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Il Museo dell'Ara Pacis è una delle opere di Architettura moderna piu' controverse e criticate degli ultimi anni in Italia, partendo dall'assunto che nel nostro paese, da svariati decenni, c'è scarsa abitudine sociale all'accettazione di soluzioni architettoniche moderne, al punto tale da generare una sorta di diffusa repulsione verso ciò che è in qualche modo innovativo, per preferire soluzioni che definire in stile è un eufemismo.
L'edificio attuale, completato e reso disponibile alla cittadinanza nella primavera del 2006, è stato realizzato su progetto dell'architetto statunitense Richard Meier, progettista di fama internazionale con grandissima esperienza in fatto strutture destinate alla funzione museale. La scelta di realizzare un nuovo edificio che ospitasse l'importantissimo reperto storico nacque nel 1996 sotto il sindaco Rutelli perché, secondo quanto riporta lo stesso sito del Museo, l'esistente padiglione, progettato dall'architetto Vittorio Ballio Morpurgo nel 1938, non era in grado di garantire le migliori condizioni di protezione dell'Altare della Pace dalle variazioni di temperatura, nonché dalle vibrazioni e dai gas di scarico prodotti dall'intenso traffico veicolare del vicino lungotevere.
Il progetto di Meier, nella sostanza, ha mantenuto il concetto di teca espositiva che già era presente nell'edificio del Morpurgo, rafforzando il senso di trasparenza e di relazione visiva del museo con il contesto urbano per mezzo di una serie di soluzioni progettuali e tecniche che appartengono al consolidato professionismo dell'architetto americano; integrando in un solo edificio tanto la preminente funzione museale quanto una sala per convegni e moderni servizi di accoglienza, Meier ha inteso creare un organismo che raccordasse la localizzazione delle funzioni e le volumetrie stesse, le tracce urbane ed i percorsi preesistenti e, al tempo stesso, potesse in qualche modo isolare il traffico del lungotevere.
È in particolare per questo motivo che tra gli elementi cardine del progetto architettonico, e della sua successiva realizzazione, c'è stato il muro di protezione che scherma il Museo sul lato Sud, proteggendo lo stesso dai rumori del traffico e dalle distrazioni visive che il flusso delle auto avrebbe provocato al godimento della visione dell'Ara Pacis; questo stesso muro è stato l'elemento più criticato dai detrattori del progetto di Meier, tra i quali l'attuale sindaco Alemanno, che vuoi per sincera affezione verso il vecchio padiglione, vuoi per istintiva repulsione per tutto ciò che altera lo status quo urbano, erano stati da subito contrari all'idea di rinnovamento proposta dal nuovo museo.
È notizia di qualche giorno fa che, dopo anni di polemiche ed anche minacce, da parte del sindaco Alemanno, di demolire l'edificio di Meier, l'architetto statunitense è stato a Roma ed in compagnia del sindaco ha visitato il Museo, discutendo con la massima disponibilità delle possibili modifiche da apportare per renderlo ancora più funzionale e piacevole. Con reciproca soddisfazione delle parti, è stato deciso di abbattere parzialmente il muro della discordia, riducendone sensibilmente l'altezza in maniera da restituire completamente la vista delle chiese di San Rocco all'Augusteo e di San Girolamo degli Schiavoni, come richiesto da più parti.
La modifica richiesta sarà realizzabile anche e soprattutto perché l'attuale giunta capitolina ha in progetto di pedonalizzare a breve il tratto del lungotevere di fronte all'Ara Pacis, realizzando un sottopassaggio che allontanerà il traffico veicolare dall'area ed in particolare dal Museo; a quel punto, comprensibilmente, il muro che fungeva da scudo non avrà più ragione di esistere così com'è attualmente, non dovendo più ottemperare alla funzione per la quale era stato originariamente pensato.
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