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La Rete Internet è piena di notizie allarmistiche riguardanti presunti pericoli intenzionalmente nascosti ai cittadini a fini complottistici.
Quando queste notizie riguardano la salute e sono capillarmente diffuse da siti web aventi la presunzione di informare su contenuti di carattere scientifico, è facile per il cittadino incappare nella bufale.
In più, grazie alla diffusione dei social network, tali notizie vengono periodicamente riproposte ed amplificate e trovano ogni volta terreno fertile presso un pubblico fino ad allora ignaro.
Un caso emblematico, a tale proposito, è la vicenda secondo la quale i forni a microonde sarebbero pericolosi perché cancerogeni.
Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo la vicenda.
Nel 1989 incominciò a diffondersi la notizia di uno studio compiuto da un tale dottor Hertel, medico nutrizionista svizzero, sulla pericolosità per la salute umana dei cibi trattati con microonde.
La ricerca fu compiuta su un campione di 8 individui, di età compresa tra i 24 e i 40 anni, che seguivano strettamente una dieta macrobiotica.
Le analisi del sangue compiute prima e dopo l'assunzione di cibi cotti al microonde, portarono alla conclusione che questo tipo di cottura provoca il cancro.
Visto il contenuto allarmante della ricerca, il tribunale svizzero ne vietò la diffusione, cosa che portò il dottor Hertel a intentare una causa per censura.
Nel 1998 la Corte Europea gli diede ragione, sentenziando che la sua ricerca poteva essere pubblicata. Tuttavia, quello che i sostenitori del dottor Hertel non mettono in evidenza, è che la Corte sancì soltanto il diritto alla libertà di espressione di ciascun individuo, ma essa stessa mise in evidenza l'incoerenza e la mancanza di fondatezza scientifica di molti assunti contenuti nella ricerca.
Ma vediamo più nel dettaglio quali elementi dello studio si possono mettere in discussione.
Partiamo dalla prima notizia: il dottor Hertel (che nel frattempo è deceduto), non era un medico, ma solo un tecnico.
La sua ricerca sarebbe stata compiuta su un campione di 8 individui: davvero un numero troppo esiguo per poter essere rappresentativo e dare un risultato attendibile dal punto di vista scientifico.
In più, tali individui, erano tutti caratterizzati dal seguire una rigida dieta macrobiotica e questo può influenzare i risultati delle analisi, che non possono essere estesi a persone con un diverso regime alimentare, perché sicuramente tale tipo di dieta altera in qualche modo i valori ematici.
Con il passar degli anni, poi, la notizia si è via via arricchita di contenuti, di cui i più paradossali riguardano le avvertenze da seguire per proteggersi dalle radiazioni, nel caso in cui si deve continuare ad usare il forno a microonde (ma non si capisce perché si dovrebbe essere costretti a farlo, se fosse veramente dannoso).
Analizziamole nel dettaglio:
- Controllare periodicamente specialmente lo sportello di chiusura che è la parte più soggetta a perdite: gli sportelli dei forni a microonde sono dotati di un sistema che ne impedisce la fuoriuscita. I forni sprovvisti di tale dispositivo non sono ammessi in commercio. Solo in caso di ammaccature o manomissioni della porta possono esserci pericoli, ma è sufficiente effettuare un'attenta e periodica manutenzione per evitarlo.
- Non aprire mai la porta quando il forno è in funzione: anche in questo caso, per motivi di sicurezza, i forni sono provvisti di un meccanismo che ne blocca il funzionamento, in caso di apertura accidentale dello sportello.
- Stare ad una distanza di almeno circa 90 centimetri (specialmente i bambini) quando il forno è in funzione per evitare effetti cumulativi anche per esposizioni limitate: la misura di 90 cm non ha alcun valore, perché in realtà già ad 1 cm di distanza la dose di microonde è insignificante e si riduce in maniera esponenziale a mano a mano che aumenta la distanza.
- Non incoraggiare gli adolescenti ad usare cibo scaldato a microonde o ad usare il forno in generale: non si capisce il senso di questa affermazione e non è chiaro perché si rivolga unicamente agli adolescenti e non, ad esempio, ai bambini.
In conclusione, possiamo dire che studi seri dimostrano che le microonde possono avere effetti cancerogeni solo in caso di esposizione diretta e prolungata.
Ma i forni, se realizzati a norma, emettono, nella parte più vicina allo sportello, una quantità di microonde di entità davvero irrisoria, inferiore a quella di un comune cellulare.
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