Le norme di riferimento per il trattamento dell'aria negli ambienti e la relativa climatizzazione sono la UNI 10339 e la UNI 13779, esse non sono cogenti.
Le norme di riferimento per il trattamento dell'aria negli ambienti e la relativa climatizzazione sono la UNI 10339 e la UNI 13779. Le normative tecniche come noto non sono cogenti, cioè hanno valore di riferimento, ma non obbligatorietà di applicazione, questo fino al momento in cui le stesse normative tecniche non siano recepite all'interno di una legge o di un regolamento. Poco meno di un anno fa è stata aggiornata la normativa UNI 10339 che fornisce indicazioni sui requisiti minimi degli impianti e dei valori delle grandezze di riferimento durante il funzionamento.
La normativa UNI 10339 viene applicata agli impianti aeraulici destinati al benessere delle persone, installati in edifici chiusi. L'impianto aeraulico deve consentire di raggiungere e mantenere le condizioni di qualità e movimento e le condizioni termiche ed igrometriche richieste per i vari ambienti come la filtrazione, il riscaldamento, il raffrescamento, l'umidificazione e la deumidificazione.
L'impianto, in generale, deve garantire un'immissione di aria esterna pari o maggiore ai valori minimi, per ciascun tipo di destinazione d'uso, tenendo conto del numero delle persone presenti, o alla superficie in pianta, o al volume dell'ambiente con la relativa filtrazione minima tramite l'impiego di filtri di classe appropriata, anche per la velocità di immissione dell'aria negli ambienti serviti ci sono delle precise indicazioni.
Per gli edifici adibiti a residenza ed assimilabili, come le abitazioni civili, i collegi, i luoghi di ricovero, le case di pena, le caserme, i conventi, gli alberghi e le pensioni, la velocità dell'aria m/s in riscaldamento deve assumere un valore compreso tra 0,05 a 0,15 metri al secondo. Mentre nelle stesse condizioni , per il rinfrescamento la velocità di immissione dell'aria deve assumere un valore compreso tra 0,05 e 0,20 metri al secondo. Le stesse condizioni sono valide anche per gli uffici in genere, locali riunione, centri elaborazione dati ossia gli uffici e gli ambienti assimilabili in generale.
Per quanto riguarda le portate di aria esterna e di estrazione da adottare per le diverse tipologie edilizie esse sono riferite alle condizioni normali di 15°C, 101,325 kPa. Per gli edifici adibiti a residenze ed ambienti assimilabili, come soggiorni, camere, cucine, bagni, servizi, collegi, luoghi di ricovero, case di pena, caserme, conventi, sale riunioni, dormitori/camere, cucine, l'indice di affollamento previsto per metri quadrati varia tra 0,04 e 0,1, la portata di aria esterna espressa in litri al secondo è generalmente pari ad 11.
Direttiva EPDB
Dal 2003, il quadro normativo europeo ha subito notevoli cambiamenti dettati dalle esigenze del settore energetico, in particolare con la introduzione della direttiva EPDB (Energy Performance of Building Directive) si è determinata la messa in cantiere di numerose nuove norme europee EN.
Molte di queste hanno influenzato e continueranno ad influenzare significativamente le normative tecniche nazionali. La stessa certificazione energetica degli edifici deriva dall'EPDB (Energy Performance of Building Directive) focalizzata su concetto di prestazioni degli impianti e degli edifici. La guideline progettuale legata al concetto di prestazione, rappresenta il tratto che più caratterizza l'insieme delle norme espresse dall'EPBD.
Nel rispetto del concetto di prestazioni i progettisti europei possono mettere in campo tutte le soluzioni tecniche ritenute opportune, al fine di mantenere un determinato insieme di prestazioni, in base al livello qualitativo degli ambienti che devono essere serviti dagli impianti di climatizzazione e trattamento dell'aria.
Un altro punto di notevole interesse, introdotto dalla direttiva, è stato rappresentato dalle condizioni di comfort che necessita garantire negli edifici. Sulla scia di quest'ultima considerazione hanno avuto una notevole diffusione i sistemi radianti, con le relative indicazioni di progetto al fine di evitare situazioni di discomfort localizzato negli ambienti.