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Per capire esattamente cos'è e soprattutto, cosa rappresenta un giardino giapponese, bisognerà per forza staccarsi dal pensiero occidentale.
Noi siamo abituati a misurare, quantificare e siamo legati a filo doppio ad un pensiero statico di quel che ci circonda. Nella filosofia zen ed in particolare, nella realizzazione di un giardino giapponese, la prima cosa da prendere in considerazione è la parte emotiva della mente e la spiritualità, lasciando da parte tutto quel che è il raziocinio occidentale.
In questi giardini tutto deve essere semplice e scevro da elementi inutili.
Decorazioni e arricchimenti sono banditi perché la bellezza viene direttamente dagli elementi essenziali della natura.
Prima regola fondamentale per la creazione di un giardino zen è l'importanza dei numeri dispari, soprattutto del 3 che è considerato un numero capace di sviluppare energia. Con questo principio si dovranno scegliere tutti gli elementi, dalle piante fino a eventuali compendi d'arredo.
I primi giardini zen detti anche secchi, si trovano su documenti risalenti al XI secolo. Rappresentavano a tutti gli effetti paesaggi naturali, senza però l'effettivo utilizzo dell'acqua.
In seguito, grazie all'influenza della filosofia zen, le tecniche di progettazione dei giardini venne fortemente influenzata. Le rocce comunque sono rimaste il punto centrale di questa tipologia di giardini, per quel che rappresentano in questa scuola di pensiero.
Esistono anche tipologie di giardini zen giapponesi da tavola, adatti anche per chi non possiede uno spazio esterno.
Giardino zen in casa della IcnBuys
Il termine più conosciuto di giardino zen appare solamente in un libro nel 1935. Si evince da questo che questo termine sia un'invenzione occidentale per avere un più facile sostantivo generico per identificarlo.
Effettivamente il loro nome è Karesansui (lett. natura secca) anche se, per ogni tipologia di giardino esiste un nome differente. Gli altri nomi attestati sono kasansui (natura provvisoria) furusansui (natura antica) e arasansui (natura asciugata). Tutti questa nomenclatura indica l'idea e il concetto filosofico che c'è dietro l'ideazione di questi spazi.
Prima di iniziare a capire esattamente come progettare un giardino giapponese è bene tener presente che nulla sarà lì per caso. Secondo gli scintoisti tutti gli elementi naturali, alberi, animali, fiumi e rocce possiedono un'anima immortale.
Questi elementi quindi, offrono dimora a divinità e spiriti. Già da questo breve incipit si evince come la bellezza di questi giardini non sia prettamente visiva, come troppo spesso noi occidentali diamo per scontato.
In fase di progettazione è da tener presente, se si vogliono fare le cose per bene, che la simbologia è tutto. Ogni elemento ha una propria collocazione ed un preciso valore che va oltre la sfera materiale.
Il decorativo di noi occidentale può diventare anche protezione. Un esempio sono le campane a vento di bambù che, poste all'ingresso delle case, proteggono gli abitanti e chi vi entra.
Abbastanza intuibile, come in tantissime culture finanche nella razionale scienza, l'acqua è simbolo di vita. Il suo scorrere rappresenta il divenire e la trasformazione.
In termini di progettazione bisogna tenere presente che l'acqua deve scorrere da est verso ovest, richiamando il moto del sole, oppure può anche essere statica, ad esempio inserendo nel contesto uno stagno.
Tra gli elementi fondamentali dei giardini giapponesi, la sabbia rappresenta l'acqua. L'immagine di un vecchio monaco che crea percorsi con un rastrello viene sicuramente alla mente di tutti, creando dei percorsi curvi oppure lineari intorno ai vari elementi aiutano rilassamento e meditazione.
La sabbia adatta deve essere bianca e sottile, ed è acquistabile in negozi specializzati con una grana di circa 2 millimetri.
Sono sistemate nella parte del giardino dove regna la pace e la tranquillità.
Le pietre, anche di grandi dimensioni dei giardini zen, non sono poggiate al terreno ma interrate.
