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Una problematica molto frequente ai piani terreni e interrati di edifici sia di vecchia che di nuova costruzione, è quella della cosiddetta umidità di risalita; spesso gli interessati, esasperati dalla situazione, ricorrono all'uso di intonaci speciali, nella speranza di risolvere il problema.
Comunemente e commercialmente chiamati intonaci deumidificanti, questi prodotti altro non sono che malte premiscelate predosate, pronte all'uso, che assicurano un'azione risanante e asciugante sui muri, favorendo l'evaporazione dell'acqua residua.
A volte tuttavia si verifica che quest'azione abbia un'efficacialimitata e che conseguentemente l'umidità si ripresenti a distanza di poco tempo.
L'umiditàmuraria, nelle sue diverse manifestazioni, è argomento abbondantemente affrontato da aziende e professionisti del settore; quest'articolo ha l'obiettivo di approfondire i vantaggi e le problematiche legate al diffuso utilizzo di questi speciali intonaci, ponendo l'accento sui più comuni errori commessi nella posa, i quali possono favorire la ricomparsa dell'umidità anche dopo il trattamento, limitandone o annullandone del tutto l'efficacia.
Va premesso che l'umiditàmuraria può essere causata da molteplici fattori, a volte combinati fra loro, tra questi vi sono:
- la risalita capillare dovuta ad un'eccessiva permeabilità del terreno o alla presenza di risacche d'acqua;
- difetti di edificazione;
- fattori geologici e morfologici;
- rottura di tubazioni esterne.
Pertanto per ogni causa riscontrata va ricercata un'adeguatasoluzione.
Una delle cause più frequenti dell'umidità muraria è certamente la risalita capillare d'acqua, che si manifesta quasi sempre con aloni di colore scuro, efflorescenze saline, distacchi della pittura nelle parti più basse; nei casi più gravi essa provoca l'imbibizionedel muro, causando rigonfiamenti e distacchi di intonaco.
Esistono anche altri metodi per combattere l'umidità muraria, come ad esempio separare in fisicamente o chimicamente i muri dal terreno mediante la realizzazione di vespai aerati, contropareti, barriere chimiche o meccaniche, impermeabilizzazioni esterne; altra soluzione consiste nell'acquistare dispositivi a elettro-osmosi o sistemi a inversione elettrofisica.
Tuttavia l'applicazione in ciclo di malte deumidificanti costituisce indubbiamente una soluzione valida, rapida e non troppo onerosa, anche se non sempre definitiva a questo problema, purché il lavoro venga eseguito a regola d'arte, seguendo minuziosamente tutte le fasi qui descritte.
Le aziende che commercializzano queste speciali malte, KERAKOLL Spa, Weber, INDEX Spa FASSA BORTOLO, Mapei solo per citarne alcune, offrono un'ampia gamma di prodotti, al fine di poterli utilizzare su tutti i tipi di muratura e su cemento armato.
Generalmente oltre all'intonaco, il ciclo prevede uno strato di finitura da realizzarsi con appositi rasanti e pitture.
Al di là delle differenze tra i prodotti proposti dalle varie aziende, essi presentano modalità applicative simili fra loro.
La prima fase prevede ovviamente la rimozione degli intonaci esistenti; operazione fondamentale affinché il primo strato di “rinzaffo” faccia presa sul muro in maniera ottimale.
Da esperienze sul campo si può certamente consigliare la disintonacatura “a vivo” della fascia bassa della parete da trattare fino ad una altezza di 1 m e comunque almeno qualche cm al di sopra dei segni di umidità nel caso che questi si trovino ad un'altezza superiore.
La seconda fase prevede la preparazione del supporto murario; è consigliabile eseguire questa operazione dapprima effettuando una profonda spazzolatura manuale delle superfici, con particolare cura dei giunti di malta e dei punti in cui vi sono maggiori incoerenze e discontinuità nel materiale.
