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Il 5 dicembre è stata finalmente aperta al pubblico un'altra ala espositiva del MACRO, Museo d'Arte Contemporanea, con molto ritardo, cosa che molto spesso accede in Italia e soprattutto a Roma.
È stata proprio una sfida, per quest'architetta francese dallo stile un po' noir, far nascere un nuovo fulcro per l'arte nella capitale, che negli ultimi anni ha molto investito in questo campo, facendo passi in avanti verso la modernità, alla stregua delle più grandi capitali europee.
Ed ecco nascere in un quartiere semi-centrale, dai connotati quindi tipici della Roma antica, il MACRO, che diventa, non solo un nuovo polo d'attrazione per i turisti, ma anche e soprattutto una nuova piazza urbana, nata dove se ne aveva proprio bisogno: chiunque può entrare negli spazi senza pagare il biglietto, che verrà richiesto solo per le esposizioni temporanee.
Quasi 4500 mq, aree espositive, sala conferenza, bookshop, bar e ristorante, più un parcheggio -elemento non trascurabile in una città sempre intasata-, il tutto per la somma di circa 25 milioni di euro.
Il colore nero predominante è chiaramente il segno stilistico distintivo, ma l'ingresso a cielo aperto con un sistema di travi reticolari che sostengono la copertura vetrata, le passerelle dei percorsi espositivi, il volume scatolare rosso come contenitore della sala conferenze posta in un spazio a tutta altezza, la terrazza che offre una magnifica vista sui tetti, sono sicuramente gli elementi caratteristici del museo, che lo rendono unico nel suo genere.
Tra le prime esposizioni, è possibile, inoltre, visitare l'opera vincitrice del premio Enel Contemporanea Award 2010, Are you really sure that a floor can't also be a ceiling?, realizzata dagli artisti Bik Van der Pol: una teca vetrata che ospita grandi farfalle e fiori, di chiaro rimando alla struttura della nota Farnsworth House di Mies van der Rohe.
Info: www.macro.roma.museum
www.odbc-paris.com
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