I mobili smontabili sono la soluzione perfetta ai problemi di spazio: possono essere compattati e riposti in velocità e tornare utili in caso di ospiti improvvisi.
Prendere i pezzi, montarli, smontarli: sembra un gioco da bambini e invece è, in tempo di crisi economica, una delle tendenze più in voga per l'arredo e il design in genere.
Acquistare e collocare nella propria casa pezzi impegnativi che, in più, ingombrano spazio prezioso in ambienti piccoli adibiti a diverse funzioni (mangiare, ricevere, dormire, rilassarsi) è un lusso che solo pochi fortunati possono permettersi.
Fare invece un investimento ragionevole su arredi di buona qualità che, al contempo, possano essere riposti dopo averne smontato i pezzi può essere una buona carta da giocare, specie in contesti giovani, metropolitani e soggetti a un cambiamento frequente di esigenze abitative.
Come amo ripetere spesso, esiste anche un design a costi ragionevoli, eccellente nelle forme e nei materiali al pari di alcuni prodotti fuori budget medio.
Il carattere temporaneo di alcuni arredi tende inoltre a sposare, per ispirazione progettuale e genesi, la causa dell'ecosostenibilità.
Ecco dunque come materiali tradizionalmente umili, come il cartone, portati recentemente al fulgore della ribalta grazie allo loro riciclabilità totale, si trovano contestualizzati in location d'eccezione. Stand espositivi e spazi aperti al pubblico, connotati formalmente in modo forte e deciso, pullulano di oggetti accattivanti, dal design inedito e spregiudicato, in pieno ambito green.
L'italianissimo progetto Etcetera verte ad esempio su mobili da soggiorno belli da mostrare, comodi da vivere e facili da riporre. Destinati al living, sono realizzati in cartone e, con poche e rapide mosse, possono essere ripiegati e accantonati fino al successivo riutilizzo.
La panca componibile Have a seat! (l'invito è addirittura riportato sulla superficie della seduta) pesa appena 5 kg, è lunga ben 186 cm e può ospitare, con una spesa che supera appena i 110 euro, ben quattro persone.
Il target del suo utente medio, giovane, colto e magari un po' indeciso, si combina con la facilità di acquisto proposta dall'azienda; la transazione avviene online con pochi clic e, dopo alcuni giorni, la panca arriva a casa pronta per essere assemblata.
Lo stesso spirito un po' nomade anima il tavolo Takeaway T, anche questo di Etcetera. Tre soli pezzi vanno a comporre un ripiano di 150 x 70 cm e due sostegni laterali pieni e rigidi. Quattro persone vi siedono comodamente attorno e, al termine della riunione, possono trascinarlo via (in un altro ambiente o in disparte, in attesa di essere smontato) tramite il comodo foro / maniglia laterale.
Alessandro Bazoli disegna invece per Clab4design la divertente seduta temporanea Sgabellox, realizzata in multistrato da 15 mm di spessore lasciato al grezzo per esaltare il carattere naturale dell'insieme.
Betulla e faggio sono le essenze disponibili per la finitura esterna dei tre pezzi che lo costituiscono e che, assemblati, danno vita a un oggetto utile anche in contesti non domestici. In più lo sgabello è richiudibile e trasportabile grazie alla comoda maniglia / tracolla in cordoncino di cotone di colore a contrasto.
Arredi temporanei come quelli descritti nascono molto spesso da una fase preliminare di progettazione e studio che prevede un'autoproduzione di verifica delle diverse parti componenti.
La sperimentazione è infatti, il più delle volte, assolutamente essenziale alla comprensione delle potenzialità espressive e funzionali di un arredo che porti con sé una forte ventata di originalità e innovazione e che in più debba essere flessibile, economico e poco ingombrante.
Tommaso Colia, giovane designer milanese, si dimostra interprete perfetto di questa esigenza. La sua collezione Dry Furniture, realizzata in prototipo e pubblicata sulla rivista Ottagono già qualche anno fa, è completamente self – built e combina, con un semplice e intuitivo gioco a incastro, alcuni pannelli di multistrato sapientemente sagomati e intagliati.
Sul sito del designer è disponibile un breve video nel quale viene mostrato, in sequenze intuitive e veloci, il procedimento costruttivo sotteso a ciascun arredo: lo sgabello, la sedia, la libreria e il tavolo.
Ma cartone e legno non sono gli unici protagonisti dell'effimero regno del mobilio smontabile. Tra tante proposte è possibile pescarne qualcuna che, anche solo per l'eccellenza della materia prima impiegata (nel caso specifico, la pelle), segna un passo decisivo nella definizione di ciò che, seppure temporaneo, mira a diventare esempio di stile.
Dakar, ad esempio, è una poltrona che già nel nome evoca remote e avventurose mete di viaggio. Verdesign, azienda del pordenonese, la distribuisce in un kit di montaggio che non ha nulla a che vedere con quanto è possibile trovare nei grandi magazzini del fai da te.
Una coppia di montanti laterali in legno, che inquadrano e sostengono la seduta, si abbinano a due semplici cuscini rettangolari foderati in pelle. La parte posteriore tesa richiama infine la precarietà e la leggerezza delle tende che punteggiano il deserto e che, già a molta distanza, evocano il luogo della sosta e del riposo.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare i siti:
Etcetera
Clab4design
Tommaso Colia
Verdesign