Una circolare dell'Agenzia del Territorio assimila gli impianti fotovoltaici ad opifici industriali.
L'indirizzo verso l'impiego di fonti alternative per la produzione di energia ottiene come risultato non solo un miglioramento delle condizioni ambientali e un drastico contrasto al riscaldamento globale del pianeta, ma anche una serie di benefici dal punto di vista economico.
Infatti molti paesi stanno utilizzando gli investimenti in tali tipi di fonti energetiche proprio per combattere la recessione economica.
Una delle principali iniziative del nuovo Presidente degli stati Uniti Barack Obama è stata infatti quella di stanziare ben 15 miliardi di dollari per le energie rinnovabili.
In Italia ci sono una serie di iniziative per incoraggiare l'utilizzo delle fonti rinnovabili, come le detrazioni IRPEF del 55% e il Conto Energia, ma, purtroppo, la convenienza per il cittadino e le imprese non riesce ancora ad emergere a causa della eccessiva pressione fiscale.
Per quel che riguarda il fotovoltaico, ad esempio, una circolare dell'Agenzia del Territorio, la Risoluzione n. 3 del 06.11.2008, deifnisce gli impianti di produzione di energia elettrica dal sole alla stregua di qualsiasi impianto industriale e, di conseguenza, soggetto al pagamento di ICI.
In questo modo si sottopongono molti cittadini che avevano optato per il fotovoltaico in vista di interessanti incentivi, ad un onere che non avevano preso in considerazione.
È bene precisare che non si tratta di un'imposta dovuta da quegli edifici che installano impianti fotovoltaici sul tetto, così come rimane invariata l'esenzione per gli immobili utilizzati come prima casa.
La misura si considera invece applicabile ai cosiddetti parchi fotovoltaici, cioè quegli impianti estesi che, in tal modo, vengono considerati come immobili a tutti gli effetti anche se non presentano strutture murarie.
Infatti l'Agenzia del Territorio, rispondendo ad alcune società produttrici di energia elettrica che manifestavano perplessità in merito agli accertamenti notificati, ha dichiarato che un parco fotovoltaico deve essere considerato catastalmente come un immobile di categoria D/1 – opificio, in analogia a quanto già avviene per le turbine delle centrali idroelettriche.
Del resto, l'impianto fotovoltaico sottrae al terreno la funzione di produzione agricola e quindi deve essere considerato un immobile a tutti gli effetti.
Gli addetti al settore, riuniti nell'associazione Assosolare, ritengono invece che l'impianto fotovoltaico non possa intendersi come opificio in senso stretto, in quanto manca una connessione strutturale tra pannelli e terreno.
Inoltre l'energia così prodotta ha una finalità di carattere pubblico, sancita anche dal decreto legislativo 387/2003. Per questo ritengono che gli impianti possano rientrare nella categoria catastale E ed essere quindi esclusi dall'imposta.
In questo momento, quindi, è in atto un contenzioso tra il Fisco e gli operatori del settore, che temono si voglia sfruttare un'attività che in Italia ha avuto lo scorso anno un incremento esponenziale, per aumentare il gettito fiscale.