In seguito si rende necessario pulire le superfici spazzolate per eliminare tutti i residui presenti; sarebbe preferibile eseguire questa operazione con l'ausilio di un'idropulitrice, tuttavia, nel caso che l'utilizzo di tali attrezzature non sia possibile, la pulizia potrà essere effettuata manualmente, a pennello, con una soluzione composta da acqua pulita e 10% di alcool.
Gli errori che spesso vengono commessi in questa fase sono il mancato utilizzo di acqua pulita e l'esecuzione della pulizia semplicemente "schizzando" le superfici con la cazzuola.
Conclusa la pulizia, quando il supporto risulterà quasi asciutto, si andrà a trattare la superficie con un prodotto apposito in grado di inibire la salinità residua presente; di solito questi solventi possono essere applicati sia a pennello che a spruzzo.
Questa operazione permetterà di occludere i capillari presenti sul supporto e limitare nuove cristallizzazioni saline la formazione di salnitro in superficie; nella scelta del solvente si dovrà comunque prestare attenzione al fatto che possa garantire la traspirabilità futura del supporto murario.
Conclusa la preparazione del fondo si procederà all'applicazionedelle malte; a seconda del caso che ci si trovi ad operare su una parete contro terra o fuori terra, il ciclo di deumidificazione potrà vedere la presenza di malte deumidificanti da applicare unitamente a cementi osmotici.
Personalmente ritengo non consigliabile l'uso di cementi osmotici, anche quando garantiti dal produttore come traspiranti, in ambienti dove è prevista una costante aerazione, con presenza di finestre o impianti di ventilazione meccanica. Si consiglia l'uso di questi cementi, che svolgono un'azione impermeabilizzante, laddove si prevede un limitato arieggiamento degli ambienti.
Pertanto, al termine della preparazione dei supporti, si potrà procedere all'applicazionedella malta deumidificante fino ad arrivare al piano verticale necessario per la successiva applicazione del rasante.
Ogni strato dovrà avere spessore massimo di 2 cm; si dovrà evitare di creare spessori superiori, soprattutto nel primo rinzaffo, così che la malta lavori correttamente sul supporto e che si ottenga il dovuto ”ritiro” igrometrico.
Trascendendo da quanto indicato dai diversi produttori, si consiglia di far trascorrere diversi giorni tra il primo rinzaffo e i successivi, arieggiando sempre abbondantemente gli ambienti.
Una volta ultimato l'intonaco grezzo, si procederà con la rasatura, da eseguirsi ovviamente con rasante di finitura altamente traspirante, per non vanificare il lavoro svolto e favorire l'espulsione del vapore acqueo in eccesso.
In caso di pareti contro terra, site in ambienti in cui ci sarà scarsa aerazione, si potranno utilizzare anche i cosiddetti intonaci idrofugati. In entrambi i casi si consiglia l'utilizzo di rete porta intonaco in fibra di vetro.
Si consiglia di effettuare la rasatura non prima che siano trascorsi almeno 10 giorni dalla realizzazione dell'intonacodeumidificante; questo lasso di tempo permetterà all'intonaco di fondo di asciugarsi completamente.
Attesi almeno un paio di giorni dalla posa del rasante, si procederà alla tinteggiatura, con idropittura traspirante preferibilmente contenente additivi anti alga e anti muffa.
Si può affermare che, al di là della quantità di sistemi presenti sul mercato, vi sono alcune situazioni in cui l'uso di questi prodotti costituisce una soluzione che può assicurare un risultatosoddisfacente a costi contenuti, ottenibile mediante un lavoro non troppo invasivo e dalla rapida esecuzione, realizzabile anche in economia.
Si dovrà ad ogni modo considerare che si tratta di un intervento che non elimina il problema all'origine ma che se bene eseguito, può dare risultati duraturi.
Un consiglio apparentemente banale, una volta terminato l'intervento, consiste nel posizionare mobili e arredi a distanza di qualche centimetro dai muri, facendo sempre attenzione a garantire un'aerazione costante degli ambienti.
Non resta quindi che augurarvi buon lavoro!
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