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La comparsa della muffa nei mesi invernali è un fenomeno molto diffuso nelle abitazioni italiane, anche in quelle relativamente nuove o dotate di buoni sistemi di riscaldamento.
Muffa da condensa sul soffitto - Getty Images
Con l'abbassarsi delle temperature, l'aria interna diventa più umida, la ventilazione naturale si riduce e alcune superfici si raffreddano più rapidamente di altre, creando le condizioni perfette per la formazione di condensa.
È proprio questo accumulo di umidità, spesso invisibile nelle fasi iniziali, a trasformarsi nel terreno ideale per lo sviluppo della muffa.
Molte persone pensano che la muffa sia legata unicamente all'età dell'edificio o a problemi strutturali evidenti, ma nella maggior parte dei casi entra in gioco un insieme di fattori: abitudini quotidiane, gestione errata del riscaldamento, scarsa aerazione o piccoli ponti termici non riconosciuti.
L'inverno, più di ogni altro periodo, mette a dura prova gli ambienti interni perché la casa rimane chiusa più a lungo e la differenza tra temperatura interna ed esterna crea sbalzi che favoriscono la condensa.
La muffa da condensa si forma principalmente perché l'umidità interna non trova vie di fuga e si deposita sulle superfici più fredde.
Condensa sul vetro della finestra - Getty Images
Il vapore prodotto da docce, cottura dei cibi, asciugatura dei panni e semplice respirazione resta intrappolato negli ambienti, soprattutto quando le finestre rimangono chiuse per molte ore.
Ogni casa produce quotidianamente una grande quantità di vapore acqueo, e se l'aria non viene rinnovata, la presenza di umidità cresce fino a superare il livello che gli ambienti possono sopportare senza creare problemi.
Quando l'aria umida incontra una superficie fredda, un angolo esterno, una parete non isolata, un vetro poco performante, condensa immediatamente, lasciando uno strato di umidità che può trasformarsi in muffa nel giro di pochi giorni.
Il problema non è solo estetico: muffa e condensa indicano un ambiente in disequilibrio, poco salubre e spesso inefficiente dal punto di vista energetico.
La muffa in casa non si distribuisce in modo casuale: tende a formarsi in zone specifiche. Gli angoli agli incroci tra pareti e soffitti sono tra i punti più colpiti, perché lì si accumula il freddo e la ventilazione naturale è scarsa.
Le finestre sono un punto critico - Getty Images
Anche dietro i mobili, dove non c'è movimento d'aria, si crea un microclima ideale per la proliferazione delle spore.
Altre zone critiche sono i bagni, specialmente quelli senza finestra, dove il vapore acqueo rimane intrappolato e si deposita sulle pareti più fredde.
Anche le camere da letto possono sviluppare muffa, soprattutto vicino alle finestre o sulla testata del letto se la parete è esposta verso nord, dove la temperatura superficiale scende maggiormente.
Infine se le finestre non hanno una buona tenuta risultano anch'esse un punto critico.
Una delle cause principali della muffa invernale è la scarsa ventilazione.
Durante i mesi freddi si tende a tenere porte e finestre chiuse per trattenere il calore, ma in questo modo l'umidità interna cresce rapidamente.
Bastano pochi minuti al giorno di aerazione mirata per mantenere l'aria più asciutta e salubre.
Una soluzione semplice è areare regolarmente - Getty Images
Anche piccole abitudini possono fare la differenza. Ad esempio, asciugare i panni dentro casa senza ricambio d'aria aumenta notevolmente l'umidità.
Così come cucinare senza utilizzare la cappa aspirante o non arieggiare il bagno dopo la doccia.
In inverno, le abitudini sbagliate si amplificano perché le finestre rimangono chiuse per più tempo, e questo può alterare l'equilibrio igrometrico dell'intera abitazione.
Controllare questi comportamenti è un primo passo per prevenire la muffa, ma in alcuni casi è necessario adottare strategie più strutturate.
Molti non sanno che un riscaldamento gestito male può favorire la muffa.
Alzare troppo la temperatura e poi spegnere l'impianto crea sbalzi che aumentano la condensa sulle superfici fredde.
Meglio evitare sbalzi di temperatura - Getty Images
Una temperatura costante, leggermente più bassa ma omogenea, riduce invece la formazione di punti critici.
Le case con termosifoni posizionati sotto le finestre, se dotate di infissi poco performanti, possono creare micro-zone fredde che attirano l'umidità.
Anche la presenza di spifferi contribuisce a mantenere bassa la temperatura della superficie interna delle pareti, incentivando la formazione di condensa.
Gestire il riscaldamento in modo equilibrato e continuo, evitando accensioni brevi e intense, aiuta a stabilizzare le temperature superficiali e ridurre notevolmente il rischio di muffa.
Molte famiglie iniziano a preoccuparsi della muffa solo quando compare, ma intervenire prima dell'inverno è la strategia migliore.
I primi segnali non sono sempre visibili: leggere macchie, odore di chiuso, sensazione di umidità nell'aria.
Meglio evitare di stendere i panni in casa - Pixabay
Agire in anticipo significa controllare gli ambienti, verificare la presenza di superfici fredde, riorganizzare i mobili per una migliore circolazione dell'aria e valutare eventuali miglioramenti all'isolamento.
Lasciare uno spazio minimo tra armadio e parete, evitare di appoggiare il letto su pareti fredde e ridurre la presenza di tessuti difficili da asciugare aiutano a prevenire la formazione delle spore.
Vien da sè che, anche stendere i panni dentro casa in questo periodo è una pratica da evitare.
In questo periodo è utile anche controllare il funzionamento delle cappe, dei ventilatori del bagno e dei sistemi di ricambio d'aria, che diventano fondamentali nei mesi successivi.
Ridurre l'umidità è l'obiettivo principale per evitare la muffa.
Oltre alla ventilazione quotidiana, è possibile adottare soluzioni come l'uso mirato dei deumidificatori, soprattutto nelle stanze più soggette al problema.
Un deumidificatore portatile può essere un'ottima soluzione - Getty Images
Anche piccoli cambiamenti possono aiutare, come utilizzare la cappa aspirante ogni volta che si cucina e lasciarla accesa per qualche minuto in più per eliminare completamente il vapore.
La temperatura interna dovrebbe rimanere stabile: mantenere 19-20 gradi in modo costante è più efficace che alternare fasi di caldo intenso e periodi di raffreddamento.
Questo equilibrio limita la formazione di condensa e rende l'ambiente più confortevole.
Se la muffa compare ogni inverno, potrebbe essere necessario intervenire con soluzioni più avanzate.
Finestra vecchia ormai obsoleta - Getty Images
L'installazione di una ventilazione meccanica controllata, anche nella versione puntuale, permette di rinnovare l'aria in modo continuo eliminando umidità e spore.
Un altro intervento efficace riguarda i ponti termici: isolare le pareti fredde o applicare pannelli termici interni può ridurre drasticamente la formazione di condensa.
Anche la sostituzione degli infissi obsoleti è spesso risolutiva, migliorando la tenuta termica e riducendo le zone fredde vicino ai vetri.
Questi interventi richiedono una valutazione più approfondita, ma sono quelli che garantiscono i risultati più duraturi.
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