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Ci sono persone che comprano casa a patto che vi sia il camino o che vi sia almeno la canna fumaria interna con predisposizione all'installazione. Altri che costruiscono ex novo vincolando tutta la progettazione alla presenza di un camino.
Da sempre la presenza di un camino o di una stufa a legna in casa è per molte persone garanzia di un ambiente caldo e accogliente, al di là della pura esigenza legata al riscaldamento durante la stagione fredda.
Installare un camino o una stufa non è legato neanche a uno stile in particolare, è possibile progettare soluzioni esteticamente impattanti sia in ambienti classici o rustici che in ambienti arredati in stile moderno minimalista o contemporaneo.
L'offerta è talmente ampia che ognuno può soddisfare le sue esigenze estetiche senza rinunciare ad alte prestazioni in termini di efficienza energetica.
Un discorso da approfondire, invece, è quello che riguarda l'inquinamento che tali dispositivi producono e che ha richiesto una precisa presa d'atto e conseguenti normative a cui attenersi per limitarne l'impatto.
Se parliamo di inquinamento e di qualità dell'aria ci riferiamo normalmente sia all'ambiente esterno che a quello all'interno delle abitazioni.
Qui, infatti, alle emissioni di sostanze provenienti dai vari materiali componenti mobili, oggetti e materiali di rivestimento, si aggiungono le sostanze emesse in seguito ad azioni quali la cottura dei cibi, ad esempio, oppure alla combustione di legna o di pellet utilizzati per il riscaldamento.
Se consideriamo l'inquinamento outdoor, si sottolinea la presenza di zone del nostro Paese che più di altre soffrono cronicamente di condizioni particolarmente critiche per quanto riguarda l'inquinamento ambientale in genere.
Come la Pianura Padana dove, alla oggettiva condizione geoclimatica si aggiunge l'apporto altamente inquinante di siti di produzioni industriali presenti come in nessuna altra parte d'Italia. Il ruolo delle emissioni dovute ai mezzi di trasporto non fa che peggiorare un quadro già di per sé compromesso.
Per tutte queste ragioni si è reso necessario agire in fretta affrontando il problema da tutte le sue molteplici sfaccettature, compresa quella per certi versi sottovalutata, del ruolo dei camini e delle stufe domestici.
Sì perché è ormai accertato che la percentuale impattante di materie inquinanti emesse dai generatori di calore domestici è più del 51%, superiore quindi a quelle dovute all'azione delle fabbriche e dei mezzi di trasporto.
Stabilite da tempo limitazioni al traffico, consentito solo a veicoli con determinati requisiti, e con divieti alla circolazione in alcune condizioni particolari, l'attenzione si è concentrata sulle normative da adottare per l'installazione di generatori di calore di uso domestico, soprattutto camini e stufe.
Non a caso ho citato la Pianura Padana perché è qui che è nato il progetto prepAIR (Po Regions Engaged to Policies of Air) a cura di 6 enti territoriali tra Regioni e province autonome e 7 agenzie per la protezione dell'ambiente.
I 18 partners di progetto:
In cosa consiste il progetto?
L'entrata in vigore dei parametri limite fissati dall'Unione Europea ha messo in luce criticità già note. Si è individuato soprattutto nel Bacino del Po una vasta area interessata da inquinamento dovuto a molteplici sorgenti: traffico, industrie, riscaldamento domestico, produzione di energia, attività agricole e di allevamento.
Le Regioni coinvolte hanno costituito il Tavolo di Bacino Padano grazie al quale si sono vincolate a un'azione comune per fronteggiare questa emergenza, agendo su vari fronti, nel breve e nel lungo periodo.
I settori messi sotto controllo sono: combustione di biomasse, trasporto beni e passeggeri, agricoltura, industria e produzione energia e riscaldamento domestico.
All'interno di questo progetto comune, che ha una durata di 7 anni (1 febbraio 2017 – 31 gennaio 2024) nascono i Piani di qualità dell'aria che ognuna delle Regioni modula secondo esigenze proprie a seconda delle peculiarità presenti sul proprio territorio.
Strano come il fatto di accendere un camino a legna non dia l'immediata percezione della pericolosità di un'azione così familiare e apparentemente innocua, essendo opinione comune che l'utilizzo della legna sia un'azione ecologica e rispettosa dell'ambiente.
Non è proprio così. Sono le emissioni di polveri sottili e altre sostanze tossiche provenienti dal riscaldamento domestico con legna o pellet a rappresentare la più importante sorgente inquinante ambientale, soprattutto se da vecchi caminetti aperti e da stufe tradizionali.
La campagna Brucia bene la legna. Non bruciarti la salute, sempre nel progetto prepAIR, è molto efficace nel presentare nella maniera più intuitiva alcune regole piccole ma molto importanti sulle buone pratiche da adottare per utilizzare correttamente la legna per il riscaldamento domestico.
Attraverso video, opuscoli e pieghevoli da sfogliare, si illustrano il progetto prepAIR e le problematiche legate a certe pratiche ormai obsolete e pericolose oltre che poco efficienti dal punto di vista della generazione di calore.
I generatori di calore domestici si distinguono essenzialmente in varie tipologie:
Il caminetto aperto è costituito da una camera di combustione aperta verso il locale interessato, il riscaldamento avviene attraverso il calore radiante prodotto dal fuoco.
La bassa efficienza energetica (15%) e le emissioni inquinanti ne fanno sicuramente la soluzione meno efficace.
