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Il mercato dei TV e monitor, attualmente, è rappresentato dalla concorrenza tra la tecnologia LCD e quella al Plasma.
Solo nelle grandi misure (da 42” in su) eccelle quella al Plasma.
Viceversa, nel settore informatico prevale senza rivali la soluzione LCD.
Una delle future evoluzioni degli schermi televisivi piatti è quella della tecnologia OLED, attualmente utilizzata in fotocamere digitali, telefoni cellulari, sistemi di navigazione satellitare e altri dispositivi di piccole dimensioni.
OLED è acronimo di Organic light-emitting diode: si tratta di un sistema che garantisce una maggiore luminosità e nitidezza degli attuali schermi LCD con pannelli caratterizzati da uno spessore ridotto ai minimi termini oltre a un consumo energetico estremamente basso.
Un diodo organico ad emissione di luce (OLED) è un tipo di LED in cui lo strato emittente contiene film sottilissimi di composti chimici organici (costituiti prevalentemente da Carbonio).
In sintesi, mentre negli LCD è presente una sorgente luminosa che illumina i cristalli liquidi contenuti nelle celle dello schermo, gli OLED hanno la capacità di emettere luce propria.
In questo modo si rende il sistema OLED meno dispendioso sul piano energetico, inoltre i display OLED possono essere stampati su diversi materiali, anche flessibili, utilizzando tecnologie simili a quella a getto di inchiostro.
Lo strato elettro-luminescente integra una sostanza polimerica che permette il deposito di composti organici capaci di disporsi in file e colonne su una superficie piana, utilizzando di fatto un semplice metodo di stampa per creare una matrice di pixel che può emettere luci colorate diverse.
Il vantaggio offerto dagli OLED consiste nel fatto che, l'angolo di visione offerto è più ampio rispetto ai display LCD, dando modo di vedere le immagini da posizioni angolatissime senza perdita di qualità.
Inoltre, la tonalità, la luminosità sono nettamente superiori rispetto alle soluzioni LCD proprio perché sono gli stessi pixel OLED ad emettere luce. I neri sono più profondi perché per ottenerli i sub-pixel si spengono, come avviene nei Plasma; con evidenti conseguenze positive anche sui consumi energetici.
Ulteriore fattore importante da considerare è il tempo di risposta di ciascun pixel che risulta essere molto più rapido negli OLED che nei display tradizionali (nei quali ogni pixel è costituito da tre sub-pixel di colore diverso (RGB), quindi si ha un considerevole incremento della qualità e della rappresentazione di immagini in rapidissimo movimento.
Di contro, il difetto della tecnologia OLED è legato alla vita dei composti organici che ne permettono l'operatività. Gli OLED blu, ad esempio, utilizzati per i flat display difficilmente superano le cinquemila ore, ancora poco rispetto alle 50/60 mila ore degli LCD.
Le ultime sperimentazioni hanno però confermato che è possibile spremere i componenti chimici per superare le 20 mila ore di operatività. Nello specifico il risultato è stato ottenuto con i più avanzati PHOLED.
Oltre a questa criticità è stato rilevato che una qualsiasi piccola intrusione di acqua nel display può danneggiare o anche distruggere i materiali organici.
Processi avanzati di sigillamento, però, se da una parte sono in grado di risolvere parzialmente il problema, dall'altra riducono fortemente le caratteristiche di flessibilità.
Il motivo per cui oggetti che sfruttano questa eccezionale tecnologia non hanno ancora invaso i mercati internazionali è il loro prezzo, che è ancora molto alto a causa dei costi di produzione, ma proprio per la fine di quest'anno potremo ammirare nelle vetrine europee il frutto di queste ricerche tecnologiche.
I brevetti, per ora, sono in mano a Eastman Kodak e pochissime altre aziende che ovviamente richiedono ingenti investimenti per l'utilizzo delle eventuali licenze, ma vi sono altri produttori che stanno già sviluppando apparecchi televisivi basati su questa tecnologia come Sony e il gruppo industriale costituito dalla joint venture di Toshiba e Matsushita Electronics (Panasonic), ma anche altre aziende come Samsung sono pronte a mettere in campo i risultati delle loro ricerche.
Proprio Toshiba Matsushita Display Technology, costituita precisamente per il 60% da Toshiba e per il 40% da Matsushita, ha già creato un modello di schermo OLED da 20,8 pollici capace di garantire una risoluzione di 1280 x 768 pixel.
www.samsung.com
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