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Svariate sono le forme di umidità che possono colpire gli edifici in calcestruzzo e maggiormente quelli in muratura. La più diffusa riguarda essenzialmente piani terra e cantinati ed è l'umidità di risalita per capillarità dal suolo, nota anche come umidità ascendente.
Il problema dell'umidità di risalita è sempre stato presente all'interno delle nostre case, rendendo insalubri gli ambienti in cui viviamo quotidianamente.
Questo fenomeno si verifica grazie alla capacità dell'acqua di risalire per capillarità ovvero attraverso pori e condotti presenti nei materiali costituenti le murature.
Tutto questo sembrerebbe impossibile poiché va a sfidare le ben note leggi di gravità.
In realtà il fenomeno si verifica perché innescato da forze di tipo elettrico che si generano tra le pareti dei capillari e le molecole d'acqua presenti nel sottosuolo.
Per spiegare in maniera semplice il fenomeno si potrebbe richiamare l'esperimento della bacchettina di plastica elettrizzata per sfregamento, che tutti da piccoli abbiamo provato a fare almeno una volta.
Questa bacchettina elettrizzata per sfregamento tende ad attirare verso di sè i pezzetti di carta. Allo stesso modo la medesima bacchettina di plastica elettrizzata è in grado, se posta in prossimità di un flusso d'acqua, come potrebbe essere quello del rubinetto, di deviarlo.
Essenzialmente quindi parliamo di forze elettrostatiche di piccola entità che con interventi mirati possono essere contrastate.
L'umidità di risalita può interessare sia le vecchie costruzioni che quelle recenti e si verifica quando il sistema di isolamento con il piano di posa, quasi sempre umido, è mancante, inefficace o danneggiato.
L'umidità provenente dal sottosuolo grazie al fenomeno della risalita capillare dei liquidi attraverso i pori di un materiale, risale dalle fondamenta e si manifesta nella zona bassa delle murature con distacchi d'intonaco, escrescenze del tipo muffa e cose del genere.
Ogni caso è diverso dall'altro; i parametri che determinano il grado di risalita dell'umidità sono:
-la presenza di acqua nel sottosuolo
-la porosità
-la capacità assorbente dei materiali da costruzione
-l'influenza dei fenomeni atmosferici e stagionali
Infatti, si verificano casi in cui l'altezza dell'umidità tende ad aumentare nei mesi freddi o piovosi, poiché non vi è evaporazione naturale.
Il comportamento del materiale da costruzione varia a seconda della tipologia, ma soprattutto in relazione alla porosità, ovvero la predisposizione di un materiale ad assorbire l'acqua.
Quest'acqua, penetra nel materiale muovendosi poi al suo interno attraverso il fenomeno fisico della risalita capillare.
Aspetto importante quando si parla della capillarità riguarda il diametro dei capillari; a quelli più sottili corrisponderà una maggiore risalita e viceversa.
I danni che l'umidità presente nelle pareti delle nostre case può comportare possono essere di diversa natura.
Si parla di danni statici, quando la struttura si indebolisce; ciò accade nella misura in cui i sali presenti sia nel terreno che nel materiale da costruzione, tendono a sciogliersi nell'acqua, la quale, per risalita capillare tende a penetrare nel materiale stesso.
L'acqua penetrata nel materiale tenderà in parte a evaporare mentre il sale presente in soluzione rimarrà intrappolato nell'intonaco.
Il sale, durante il fenomeno di evaporazione, tende a cristallizzarsi aumentando di volume, comportando la rottura dello strato d'intonaco. In questo modo la struttura resterà nuda e quindi sarà molto più facilmente attaccabile da tutti gli agenti degradanti esistenti in natura.
Ci possono essere dei danni estetici che si manifestano sulle murature con macchie e aloni, presenza di muffa, intonaco che si sfalda, colore che si scrosta, efflorescenze saline.
I danni alla salute sono dovuti essenzialmente alle escrescenze del tipo muffa che si sviluppano nell'intonaco; questa è a tutti gli effetti un fungo che si alimenta con l'umidità.
