Il catastrofico terremoto in Abruzzo ha, ancora una volta, messo in evidenza le carenze strutturali degli edifici italiani.
Periodicamente il nostro Paese viene scosso da terremoti devastanti che mettono in luce la scarsa sicurezza degli edifici.
All'indomani del sisma di San Giuliano di Puglia, quando perirono 27 bambini con una maestra nel crollo della loro scuola, venne varato un procedimento legislativo di modifica della Normativa tecnica per la costruzione in zone sismiche, in cui venne anche stilata una nuova e più severa classificazione sismica del Paese.
Oggi si torna a parlare di sicurezza, solo dopo la tragedia che ha colpito l'Abruzzo, dove a crollare non sono stati solo edifici particolarmente vetusti, ma anche buona parte di edilizia costruita negli anni '60 e '70, nonché l'Ospedale, costruito appena nove anni fa e quindi, in teoria, con misure antisismiche.
Il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, nel corso della sua missione a Mosca, commentando quanto accaduto in Abruzzo, ha ricordato come gli edifici italiani siano carenti dal punto di vista delle modalità costruttive antisismiche ed ha invitato a tenerne conto nel Piano Casa, che, prevedendo un ampio sviluppo delle attività edilizie nei prossimi mesi, dovrà costituire anche uno strumento per promuovere la messa in sicurezza degli edifici esistenti.
È molto importante dare peso a questo aspetto nel nuovo programma edilizio in quanto proprio l'Italia, che è un paese ad alto rischio sismico, deve fare i conti con gran parte di edilizia di vecchia costruzione, con edifici abbastanza recenti ma di scarsa qualità e costruiti in assenza di requisiti antisismici, nonché con edilizia abusiva e quindi realizzata senza tener conto della sicurezza.
Una soluzione prospettata da diversi esponenti politici è ad esempio, quella di dare accesso ai bonus volumetrici solo a quelle soluzioni progettuali che tengano conto, negli interventi di ampliamento o ricostruzione, anche della sicurezza antisismica, oltre che della buona qualità energetica degli edifici.
Non va dimenticato che già in passato si era tentato di rendere obbligatorio uno strumento di controllo per la sicurezza degli edifici, il cosiddetto Fascicolo del fabbricato, anche questo pensato all'indomani di un evento luttuoso (il crollo di una palazzina a Foggia).
Ma diverse sentenze hanno dichiarato il provvedimento illegittimo e, pertanto, allo stato attuale, esistono solo strumenti di controllo della conformità urbanistica e fiscale degli edifici e non di quella strutturale.
Se è vero che non esistono strumenti per prevedere con sicurezza i terremoti, è altrettanto vero che esistono soluzioni in grado di prevenirne e ridurne i danni, e Giappone e California hanno fatto scuola da questo punto di vista.
Si spera, quindi, che il Piano Casa, possa diventare realmente un'occasione per un rinnovamento generale del parco case italiano, e che si tenga finalmente conto del rischio sismico a cui è soggetta la Penisola.