight e Vallone (impianti di trattamento con sede rispettivamente nelle province di Milano e Roma, specializzati nel trattamento di TV e monitor).

Queste sono le varie fasi del processo produttivo:

- raccolta e smaltimento del vetro CRT (da tubo catodico);

- riciclo del vetro raccolto;

- preparazione dell'impasto ceramico atomizzato;

- produzione di piastrelle in ceramica e loro immissione sul mercato.


Il progetto, partito ufficialmente dall'ottobre del 2010, grazie all'inserimento nel programma europeo Eco-innovation, che mira a mettere in commercio i migliori prodotti eco innovativi in Europa, sta entrando nel vivo proprio in questi giorni.

Eco-innovation infatti sostiene piani di innovazione eco-compatibile a livello europeo, piani relativi alla definizione, produzione, adozione di progetti relativi a prodotti, servizi o tecnologie eco-innovative sull'intero ciclo di vita, al fine di evitare o ridurre sostanzialmente l'impatto in termini di rischio ambientale, inquinamento, utilizzo delle risorse materiali e dell'energia.

L'ambizioso progetto di ReMedia prevede la raccolta, per il 2012, di 75.000 tonnellate tra vecchi televisori a tubo catodico e monitor di PC, pari a circa 25.000 tonnellate di vetro pannello, dal quale si potrà ricavare una quantità di materiale sufficiente a rivestire con le piastrelle GlassPlus 83.000 appartamenti, contribuendo così a ridurre le emissioni di CO2 dell'81% nelle fasi di estrazione e trasporto delle materie prime, diminuire il consumo di risorse non rinnovabili e a risparmiare energia.

Se tutti i vecchi televisori venissero riciclati in questo modo si avrebbe anche una significativa riduzione delle polveri inquinanti emesse in ambiente e una parziale sostituzione delle materie prime che tradizionalmente si utilizzano nel campo dell'edilizia.

Gli obiettivi che ci poniamo – afferma Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia - sono, da un lato, garantire un mercato in crescita e capace di assorbire grosse quantità di vetro CRT e, dall'altro, creare valore all'industria del riciclo dei RAEE, riutilizzando una risorsa e scongiurando il rischio della discarica.

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