Le sue spore sono nocive e si impregnano negli armadi e nei vestiti.
Inoltre, l'elevato tasso di umidità all'interno di un ambiente, dovuto alla presenza di un muro umido e freddo, provoca una maggior presenza di condensa, soprattutto durante il periodo invernale e comporta inevitabilmente condizioni ambientali insalubri che possono procurare malattie come raffreddori, sinusiti, mal di gola, artriti, reumatismi, ecc..
Non è da sottovalutare l'aspetto riferito ai danni economici che questo fenomeno comporta.
Infatti, parliamo di costi di riscaldamento eccessivi proprio per la presenza di muri freddi.
L'utilizzo di deumidificatori, nonché la necessità di eseguire di continuo opere di rifacimento dell'intonaco, della pittura, dei pavimenti in legno, mobili rovinati, tappezzeria e simili.
Per risolvere questo problema si può optare per l'utilizzo di un intonaco protettivo del tipo traspirante macroporoso, a base di calce idraulica naturale, prodotto dall'azienda Weber e denominato weber.san calce.
Questo intonaco a base di calce naturale, ha la capacità di annullare l'effetto prodotto dalla combinazione di umidità e sali che tende a far perdere alle murature quasi il 50% del loro potere isolante, comportando notevoli dispersioni di calore.
Davvero semplice nella sua applicazione, questo prodotto non necessita di trattamento antisale, contrasta l'aggressione salina e deumidifica, risultando ideale per murature interne ed esterne, anche con notevoli spessori.
Composto essenzialmente da calce e pozzolana amorfa;quest'ultima è la principale responsabile dell'aspirazione rapida dell'acqua contenuta nei muri.
La sua posa in opera segue il normale ciclo di intonacatura delle pareti murarie eseguita a due mani.
Un altro prodotto che può essere utilizzato con la stessa funzione, anch'essa di origine completamente naturale, è la Biocalce® Tasciugo®, prodotta dall'azienda KERAKOLL spa.
Questo intonaco protettivo assicura una disidratazione continua del muro e attiva il processo di asciugamento per vaporizzazione anche in presenza di forti concentrazioni di umidità di risalita.
Una delle sue caratteristiche principali è la capacità di assorbimento che risulta superiore a quella delle murature e questo le permette di assorbire, dunque di eliminare dalla parete, l'acqua proveniente dal fenomeno di risalita capillare dell'umidità.
Per cercare di bloccare o quanto meno di limitare questo problema si può decidere di operare creando un taglio nella muratura.
Parliamo di taglio chimico, realizzato utilizzando una microemulsione siliconica concentrata, come Mapestop della Mapei, da diluire in cantiere.
Questa soluzione è a base di silani e silossani, ed è esente da solvente; applicata all'elemento intressato ha proprio la funzione di bloccare questo fenomeno di risalita capillare sul nascere.
Un altro metodo è l'utilizzo della tecnologia Domodry, un sistema biocompatibile che può essere applicato a qualsiasi struttura che manifesti il fenomeno di umidità ascendente.
L'obiettivo di questa tecnologia innovativa, che oggi si sta ampiamente diffondendo sul mercato, è quello di neutralizzare la carica elettrica dell'acqua presente nel terreno che si trova a stretto contatto con la muratura, impedendone così la risalita.
L'umidità già presente nel muro, viene gradatamente espulsa per evaporazione naturale.
Questa tecnologia si basa sull'utilizzo di un dispositivo di piccole dimensioni dotato di display, ovvero un generatore di deboli onde elettromagnetiche, innocue per l'organismo umano.
Le onde tedono a neutralizzare il potenziale elettrico, bloccando alla fonte il fenomeno di risalita capillare dell'acqua.
Applicato a parete, il dispositivo viene collegato elettricamente all'impianto di casa e ha un raggio d'azione sferico che varia dai 6 ai 15 m. Il tempo di azione per annullare il problema della risalita oscilla dai 12 ai 18 mesi dall'installazione dell'impianto.
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