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Acquistare un immobile è sempre un grande dilemma: la posizione, la luce, vari aspetti soggettivi legati alle esigenze personali che tutti noi abbiamo, ma infine resta da valutare lo stato di salute dell'edificio.
Spesso è un aspetto difficile ai non addetti ai lavori, pertanto, se si è interessati, prima di fare la proposta, suggerisco sempre di chiedere un secondo sopralluogo dell'immobile insieme al vostro architetto di fiducia.
L'architetto vi saprà consigliare sull'offerta da proporre in base alle reali condizioni dell'immobile e i relativi lavori da svolgere in seguito all'acquisto.
Il tetto, l'attacco delle finestre al muro e le pareti al piano terra, soprattutto se contro terra, sono alcune delle parti sensibili di un edificio e possono nascondere piccoli problemi.
A differenza della muffa, le infiltrazioni d'acqua sono causate da fessurazioni all'interno del nostro immobile in cui l'acqua si è inserita e si manifesta sin da subito con delle macchie di umidità.
Queste macchie si presentano sotto forma di aloni di toni di colore differente, da non confondere con le macchie di muffa, e possono essere accompagnate da piccoli o grandi danni come rigonfiamenti dell'intonaco, deterioramento dell'intonaco o della rasatura superficiale o semplici lesioni.
Come abbiamo detto è un effetto dell'acqua che si incanala all'interno di una fessura di un pavimento o di una muratura e attraverso essa, in un lasso di tempo medio lungo, crea dei danni importanti come il deterioramento della muratura o nel caso di un elemento portante come un solaio o pilastro, il deterioramento dell'armatura dell'edificio, fino a mettere in crisi la staticità dello stesso.
Sappiamo benissimo che l'acqua nel tempo leviga le rocce più dure di un torrente quindi possiamo immaginare quanto sia facile rovinare e distaccare il tenero intonaco del nostro immobile o addirittura corrodere travi e portarle all'usura totale.
Il problema più grave è incappare in un immobile totalmente usurato dalle infiltrazioni proprio come nell'immobile che ho risanato recentemente.
Si tratta di un immobile situato a piano terra con un solaio che offre una comoda terrazza al proprietario del primo piano. L'immobile si presentava sin da subito in uno stato di degrado e con il tipico odore di umidità. Una forte presenza di umidità di risalita era evidente dagli intonaci ormai completamente rovinati e distaccati, ma non solo.
Il controsoffitto non ispezionabile, non permetteva di capire cosa stesse succedendo al di sopra di esso, in quanto le pareti presentavano umidità e evidenti macchie anche a un'altezza di 2.50 metri, altezza anomala per l'umidità di risalita.
È evidente che non ci troviamo davanti a un solo problema di umidità di risalita ma anche adun problema di infiltrazioni d'acqua piovana dal tetto.
Dopo un sopralluogo sul terrazzo si è evidenziato come il pavimento presenta un notevole distaccamento del battiscopa dallo stesso e numerose fessurazioni sono presenti tra le fughe del pavimento.
Questi distaccamenti e fessurazioni a lungo andare hanno dato spazio alla pioggia di infiltrarsi nel pavimento e scorrervi al di sotto di esso rovinando il massetto di posa, per poi andare a intaccare anche la soletta armata del solaio.
Nel corso del tempo la forte presenta di umidità ha portato all'ossidazionedelle travi a doppia T, elementi portanti del solaio.
Molte fessurazioni del pavimento erano situate intorno alla bocca del canale di scolo delle acque piovane. Una zona cruciale che ha messo a rischio la staticità del solaio.
È evidente che tutte queste infiltrazioni d'acqua dal pavimento avessero causato seri danni al solaio ma capire fino in fondo l'entità del danno era possibile solo attraverso dei saggi accurati su tutte le travi; questi hanno dimostrato una corrosione avanzata delle stesse.
Le travi non sembravano danneggiate staticamente ma molto ben corrose.
Dopo i saggi, insieme all'architetto Anna Rostani coprogettista e all'Ingegnere Alessandra Landolfi consulente tecnico strutturale, abbiamo avviato i lavori di demolizione della parte sottostante del solaio, fase lavorativa che ci ha consentito di mettere a fuoco lo stato dell'intero solaio.
La demolizione riguardava l'intonaco, le pignatte e il materiale di alleggerimento del solaio riportando alla luce le travi e la soletta in cemento armato.
Abbiamo notato subito che alcune travi erano ormai forate nel centro per via della eccessiva corrosione e la soletta in cemento armato presentava dei rigonfiamenti in prossimità del ferro di armatura.
Le travi e la soletta sono state ripulite dalla ruggine presente e dal copriferro della soletta attraverso percussioni con martello e pulizia meccanica con spazzole in acciaio.
Le travi danneggiate con presenza di fori sono state rinforzate con dei piatti da 5 mm in acciaio e saldati ambo lati per rinforzare le travi e sostituire le parti danneggiate.
Le travi e il ferro d'armatura della soletta sono state trattate con un convertitore della Arexons per mutare la ruggine in corpo acciaioso e successivamente verniciate con un buon protettore, Maperfeer della Mapei
Lo stato insalubre dell'aria era ormai ridotto e le belle giornate senza pioggia ci hanno permesso di lavorare rendendoci conto dei miglioramenti che stavamo apportando al solaio.
Con l'ausilio della consulenza dell'ingegnere Antonello Carrozza, è stata utilizzata la malta Restauro della TORGGLER per coprire il copriferro della soletta in cemento armando.
Parliamo di un ottimo prodotto, con una resistenza a compressione di 45 MPa e con una buona consistenza grassa, che lo rende aggrappabile e lavorabile anche in una posizione scomoda, come si può vedere dalla foto.
Finito il lavoro di ripresa della parte strutturale si procede con la chiusura del pacchetto solaio.
Lo spazio di alleggerimento del solaio è stato riempito con doppia tavella da 6 cm dove possibile oppure una 6+3 cm dove la soletta era più spessa, aderendo perfettamente alla soletta in cemento armato con l'iniezione di malta liquida.
In questo modo il solaio è stato alleggerito eliminando le vecchie pignatte e il pietrame di riempimento.
Le tavelle sono state incollate tra loro con Bioflex KERAKOLL per evitare spostamenti durante la lavorazione e i giunti colmati con schiuma espansa per consolidare il tutto.
Si procede sulla parte superiore del solaio con il rifacimento del pavimento, massetto di posa e impermeabilizzante, riportando a nuovo la struttura.
Al piano terra le scelte progettuali hanno preferito un buon controsoffitto in cartongesso al posto dell'intonaco di finitura. Come possiamo notare, piccole infiltrazioni ma costanti nel corso degli anni hanno apportato numerosi danni al solaio mettendo a serio rischio lo stato dell'edificio.
Fortunatamente, le giuste scelte progettuali e una ditta fiduciosa come Artem di Riccardo Martucci hanno contribuito al recupero del solaio, senza mai pronunciare la parola demolizione, molto più onerosa.
La tipologia di intervento eseguita può farci riflette su come le infiltrazioni siano pericolose in un lasso di tempo anche breve. Possiamo dire con certezza che una manutenzione ordinaria del pavimento sarebbe costata meno dell'intervento svolto.
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