Piano Casa: annunciate misure senza veto Regioni

Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha annunciato che sono in arrivo delle modifiche al Piano Casa che dovrebbero annullare il potere di veto da parte delle Regioni.
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Intervenendo ieri al Consiglio Nazionale dei Geometri, in un incontro a porte chiuse svoltosi nel pomeriggio, il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha annunciato che sono in arrivo per il mese di Maggio delle modifiche al Piano Casa che dovrebbero di fatto annullare ogni tipo di stop da parte delle Regioni.

Piano CasaSe alcuni giorni fa il Ministro aveva tracciato a larghe linee il suo progetto, ieri, davanti ad un pubblico di addetti ai lavori, è sceso più nei dettagli.
Il Ministro ha infatti affermato che il decreto che proprio il prossimo mese recepirà il Piano Nazionale per le Riforme conterrà anche delle prescrizioni per il rilancio dell'edilizia abitativa che, nel rispetto di quanto imposto della Costituzione, dovrebbero limitare il potere di veto delle Regioni sui provvedimenti di carattere nazionale, che finora ha frenato l'applicazione della riforma e permettere lo sviluppo omogeneo del Piano su tutto il territorio nazionale.

Per rendere possibile ciò il Governo pensa ad una sorta di clausola di cedevolezza, secondo la quale il piano casa dovrebbe diventare operativo immediatamente, in assenza di un tempestivo intervento normativo regionale come recita il Piano Nazionale per le Riforme.

Il nuovo Piano Casa dovrebbe prevedere incrementi volumetrici del 20% in caso di ristrutturazione e del 30% in caso di abbattimento e ricostruzione, così come previsto dall'impianto originario della legge.

Secondo quanto riforniscono alcuni professionisti presenti all'assemblea il Ministro ha anche annunciato l'arrivo di una semplificazione della Segnalazione Certificata di inizio Attività, la Scia prevista dall'ultima Finanziaria che ha recentemente preso il posto della vecchia Dia.

Il provvedimento conterrà anche delle misure che dovrebbero limitare la lievitazione della crescita dei prezzi degli appalti, per un rilancio delle opere pubbliche.
Infatti si pensa di introdurre delle percentuali fisse sia per le riserve, lo strumento con il quale gli appaltatori contestano eventuali vizi del progetto o imprevisti, chiedendo un aumento del prezzo, che per le opere compensative dei capitolati d'appalto, lavori ulteriori che gli enti locali chiedono alle imprese, come la realizzazione di giardini.
Le misure serviranno a riportare al giusto posto, nell'ambito dei lavori pubblici, i principali attori, cioè imprese e tecnici, piuttosto che gli studi legali che intasano con i loro provvedimenti i tribunali amministrativi.

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