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Ancora in fermento l'imposizione fiscale sulla casa. Già la IUC, Imposta Unica Comunale, era stata annunciata come un tributo unico per il settore della casa, in modo da rendere almeno la gabella più semplice da pagare, visto che non era possibile renderla meno gravosa.
Invece, come abbiamo visto in questi mesi del 2014, la IUC si compone a sua volta di altri tributi:
• l'IMU, l'imposta sulla casa da cui resta esclusa l'abitazione principale
• la Tasi, tassa sui servizi indivisibili, a carico non solo del proprietario, ma anche, in parte, degli affittuari
• la Tari, la nuova imposta per lo smaltimento dei rifiuti, a carico del detentore dell'immobile.
Al di là dei differenti tributi, ciò che ha reso particolarmente complicata la vita dei contribuenti è stato il ginepraio di differenti aliquote, scadenze, eventuali detrazioni, nonché il colpevole ritardo di molti Comuni a deliberare nei tempi prestabiliti su questi aspetti.
Il Governo è corso ai ripari annunciando per il 2015 l'introduzione di una Local Tax, destinata a mandare definitivamente in pensione Imu, Tari e Tasi, racchiudendo (stavolta davvero) in una sola imposta tutti i tributi locali relativi agli immobili e favorendo in tal modo una vera semplificazione fiscale.
È notizia di questi ultimi giorni, tuttavia, il rinvio al 2016 della Local Tax poiché le norme relative sono state stralciate dall'ultima versione della Legge di Stabilità diffusa alla stampa.
La Local Tax dovrebbe quindi essere oggetto di un decreto legge ad hoc che il Parlamento dovrà varare nei prossimi mesi.
A quanto pare l'introduzione del tributo non è affatto un meccanismo semplice se, come trapelato da alcune indiscrezioni, il Parlamento dovrà stringere i tempi per riuscire a legiferare entro il 2015, rispettando in tal modo la scadenza del 2016.
Diversi sono i motivi a cui è dovuto lo slittamento, primo fra tutti il fatto che la Local Tax, a differenza di quanto avviene ad esempio per l'Imu, sarà un tributo i cui introiti andranno completamente a finanziare le casse dei Comuni e questo determina una maggiore difficoltà a far quadrare i bilanci dello Stato. Infatti, una parte delle entrate erariali si basa sui proventi dei tributi versati da immobili, come capannoni, alberghi e uffici destinati invece con questa tassa ai Comuni.
Allo stato attuale, la Local Tax si trova in fase di progetto e non sappiamo ancora con precisione come si presenterà. Possiamo per il momento illustrarvi qualche anticipazione, sulla base dei presupposti che hanno portato a idearla.
Ecco pertanto le principali caratteristiche della tassa:
• essa aggregherà tutti i tributi sulla casa attualmente esistenti: IMU, TASI, (forse TARI), ma anche addizionale Irpef e altri tributi locali (come imposta di scopo, imposta di pubblicità e affissione, tassa di soggiorno, imposta per l'occupazione di suolo pubblico)
• i Comuni avranno l'esclusiva titolarità sull'imposta, ai fini di una loro completa autonomia fiscale. A fronte di ciò verrebbe ovviamente ridotto il fondo di solidarietà in favore delle amministrazioni locali da parte dello Stato centrale
• ci sarà molto probabilmente una detrazione unica da applicare a tutti gli immobili aventi requisito di abitazione principale e verranno ridotte le possibili aliquote applicabili.
Lo scopo del Governo è quello di eliminare la confusione di detrazioni ed aliquote differenti esistenti oggi tra Comune e Comune (sono in vigore ben 200.000 aliquote diverse!).
A tal fine i Comuni potrebbero definire una sorta di macrocategorie entro cui muoversi, ad esempio quella delle prime case, quella delle seconde abitazioni, quelle degli immobili in affitto e così via
• l'aliquota base dovrebbe essere frutto della somma tra quelle attuali di Imu e Tari, anche se non si sa ancora se verrà mantenuto il tetto massimo del 10,6 per mille;
• si pensa poi di annullare la percentuale di tributo a carico degli inquilini che al momento ha generato più caos per l'esecuzione corretta dei calcoli, di quanti siano stati effettivamente i maggiori introiti. Questo, però, solo per gli immobili a uso abitativo.
Dal tributo unico dovrebbe rimanere esclusa la Tari, in quanto tale imposta prevede modalità di calcolo differenti, non basate in genere sulla rendita catastale, ma sui metri quadri dell'immobile o sul numero degli occupanti.
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