Ispirato da un estro senza eguali, Ingo Maurer sembra proprio un personaggio alla pari di re Mida, condividendo con il mitologico re la capacità di trasformare in luce tutto ciò che tocca.
Schegge di piatti, stracci, plastica, alluminio e altri materiali poveri diventano veri e propri preziosi, vittime di un potere creativo che conferisce loro augusto splendore.
Il risultato finale, è spesso un'immagine semplice e artigianale, imperniata sull'emozionalità del manufatto che diventa protagonista dell'arredo di una stanza.
L'ultima opera di questo guru della luce, vede la sua realizzazione in seguito ad una commissione da parte della Fondazione Carispe, che chiese all'uomo di illuminare la sala più importante della sede in via Chiodo a La Spezia.
Il risultato andò oltre ogni aspettativa.
L'artista creò un pezzo unico ispirato ad uno degli emblemi della perfezione assoluta: l'uovo di struzzo che domina la scena della Sacra Conversazione di Piero della Francesca.
L'uovo ha sempre avuto un forte simbolismo sacro, nella interpretazione del dipinto, molti son stati i sensi attribuitigli come il valore alchemico-cristiano dei quattro elementi, o anche il richiamo all'uovo come simbolo di vita, nascita e rinascita.
Un uovo, quello raffigurato nella scena Sacra, illuminato da una luce uniforme, come a regalare l'idea di uno spazio centralizzato, armonico e geometricamente equilibrato.
Un uovo, quello di Ingo Maurer, che racchiude in sé la luce, la distribuisce propagandola attraverso le crepe che sembrano effetto dell' indomabile e irrompente potere della luce.
Un uovo che dà luce alla vita il primo e un uovo che da vita alla luce il secondo.
Da questo nucleo, la Fondazione ha di recente ospitato una vera e propria mostra in onore di Ingo Maurer, che racconta la storia di una vita dedicata alla creatività attraverso la luce.
A partire dalla lampada Bulb (1966), fino ad arrivare a l'Uovo (2008), passando attraverso opere dotate di originale e potente forza espressiva, come la celebre lampada Lucellino (1992), o il Led Table (2003).
L'irriverente e ironico artista si è confermato ancora una volta un vero e proprio seduttore della luce.
5 chilogrammi di gusci d'uovo frantumati per rivestire l'esterno, 100 chilogrammi per la creazione dello scheletro, una pellicola strappata a mano un pezzo alla volta, e un minuzioso lavoro inteso a nascondere le strutture e le componenti elettroniche sono solo alcuni dei dati inerenti la lampada Uovo di Ingo Maurer.
Una creazione questa, come tutte le altre, che nasce da una lampada geniale che si accende nella mente dell'artista e subito dopo nelle sale a dominarne l'arredo.
www.fondazionecarispe.it
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