|
Originaria delle foreste pluviali dell'America centrale e del Brasile, la pachira acquatica è una pianta sempreverde dal grande fascino.
Appartenente alla famiglia delle Bombacaceae, la stessa di cui fa parte anche il baobab, la pachira è anche conosciuta come l'Albero del Denaro. Un soprannome che deriva da alcune leggende, sviluppatesi in Estremo Oriente, dove la Pachira è molto diffusa, secondo le quali vengono attribuite alle foglie della Pachira il potere di attrarre il denaro, che viene poi trattenuto dal tronco. Per questo motivo è una pianta molto adatta come regalo, perché è una sorta di buon auspicio.
Al di là dei simbolismi, la pachira acquatica si caratterizza per il fusto molto tenero di colore verdastro e le sue grandi foglie lucide di colore verde intenso. Nel suo habitat naturale, la pianta può raggiungere perfino i 20 metri di altezza, mentre alle nostre latitudini arriva a un massimo di 3 metri.
La pianta può anche produrre fiori, che sono molto grandi e di solito di colore bianco, rosso o crema, ma durano molto poco. Nel clima mediterraneo non riesce invece a produrre frutti, ma mantiene comunque la sua bellezza, dettata soprattutto dall'essere rigogliosa, dunque perfetta come pianta da appartamento.
Vediamo ora qualche consiglio su come coltivarla e curarla.
Essendo una pianta tropicale, la pachira ha bisogno di temperature elevate, anche se può risentire di un'esposizione diretta ai raggi solari. Per questo motivo è una pianta perfetta per gli ambienti interni, meglio se non eccessivamente assolati.
D'estate la si può anche trasferire all'esterno ma è meglio, nella stagione invernale, riportarla in casa, avendo però cura di non posizionarla accanto ai termosifoni o in aree dove si creano correnti d'aria.
Il clima tropicale, come si sa, è anche molto umido. Motivo per cui è importante che il terriccio sia simile ai terreni paludosi che sono l'habitat naturale della pachira acquatica.
Bisogna sapere però che i terreni paludosi sono quelli in cui le acque scorrono velocemente, quindi è assolutamente da evitare il ristagno e di conseguenza terreni che trattengono l'acqua.
Per ricreare quell'umidità tipica delle aree tropicali è bene innaffiare con frequenza la pianta, soprattutto nella stagione estiva e possibilmente con acqua non calcarea, evitando, come già detto, i ristagni d'acqua. Molto utile allo scopo è l'aggiunta di ciottoli di argilla espansa posti nel sottovaso.
Un altro accorgimento da seguire è quello di nebulizzare, sempre nei periodi particolarmente caldi e afosi, il fogliame.
In primavera ed estate, la pachira va concimata. Si può scegliere un comune concime liquido, scegliendolo fra i più ricchi di azoto, fosforo e potassio in quantità ben equilibrate.
La Pachira acquatica non necessita di potatura, ma è bene averne cura, eliminando le foglie secche o danneggiate. Altrettanto importante è la rimozione di polvere e residui che necessariamente si depositano sul fogliame. Un'operazione da svolgere regolarmente con un panno umido.
Il rinvaso, invece, andrebbe eseguito ogni due anni circa.
La Pachira acquatica si diffonde per seme o tramite talea.
Come abbiamo già detto alle nostre latitudini questa pianta solitamente non produce frutti: è quindi molto difficile che si possa far riprodurre altre piantine dai semi della pianta che abbiamo in casa. Ad ogni modo, i semi acquistati vanno seminati in un composto di terriccio fertile e sabbia grossolana, tenuto in una zona calda e luminosa.
Il terreno va irrigato frequentemente per mantenerlo umido, coprendolo con una superficie trasparente, in plastica o vetro, che andrà rimossa non appena nasceranno i germogli.
La seconda tecnica è invece quella per talea, che deve essere prelevata dal fusto in primavera.
Il taglio va fatto obliquamente, sotto un nodo, prestando attenzione al fatto che la talea ne possegga almeno due.
La talea va poi inserita in un terriccio composto di torba scura e sabbia grossolana in parti eguali. Anche in questo caso il terreno deve essere mantenuto umido ed è possibile rivestire la pianta con della plastica trasparente per conservare la temperatura e le condizioni di umidità favorevoli.
Quando spunteranno i primi germogli la pellicola andrà rimossa e il vaso collocato in una posizione luminosa.
La Pachira acquatica è una pianta piuttosto resistente alle malattie; tuttavia, possono riscontrarsi alcune patologie provocate da agenti esterni, come insetti o parassiti.
Fra questi, molto comune è la cocciniglia farinosa, che si evidenzia nella comparsa di macchie sulla pagina inferiore delle foglie. In questo caso si può intervenire rimuovendo le macchie con un batuffolo di cotone impregnato di alcol o tramite un attento e meticoloso lavaggio con sapone neutro e acqua.
Un altro nemico della pachira è il ragnetto rosso. La sua presenza è testimoniata da foglie ingiallite, con la comparsa di macchie gialle e marroni che nel tempo ne provocheranno la caduta. Se questi sintomi sono accompagnati da piccole ragnatele, è molto probabile che la pianta sia stata attaccata dal ragnetto. Per debellare quest'acaro è fondamentale mantenere il corretto tasso di umidità, evitando così la proliferazione del ragno. Nei casi più gravi si può ricorrere a un insetticida.
Anche i pidocchi possono compromettere la salute della Pachira acquatica.
Si tratta di animaletti bianchi o verdognoli che si annidano nel fogliame: in questo caso sconfiggerli non è semplicissimo e potrebbe essere necessario ricorrere a un antiparassitario.
In ogni caso, per evitare la comparsa di qualsiasi insetto o parassita è molto importante pulire bene le foglie, vaporizzarle frequentemente e mantenere il terreno costantemente umido. Condizioni, queste, che risultano sfavorevoli alla proliferazione di qualsiasi tipo di parassita.
|
||