Il caminetto chiuso può essere una struttura realizzata a parte, ex novo, oppure con inserto prefabbricato posizionato in un vecchio camino aperto.
Il vantaggio di questa soluzione è dato proprio dal fatto che la camera di combustione chiusa ne aumenta la temperatura interna con una maggiore efficienza (mediamente del 55% per gli apparecchi più datati).
Le aperture per l'aria, nelle strutture più moderne, sono regolate automaticamente mediante valvole che ne aumentano l'efficienza. Nei modelli tecnologicamente più avanzati questa arriva anche a valori pari a 84% con meno emissioni inquinanti.
Le stufe a legna hanno il focolare chiuso, il fumo può essere spinto direttamente nella canna fumaria oppure nei tubi cosiddetti giri di fumo per sfruttarne il residuo calore da cedere all'ambiente.
Le aperture che consentono all'aria di entrare permettono la corretta combustione a patto che non ci sia troppa legna, nel qual caso l'intero processo è poco efficiente e produce maggiori sostanze inquinanti.
Nelle stufe a legna di ultima generazione sono stati ottimizzati alcuni elementi come il funzionamento delle prese/valvole e la conformazione della camera di combustione. Questo ha migliorato le prestazioni delle stufe permettendo il raggiungimento, negli apparecchi migliori, di un rendimento fino all'84%.
Le stufe a pellet hanno il vantaggio di utilizzare un combustibile che per sua natura risulta meno umido e più omogeneo del legno, quindi brucia meglio.
Il pellet è infatti il risultato della lavorazione della segatura essiccata e compressa.
Il materiale ottenuto viene immesso automaticamente nella camera di combustione in base alla capienza e alle necessità di resa calorica.
In questo modo l'efficienza media raggiunge il 70% circa negli apparecchi più comuni mentre in quelli di ultimissima generazione può arrivare al 94%, con bassissima emissione di sostanze inquinanti e polveri sottili.
Un discorso a parte meritano le caldaie il cui principio è quello di non riscaldare l'ambiente in maniera diretta poiché riscaldano l'acqua che va ad alimentare l'impianto di riscaldamento.
La loro potenza è per questo più elevata e funzionano a legna, pellet o legno cippato. Tranne che per quelle a legna, l'alimentazione può essere gestita in maniera automatica con una migliore efficienza.
Le caldaie a legna non hanno l'obbligo di certificazione mentre la certificazione per le stufe è la EN 13229, per i camini la EN13240 e per le canne fumarie la EN 1443.
Tutti gli apparecchi hanno necessariamente in dotazione il libretto d'impianto.
Il motivo per cui il riscaldamento domestico con l'uso di biomasse è così impattante sull'ambiente è basato sulla cattiva gestione di questi apparecchi, non sul principio in sé. Lo si è dimostrato confrontandolo con il funzionamento dei grandi impianti controllati e gestiti invece in maniera efficiente.
La combustione irregolare che avviene quando, ad esempio, c'è poca aria e quindi poco ossigeno oppure troppa aria che fa abbassare la temperatura, genera le polveri e gli inquinanti.
Ancora, se la combustione è incompleta, come avviene normalmente nei classici caminetti aperti, la produzione di polveri altamente tossiche è prevalente.
La manutenzione della canna fumaria deve essere effettuata regolarmente.
La prima regola da seguire è sicuramente quella di sostituire i vecchi apparecchi a legna con quelli di ultima generazione, più efficienti. Non basta, però, se questi ultimi non vengono utilizzati correttamente oppure se si tratta di articoli di bassa qualità.
Un modo per non sbagliare è quello di riferirsi alla qualificazione a stelle secondo cui viene assegnato un numero di stelle, da 1 a 5, a seconda del livello di efficienza e di emissione (Decreto 186/2017 del Ministero dell'Ambiente). Oggi è ancora più facile e conveniente seguire queste regole grazie agli incentivi statali e alle detrazioni fiscali.
Preferire macchine con caricamento automatico e gestione automatica delle bocchette d'aria costituisce un ulteriore accorgimento, come abbiamo visto in precedenza.
Così come l'installazione da parte di un tecnico abilitato è buona norma, in modo da fa verificare la messa a norma delle canne fumarie per stufe a legna e caminetti, assicurandone il corretto tiraggio.
Un'altra semplice regola è quella di utilizzare legna stagionata, non trattata e ben asciutta, così come pellet di qualità e provenienza certificata.
Evitare di bruciare altro, come riviste o pezzetti di mobili, che sono sicuramente trattati con sostanze vernicianti. Accendere il fuoco dall'alto.
Sempre partendo dall'esperienza delle Regioni del Bacino Po, sono proprio queste Regioni, seppure con rimodulazioni territoriali, ad aver approvato misure restrittive per limitare le emissioni inquinanti dei generatori di calore a biomassa di natura legnosa.
Così già dal 2018 in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è vietato installare nuovi apparecchi che abbiano meno di 3 stelle, mentre tale divieto è entrato in vigore nel 2019 anche in Piemonte. Possibile l'utilizzo solo di apparecchi catalogati con numero di stelle uguale o superiore a 2.
Dopo questo periodo di transizione, dal 2020 possono essere installati solo nuovi apparecchi con numero di stelle uguali o superiore a 4, con il possibile utilizzo di generatori con 3 stelle.
Il Piano Regionale della Toscana prevede invece restrizioni con solo obbligo di efficienza catalogata 4 stelle per le installazioni in nuove costruzioni o ristrutturazioni e nessun obbligo per le costruzioni esistenti.
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