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L'ingresso rappresenta il biglietto da visita di ogni abitazione. Ecco perché è importante renderlo funzionale ed esteticamente piacevole, inserendo un tocco green.
Le pianteda appartamento trovano spesso posto in cucina o nella zona living; con meno frequenza, invece, vengono sistemate in altri ambienti domestici quali l'ingresso, appunto.
In realtà, basta scegliere le varietà che si adattano a questo spazio per creare l'atmosfera che rappresenti al meglio noi e la nostra casa.
Quali sono le piante da interno? Su quali specie puntare?
Ecco alcune indicazioni per non sbagliare.
Solitamente gli ingressi sono i luoghi domestici meno spaziosi e illuminati, per cui è preferibile inserire piante da interno sempreverdi, che si sviluppano anche con poca luce.
Una di queste è la dracena marginata, un esemplare che cresce in modo rigoglioso persino in presenza di scarsa illuminazione. Non bisogna esagerare con il buio, però!
Nel caso le foglie comincino a schiarirsi, sarà necessario avvicinare la pianta a una finestra.
Attenzione pure alla temperatura. La dracena vive bene in ambienti tra i 16 e i 24°C; l'importante è evitare di posizionarla vicino a termosifoni o zone soggette a correnti di aria fredda.
Per quanto riguarda l'innaffiatura, la dracena va innaffiata solo dopo che il terriccio si è asciugato; i ristagni sono da evitare poiché possono far marcire le radici.
È opportuno mettere uno strato di cocci o argilla espansa in fondo al vaso per favorire il drenaggio. In generale, essendo questa specie sensibile al fluoro, è meglio annaffiarla con acqua distillata. In estate, è raccomandato vaporizzare le chiome.
Poche regole, dunque, per una pianta molto utile sia per abbellire la casa che per proteggere la salute dei suoi inquilini. La dracena, infatti, è capace di assorbire sostanze dannose, quali la formaldeide, il benzene, lo xilene e il toluene, contenute nei mobili e nei prodotti usati per la pulizia domestica, contribuendo a rendere pulita e sana l'aria della stanza.
Meno efficace, invece, risulta essere per gli animali domestici, essendo tossica per cani e gatti.
Quali esemplari scegliere? Le varietà sono davvero tante. La dracena marginata colorama, ad esempio, è perfetta per chi vuole dare una nota di colore all'ingresso; la fascia rossa esterna delle sue foglie è molto evidente.
Perché non abbinarla a un vaso di ceramica della stessa tonalità? Il colpo d'occhio sarà assicurato! Specie, dunque, belle da vedere e di buon auspicio.
Secondo la dottrina cinese del Feng Shui, i gambi della dracena sono altamente simbolici: tre steli portano felicità, cinque attraggono ricchezza ed energia positiva, sette salute, otto buon umore, mentre una composizione di venti steli è chiamata torre dell'amore; il suo simbolismo è facilmente intuibile.
La palma Phoenix roebelenii, detta anche palma da datteri nana, è la scelta più indicata in un ingresso interno di grandi dimensioni. Elegante, slanciata e a crescita lenta, può raggiungere un diametro di circa 1,5 metri.
Sensibile al freddo, si trova a suo agio in ambienti luminosi, ma non sotto i raggi diretti del sole. Inoltre, poiché le foglie tendono sempre verso la luce, la pianta deve essere ruotata periodicamente, così che la corona si sviluppi in maniera uniforme.
Meglio tenerla lontana da fonti di calore, correnti d'aria fredde e repentini sbalzi termici.
La temperatura ideale è tra i 16 e i 24°C.
È fondamentale mantenere pure il giusto grado di umidità.
In che modo? Le innaffiature devono essere moderate; in particolare, occorre aumentarle durante il periodo vegetativo e ridurle in quello di riposo. Attenzione ai ristagni d'acqua che possono provocare marciume. Per scongiurare che questo accada, è bene scegliere terreni ben drenanti.
In più, in estate bisogna procedere con spruzzature e bagni caldi della chioma una volta a settimana; durante tale procedura, il terreno intorno al tronco va coperto con una pellicola trasparente per evitare che si bagni eccessivamente. In inverno, invece, è necessario passare un panno umido sulle foglie; ciò servirà come misura preventiva contro secchezza, polvere e insetti.
