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Un impianto di ricircolo dell’acqua calda sanitaria (ACS) è un sistema progettato per mantenere costante la temperatura dell’acqua all’interno delle tubazioni, in modo da avere acqua calda disponibile immediatamente all’apertura del rubinetto.
Schema ACS - foto Energy DueGi
In un impianto tradizionale, l’acqua raffreddatasi nei tubi tra una richiesta e l’altra viene sprecata fino a quando non arriva quella riscaldata dalla caldaia o dallo scaldabagno.
Con il ricircolo, un piccolo circuito di ritorno e una pompa (circolatore) mantengono in movimento l’acqua, evitando attese e riducendo i consumi idrici.
Il cuore del sistema è la pompa di ricircolo, installata vicino alla caldaia o all’accumulo, che spinge l’acqua attraverso il circuito dedicato.
L’acqua non utilizzata nei punti d’uso (rubinetti, docce, lavandini) viene rimandata verso il generatore termico attraverso una tubazione di ritorno.
Nelle due foto successive, vediamo il dettaglio tecnico del circolatore elettronico Dab Evosta2 Gm Termoidraulica.
Dettaglio tecnico circolatore elettronico Dab Evosta2 - foto Gm Termoidraulica
Il sistema può essere gestito tramite timer, termostato o automazione domotica per evitare sprechi inutili.
Circolatore elettronico Dab Evosta2 - foto Gm Termoidraulica
Alcuni modelli sono dotati di sensori di presenza o pulsanti wireless che attivano il ricircolo solo quando necessario.
Il tutto può essere completato da valvole di ritegno, tubazioni isolate e centraline intelligenti per il controllo del riscaldamento sanitario.
Esistono due principali tipologie di impianto di ricircolo:
Nel sistema a ritorno si realizza una tubazione specifica che collega l’ultimo punto d’uso alla caldaia, chiudendo il circuito.
Questo è il metodo più efficace, ma richiede un’installazione invasiva.
Tabella caratteristiche impianto a ritorno e senza ritorno
Nel caso del sistema senza ritorno, che rappresenta la scelta più comune nelle ristrutturazioni, si impiega una mini-pompa che si può installare sotto il lavandino: in questo modo si attiva il ricircolo temporaneamente e l’acqua fredda inutilizzata viene deviata all’interno del circuito dedicato.
Sono più semplici da installare, con costi inferiori, ma meno efficienti sul lungo periodo.
Entrambe le soluzioni aumentano il livello di comfort domestico e riducono gli sprechi.
Il primo vantaggio è evidente: l’acqua calda arriva subito, senza dover attendere lunghi secondi (o minuti) come accade in impianti tradizionali, specialmente nelle abitazioni a più piani o con più bagni distanti dalla caldaia.
Pertanto, il comfort è notevole, in particolare in inverno e durante le ore notturne.
Ciò si traduce anche in una notevole riduzione dello spreco: ogni minuto di attesa corrisponde a 6-10 litri d’acqua fredda inutilizzata.
In un anno, il risparmio può arrivare a 3.000–5.000 litri per famiglia.
Risparmio con un impianto ACS in Euro e litri d'acqua
L’altro grande vantaggio consiste nel fatto che l’energia viene usata in modo più efficiente: mantenendo costante la temperatura nei tubi, si evita il continuo raffreddamento e riscaldamento dell’acqua.
Il consumo elettrico di una pompa di ricircolo varia da 5 a 25 Watt, a seconda del modello e del tipo di gestione.
Utilizzando un timer o un sistema domotico, si può limitare il funzionamento alle sole fasce orarie utili (ad esempio, il mattina e la sera), abbattendo ulteriormente i costi.
Per un uso standard, il consumo annuo è di circa 15–30 kWh, pari a circa 10 euro l’anno.Tabella confronto Kw-anno nelle tre tipologie di impianto
L’investimento iniziale per l’installazione di un impianto di ricircolo completo parte da 250–300 euro per impianti semplici (senza ritorno) e può raggiungere i 600–800 euro per sistemi centralizzati in abitazioni grandi.
È particolarmente consigliato in case con bagni distanti, impianti a bassa temperatura o accumuli solari termici.
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