Il Presidente del Consiglio, a proposito della ricostruzione in Abruzzo e più precisamente a L'Aquila, ha rilanciato l'idea delle New Towns.
Parlando a proposito della ricostruzione post-terremoto in Abruzzo, il premier Silvio Berlusconi ha rilanciato l'idea, già accennata nell'ambito del Piano Casa, delle New Towns.
Ma cosa indica esattamente dal punto di vista urbanistico questo termine anglofono?
Le prime New Towns nacquero in Inghilterra negli anni quaranta per contrastare la crescita congestionata della città di Londra.
L'idea consiste nella creazione di nuovi sobborghi extraurbani, ben collegati alla città, e urbanisticamente completi, quindi con un'area amministrativa e commerciale al centro, circondata da quartieri residenziali, separati da parchi e piccole aree agricole.
L'idea si diffuse anche nel resto d'Europa, dove ne vennero realizzati diversi esempi, mentre in Italia l'unico caso concreto è rappresentato dalla Milano 2 costruita negli anni Settanta proprio da Berlusconi.
I pareri degli architetti su questo tipo di realtà urbane sono piuttosto discordanti. I sostenitori ritengono che essi racchiudano tutte le comodità e i servizi della città, con in più una discreta presenza di spazi verdi, mentre i detrattori le considerano alla stregua di ghetti moderni con soluzioni architettoniche banali.
Per quanto riguarda la ricostruzione de L'Aquila, bisognerebbe comprendere bene cosa il Presidente del Consiglio abbia voluto intendere con il concetto di New Town.
Costruire una nuova città in un altro luogo è un'idea improponibile, soprattutto se si tiene conto del valore storico del centro de L'Aquila, avente un impianto urbanistico di epoca angioina e numerosi monumenti di valore.
Se, invece, per nuova città si intende la sostituzione dell'edilizia gravemente danneggiata delle numerose frazioni colpite, con un'edilizia caratterizzata da standard costruttivi di migliore qualità, allora il discorso cambia significato.
Ritornando invece al discorso più generale del Piano Casa, il Cavaliere aveva annunciato all'atto dell'accordo con le Regioni che il provvedimento, al fine di dare la casa anche a chi ancora non ce l'ha, avrebbe previsto anche la costruzione di nuovi insediamenti urbanistici, le New Towns, appunto.
L'idea ha suscitato molte critiche, anche da parte di urbanisti e architetti, che temono possa dare vita a esperienze di degrado come quelle delle banlieu parigine.
C'è da chiedersi, comunque, dove si potrà trovare il territorio disponibile per edificare intere nuove piccole città, poiché quello di molti comuni è già ampiamente saturo.