Grazie alla sua capacità di assorbire sostanze inquinanti, come la formaldeide, lo xilene e il toluene, la palma aiuta a depurare l'aria delle stanze.
Molto facile da curare, purché piantata in un vaso delle giuste dimensioni.
Perché non rivestirlo con della rafia o inserirlo in un cesto tailandese, per renderlo ancora più decorativo? L'ingresso risulterà scenografico e fortemente simbolico.
Del resto, gli antichi erano soliti chiamare la palma da datteri albero della vita o fiore della fenice per la sua incredibile vitalità. Tutte le parti della pianta, infatti, sono utilizzabili.
Inoltre, proprio come una fenice, questa specie può rinascere dalle parti necrotiche del suo tronco. Come se non bastasse, in Oman, quando in una famiglia nasce un bambino, il padre pianta una palma da datteri che crescerà insieme al figlio, proteggendolo come un fedele guardiano.
Dovete fare i conti, invece, con i metri quadrati? Niente paura!
Non mancano le alternative green per arredare ingressi di piccole dimensioni.
Una di queste è l'aglaonema, una delle piante verdi da appartamento, raccomandata sia per la facilità di coltivazione che per la bellezza delle sue foglie.
Il suo nome deriva da due parole greche: aglao splendore e nema filo, per indicare la lucentezza dei filamenti staminali.
La pianta vive perfettamente in penombra; può trovare posto, quindi, in spazi ridotti e poco luminosi, magari poggiata su un tavolino, uno sgabello o su un portapianta alto di legno scuro, nel caso di arredi classici, di metallo in quelli più moderni. Questa specie resiste bene anche ai forti sbalzi termici; è preferibile, però, tenerla a una temperatura interna compresa tra i 20 e i 25 °C.
Per un corretto sviluppo, è fondamentale garantirle il giusto grado di umidità, in ogni stagione.
In estate, ad esempio, occorre nebulizzare quotidianamente le foglie e annaffiarla prima che il terreno diventi asciutto; in inverno è sufficiente procedere con una doccia calda una volta al mese e pulire regolarmente le foglie con un panno umido.
L'eventuale comparsa di foglie marroni indica che la pianta sta soffrendo per un'irrigazione impropria e, di conseguenza, bisogna correre ai ripari.
Ad ogni modo, è buona consuetudine porre il vaso sopra un sottopianta contenente della ghiaia o dei ciottoli bagnati per garantire il giusto apporto di umidità, stando attenti che il fondo del vaso non sia a contatto con l'acqua.
Per quanto riguarda le varietà, esistono circa una cinquantina di specie, tra le quali l'aglaonema costatum che si caratterizza per le foglie cuoriformi di un bel verde intenso e lucente, macchiate di bianco, così come la nervatura centrale.
In generale, l'aglaonema è una pianta particolarmente decorativa e senza grandi pretese, ma non innocua: le sue foglie, infatti, sono velenose. Ecco perché è consigliato maneggiarle indossando guanti di gomma e tenerle alla larga dalla portata di bambini e animali domestici.
In ingressi di dimensioni ridotte, è possibile sfruttare lo spazio in altezza, optando per uno o più esemplari di filodendro che, grazie all'eleganza del fogliame e al portamento ricadente, trovano posto in portapiante sospesi.
Quelli in verticale, ad esempio, sono ideali su una parete dell'ingresso, quelli in macramè, invece, possono essere appesi nella zona di passaggio tra l'entrata e le altre stanze della casa. Perché non realizzarne uno con le proprie mani? Una ciotola di ceramica, un vasetto di vetro o una bottiglia di plastica, tagliata e abbellita con una passata di vernice colorata, possono trasformarsi in un originale e pratico vaso sospeso. Per appenderlo basta ricorrere a una struttura a rete in corda.
Dove collocarlo? Meglio metterlo in una parte dell'ingresso non raggiungibile dalla luce solare diretta. Il filodendro predilige la penombra leggera. È importante sapere, però, che le forme variegate hanno bisogno di più luce rispetto alle varianti monocromatiche.
