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Mafia nei parchi eolici

La "piovra" allunga i suoi tentacoli anche sul nuovo business delle energie rinnovabili e dei parchi eolici.
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Le energie rinnovabili, oltre ad essere la soluzione da cui non si può prescindere per la vita e l'economia del futuro, rappresentano anche un'ottima forma di investimento dal punto di vista imprenditoriale.
Parco eolicoEra prevedibile, quindi, che anche le grandi organizzazioni criminali, come la mafia, finissero per speculare sul business delle energie alternative.

In particolare, un'inchiesta giudiziaria sta scuotendo il mondo dell'imprenditoria e della politica siciliana proprio in queste ore.
Il gip palermitano Antonella Consiglio, su richiesta dei Pm della Procura antimafia Ambrogio Cartosio e Piero Padova, ha emesso otto ordinanze di custodia cautelare nei confronti di politici ed imprenditori non solo del trapanese, ma anche campani e trentini, eseguite da oltre cento tra agenti della Squadra mobile e carabinieri del Reparto operativo provinciale di Trapani.

Turbina eolicaGli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, corruzione e violazione della legge elettorale, a causa dell'intreccio venuto alla luce con la cosca mafiosa del boss latitante Matteo Messina Denaro.

In diversi comuni della Sicilia le amministrazioni locali hanno progressivamente optato per un vasto programma di espansione dello sfruttamento dell'energia eolica: l'indagine mette sotto accusa le dinamiche politiche ed imprenditoriali che in questi anni hanno portato alla realizzazione dei parchi eolici.

In base a quanto scaturito dalle indagini, gli arrestati avrebbero consentito alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo di controllare, anche attraverso il voto di scambio, le attività connesse a questi progetti, come appalti, autorizzazioni e servizi pubblici legati alla produzione di energia elettrica da fonte eolica.

Attraverso un'intensa attività di intercettazione l'operazione, denominata “Eolo”, ha appurato che i boss mafiosi controllavano il settore attraverso l'affidamento alle loro imprese delle attività per la realizzazione degli impianti, come scavi, movimenti terra, fornitura di cementi ed inerti, senza contare gli ingenti finanziamenti stanziati dalla Regione che ricevevano, il tutto per un giro di svariati milioni di euro.

Fila di turbine eolicheTra gli arrestati figura anche Luigi Franzinelli, noto imprenditore trentino del settore dell'eolico e socio di Sud Wind s.r.l..
Franzinelli, secondo l'accusa, avrebbe ottenuto importanti appalti per la realizzazione di impianti eolici, in cambio di cospicue somme di denaro ed automobili di lusso, regalati a politici e funzionari comunali compiacenti, che avrebbero favorito la sua società per l'assegnazione dei lavori di realizzazione di un parco eolico.

Alcuni degli impiegati finiti in manette avrebbero anche violato il segreto d'ufficio, rendendo noto un documento della società Enerpro e permettendo, in questo modo, alla Sud Wind di presentare uno schema di convenzione per la realizzazione di un parco eolico, più vantaggioso rispetto a quello della concorrente.

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