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Progettare l'impianto elettrico di un bagno comporta l'avere ben chiara la disposizione dei sanitari così da poter disporre nel modo più corretto e più funzionale sia le prese sia i punti luce e anche eventuali zone di alimentazione.
Bisogna inoltre confrontarsi e prendere a riferimento la normativa riguardante l'argomento trattato, per rispettare le distanze di sicurezza ed evitare qualsiasi problema di elettrocuzione per contatti diretti o indiretti tipici dell'ambiente bagno.
Occorre immaginare i movimenti che si dovranno compiere così da prendere coscienza di tutte le esigenze da soddisfare e verificare se il circuito dovrà essere di tipo base oppure più avanzato, dunque standard o addirittura domotico.
Inoltre, è bene avere una visuale aperta a 360° al fine di rispettare anche l'estetica del bagno, magari la geometria del rivestimento o comunque la logica che si è voluta conferire, oltre che lo stile della stanza.
Naturalmente, dopo aver elaborato alcune idee e messo a fuoco le necessità, si deve consultare un esperto abilitato nel settore, un'impresa iscritta alla Camera di Commercio affinché possa realizzare l'impianto elettrico a regola d'arte e secondo normativa.
L'impresa esecutrice del lavoro dovrà elaborare e rilasciare al committente, al termine dell'opera, la dichiarazione di conformità dell'impianto eseguito, una certificazione che dimostra ciò che è stato compiuto, creato in piena sicurezza.
Per realizzare un impianto elettrico a regola d'arte occorre conoscere la Norma CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) 64-8 entrata in vigore il 1° marzo 1993 con la variante del 1° settembre 2011 che stabilisce le prestazioni minime dell'impianto elettrico domestico classificandolo secondo tre livelli:
- Livello 1 di tipo base- Livello 2 di tipo standard- Livello 3 di tipo domoticoIl primo comprende punti-prese e punti-luce in un numero minimo, a differenza del secondo che inserisce anche una dotazione di elementi più ampia; il terzo è sicuramente più evoluto e contemporaneo giacché trattasi d'impianto tecnologicamente elevato.
Dell'intera norma, la parte riguardante in modo specifico il bagno, i locali con presenza di vasca o doccia, è la 701, una sezione all'interno della quale sono descritte quattro zone differenti secondo il grado di rischio, caratterizzate da un pericolo che va a ridursi man mano che ci si distanzia dal bordo della vasca da bagno o dalla doccia.
Zona 0 è individuata dal volume interno alla vasca da bagno o al piatto doccia.
Per le docce senza piatto, l'altezza della zona 0 è di 10 cm e la sua superficie ha la stessa estensione orizzontale della zona 1. Data la presenza di acqua in condizioni ordinarie di esercizio, questa zona deve essere considerata ovviamente la più pericolosa.
Zona 1 è individuata dal volume sovrastante la vasca da bagno o il piatto doccia fino a un'altezza di 2,25 m; nel caso in cui il fondo della vasca o della doccia sia a più di 15 cm sopra il pavimento, la quota di 2,25 m verrà misurata a partire dal fondo e non dal pavimento.
Per le docce senza piatto la zona 1 si estende in verticale per 1,20 m dal punto centrale del soffione posto a parete o a soffitto. La zona 1 non include la zona 0 e lo spazio sotto la vasca da bagno o la doccia è considerato zona 1.
Zona 2 comprende il volume immediatamente circostante la vasca da bagno o il piatto doccia esteso fino a 0,6 m in orizzontale e fino a 2,25 m in verticale con la distanza verticale misurata dal pavimento. Per le docce senza piatto non esiste una zona 2 ma una zona 1 aumentata a 1,20 m come indicato al punto precedente.
Zona 3 si ottiene dal volume esterno alla zona 2, o della zona 1 in caso di mancanza del piatto doccia, fino alla distanza orizzontale di 2,40 m.
Tutti i membri dell'impianto elettrico installati in ciascuna zona devono possedere precisi requisiti in termini di grado di protezione (idoneità alle condizioni ambientali) e riparo dai contatti indiretti.
All'interno del bagno, secondo la variante alla norma Cei 64/8, occorre dotarsi di un numero minimo di prese e interruttori, fissato per tutti e tre i livelli a due punti prese, una nei pressi dello specchio e una per la lavatrice, più due punti luce.
Si ricorda che il punto-presa è quello che può alimentare una o più prese all'interno della stessa scatola e questo va disposto a un'altezza di 110 cm sia nel caso di bagno sia per cucina.
La dotazione minima di prese e punti luce varia nel numero secondo il livello scelto solitamente negli ambienti quali lavanderia, zona living e notte.
In queste stanze le prese potranno essere sistemate a un'altezza di 30 cm dal pavimento, a differenza degli interruttori che vanno posti a 110 cm dal suolo.
Insomma, l'impianto elettrico del bagno, oltre a rispettare le indicazioni normative, deve tener conto dei parametri riguardanti gli ambienti a rischio aumentato e pertanto è opportuno tenere sempre a mente una regola base secondo cui più ci si avvicina con la corrente alla vasca o doccia, più il pericolo è gravoso giacché la resistenza del corpo, in condizioni di umidità o comunque con presenza di acqua sulla pelle è davvero nulla, quindi, anche basse tensioni di contatto sono letali.
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