Per quanto concerne la temperatura, in estate, questa non deve superare i 25°C; in giornate particolarmente calde e afose si raccomanda di spruzzare o lavare le foglie con acqua filtrata, per scongiurarne il surriscaldamento. In inverno, è necessario mantenere la temperatura intorno ai 15-17°C. L'acqua filtrata a temperatura ambiente va utilizzata pure per innaffiare la pianta, non più di una volta a settimana nel periodo invernale e due volte in primavera-estate.
Non dimenticate, però, di indossare i guanti di gomma tutte le volte che ve ne prenderete cura.
Il filodendro produce un succo che può essere tossico per la pelle e le mucose.
Attenzione a tenerlo lontano da bambini e animali domestici.
Tra le alternative su cui puntare troviamo il filodendro verrucoso, una delle specie più comuni di questa pianta.
Per farla crescere bene è indispensabile fornire luce naturale costante, elevata umidità, irrigazione regolare e una temperatura compresa tra i 20 e i 28°C.
Anche il genere Scindapsus, noto come pothos, grazie al suo portamento decombente o rampicante, è indicato per realizzare composizioni verticali di grande effetto da disporre, ad esempio, su mensole e ripiani.
I pothos sono piante decorative che si adattano facilmente a tutti i luoghi, compresi gli ingressi. Non hanno particolari esigenze climatiche, tanto che le temperature possono oscillare tra i 13 e i 27 gradi; temono, però, le correnti d'aria fredda dalle quali vanno accuratamente protetti, soprattutto durante la stagione invernale.
Il pothos viene dai tropici, dove il sole è molto forte, ma cresce all'ombra degli alberi; di conseguenza, a casa, occorre prestare attenzione alla luce diffusa e soffusa.
In particolare, amano la luce, che favorisce la variegatura delle foglie, ma non i raggi diretti del sole. Una scarsa luminosità, invece, fa perdere la screziatura del fogliame.
Per quanto concerne i bisogni idrici, il pothos va annaffiato abbondantemente, avendo l'accortezza di aspettare che il terreno sia asciutto prima della successiva irrigazione.
E per mantenere un buon grado di umidità, è necessario nebulizzarne con frequenza la chioma con acqua a temperatura ambiente, sempre di mattina, per evitare che le gocce d'acqua, concentrando la luce solare, provochino delle scottature.
Un'altra accortezza è quella di sistemare il vaso su un sottopianta contenente argilla espansa sufficientemente bagnata per assicurare alla pianta un habitat umido; l'importante è che il vaso non sia a diretto contatto con l'acqua. Per pulire le foglie, possiamo ricorrere a delle docce periodiche. Basta mettere la pianta nella vasca da bagno e piegarla in modo che l'acqua non arrivi al terreno, lavare le foglie, lasciarle sgocciolare e poi asciugarle con un panno.
Il pothos è tra le dieci migliori piante che hanno la capacità di purificare l'aria, assorbendo il monossido di carbonio, prodotto, ad esempio, dagli impianti di riscaldamento, così come il toluene, il benzene e la formaldeide. Ma non solo. Secondo i saggi orientali, la pianta cattura l'energia negativa, allieva lo stress e migliora l'atmosfera generale della casa.
Il suo succo, però, è tossico: provoca irritazione a contatto con la pelle; tenetela, quindi, lontana da bambini e animali domestici. La specie più comune è il pothos dorato, il cui nome deriva dal colore aureo delle sue foglie.
Infine, non mancano le piante da interno con fiori, per conferire un tocco di freschezza floreale all'ingresso, in vista della primavera.
Fra questi scopriamo la zamia, una delle piante più antiche ancora viventi.
Per il loro aspetto, le zamie ricordano le felci, ma se ne distinguono per le foglie che, in questa specie, sono più allungate che lanceolate. La fioritura avviene al centro della pianta e può regalare splendidi contrasti cromatici tra i colori accesi dei fiori, per lo più bianchi o rossi, e il verde lucido delle foglie.
Le zamie prediligono temperature alte, annaffiature abbondanti e ambienti luminosi.
Un'altra pianta da interni che produce bellissimi fiori rossi è l'aspidistra.
La sua caratteristica principale è quella di riuscire a crescere laddove altre specie non potrebbero sopravvivere per mancanza di luce o acqua. La scelta perfetta, dunque, per avere un ingresso fiorito, anche se non si possiede uno spiccato pollice verde.
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