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Il teleriscaldamento (o district heating) è una forma di distribuzione dell'energia per il riscaldamento degli edifici, prodotta in una centrale, per poi essere trasportata a destinazione mediante una rete di tubazioni isolate e interrate, riempite con un fluido termovettore, che può essere costituito da acqua calda, acqua surriscaldata o vapore.
Una volta arrivato a destinazione il fluido bollente (a circa 90°-130°) cede il calore all'edificio e, dopo essersi raffreddato e giunto alla temperatura di 60°, torna alla centrale per riprendere il suo viaggio.
Quindi, il prefisso tele del termine teleriscaldamento sta proprio a sottolineare la distanza tra il luogo in cui si produce l'energia e quello in cui si utilizza, che può essere anche di vari chilometri.
Le fonti che si possono utilizzare per produrre energia sono di origine diversa: possono essere combustibili fossili, come quelli derivati dal petrolio, ma anche fonti rinnovabili, come le biomasse o addirittura la frazione combustibile dei rifiuti.
Però, rispetto ad altri sistemi di produzione del calore, il teleriscaldamento consente una maggiore efficienza energetica, perché la centrale è in grado di recuperare il calore disperso nei vari processi e di riutilizzarlo per produrre energia, massimizzando lo sfruttamento delle risorse.
Infatti, oltre a produrre calore, le centrali possono generare anche energia elettrica.
In questo caso si definiscono impianti di cogenerazione.
In alcuni casi le centrali sono anche in grado di produrre energia per il raffrescamento estivo, trasformando l'energia termica in energia frigorifera e gli impianti sono definiti di trigenerazione.
Tale tecnologia è già da tempo utilizzata nei paesi del Nord Europa, ma anche in Italia incominica a diffondersi.
La prima città a dotarsi di un impianto di questo tipo è stata Brescia negli anni ‘70, seguita da Torino e da altre città del settentrione.
Le regioni in cui attualmente sono presenti impianti di teleriscaldamento sono: Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, mentre a Roma il sistema è presente dal 1984 e gestito da Acea.
Le utenze alle quali è indirizzato il servizio di teleriscaldamento sono prevalentemente quelle dotate di un impianto di riscaldamento centralizzato, quindi edifici condominiali o comunque di nuova costruzione, anche se l'attuale tecnologia consente l'allacciamento alla rete di singole utenze, di edifici uni e bifamiliari.
Presso ogni utenza, invece, al posto della tradizionale caldaia, viene posta una stazione di scambio termico, costituita da uno scambiatore di calore e altre apparecchiature a questo collegate. È proprio lo scambiatore che consente di cedere il calore trasportato all'edificio.
Nello scambiatore sono presenti un circuito detto primario, nel quale circola l'acqua proveniente dalla centrale di teleriscaldamento, e uno detto secondario, nel quale circola l'acqua da destinare alle singole utenze.
Nel caso in cui il teleriscaldamento, oltre ad alimentare l'impianto di riscaldamento produce anche acqua calda sanitaria, gli scambiatori sono due.
Ogni alloggio è dotato di un moderno sistema di contabilizzazione del calore, per cui l'utente finale paga solo il consumo realmente effettuato.
Gli impianti sono poi dotati anche di sistemi di programmazione e controllo delle temperature.
Grazie ad apposite centraline di termoregolazione, infatti, ogni utente può impostare la temperatura del riscaldamento e dell'acqua calda secondo le proprie esigenze.
Il sistema risulta efficiente e rispettoso dell'ambiente perché, a parità di energia prodotta rispetto ai sistemi tradizionali, riduce le emissioni inquinanti, dato che risulta ridotto il numero di canne fumarie presenti in città.
Un altro vantaggio è costituito dalla maggiore sicurezza per la gestione e manutenzione: non essendoci una vera e propria centrale in ogni singola utenza e neanche la presenza di canne fumarie, scarichi o locali tecnici, si riducono anche i rischi di esplosioni o intossicazioni da fumo, sempre in agguato, visto che le prescrizioni di legge non sono rispettate come si dovrebbe e i controlli a tappeto sono difficili da effettuare.
Venendo meno la necessità di installazione di singole caldaie per ciascun impianto autonomo, nonché delle canne fumarie, si hanno meno vincoli e quindi più libertà nella progettazione degli spazi.
Contribuisce a tale maggiore autonomia progettuale anche l'assenza di prescrizioni dei regolamenti ASL o di prevenzione incendi da rispettare, che normalmente fissano dei limiti precisi di aerazione, volume, caratteristiche delle porte, etc.
In tal modo risulta più semplice anche il lavoro di gestione dell'amministratore condominiale.
Dal punto di vista economico, il teleriscaldamento comporta l'abbattimento di alcune spese come quelle per l'acquisto della caldaia, dell'installazione della canna fumaria e quelle di gestione e revisione periodica dell'impianto.
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