Normalmente simbolo di forza e stabilità, se invece sistemate nel corsi d'acqua, andranno a simboleggiare gli ostacoli che l'uomo troverà nella propria vita.
Ma questa simbologia non si ferma qui, perché nei giardini Karesansui, ogni pietra rappresenta un elemento differente a seconda della sua forma. In questa tipologia di giardini zen i protagonisti assoluti sono il vuoto e l'essenziale.
Nel dettaglio quindi:
Coltivare le piante in questa filosofia corrisponde al coltivare la propria anima. Simbolo di una costante crescita spirituale.
Sono estremamente comuni muschi e felci mente invece sono meno usate piante da fiore (azalea, albicocco giapponese, camelie).
Lo stesso ciclo vitale delle piante rappresenta lo scorrere della vita fino alla rinascita dell'anima. Simbolicamente devono essere collocate in zone limitrofe del giardino e in generale, lontane dal centro.
Altre piante adatte sono in ginepro, l'Aralia, la canna comune ed il bambù. Sarebbe preferibile scegliere piante provenienti da biomi nipponici anche se non è una regola ferrea. Ovviamente, in presenza di corsi d'acqua o laghetti, è preferibile scegliere piante adatte ad ambienti umidi che non soffrano il ristagno idrico.
Per giardini che lo permettono, la tradizione nipponica prevede la creazione di una sorta d'arco d'ingresso al giardino con alberi, in modo da esser costretti a passarci sotto o in mezzo. La simbologia in questo caso richiama umiltà e devozione.
Gli alberi del giardino giapponese devono essere maschi e sono il pino bianco giapponese (Pinus perviflora), da non sistemare accanto all'acqua perché preferisce un terreno ben drenato o il Tasso giapponese (Taxus cuspidata), pianta particolarmente adatta a climi freddi e secchi.
Gli alberi a foglia caduca invece simboleggiano la nostra provvisorietà nel mondo materiale.
Si parte dall'assunto che le dimensioni in questo caso non contano nella maniera più assoluta. Esistono infatti anche giardini interni o addirittura da tavolo.
È l'armonia quindi a farla da padrone.
Giardini zen Giappone: il tempio di Kanchi
Acqua, pietre, piante ed alberi dovranno essere posizionati in maniera di non dar l'impressione di un qualche cosa di artefatto. Questo punto per il progettista è di sicuro il più spinoso da risolvere. Bisognerà creare forme sinuose, quasi sensuali evitando il più possibile la simmetria.
Anche il contrasto è un elemento imprescindibile. Accanto ad un albero o ad una roccia grande, dovrebbe sempre esserci un elemento di dimensioni più piccole. Nello specifico, le pietre devono avere superfici scevre da angoli aguzzi o troppo appuntite.
Giardino zen piante e pietre a contrasto: Tempio Kanchi a Kyoto
Al contempo anche piscine o stagni devono averne una forma il più semplice possibile.
Il miglior consiglio che si può dare è quello di guardare centinaia di foto e farsi trasportare da tutto, tranne che dalla razionalità per crearne uno.
Alcuni di questi elementi per giardini zen potranno essere sistemati all'interno della composizione per dargli quel quid in più.
Alcuni, come ad esempio dei ponticelli, saranno ovviamente appannaggio solo di chi ha molto spazio a disposizione altri, come piccole fontane in bambù, potranno essere utilizzati anche da chi ha spazi più ristretti.
Elementi decorativi come le lanterne invece, non dovrebbero assolutamente mancare. Il materiale in cui devono essere realizzate è la pietra, questo per rispettare l'eleganza propria della natura.
Come per altri elementi, bisognerà collocare le lanterne in modo da mantenere una composizione il più naturale possibile. Cosa importante: più la pietra avrà un aspetto vissuto, meglio sarà.
Anche muri e recinzioni hanno un'importanza fondamentale. Quasi come per un quadro, hanno la funzione di racchiudere il giardino zen in una cornice. Importante soprattutto in un piccolo giardino giapponese, in cui la recinzione separerà l'ambiente dal caotico mondo esterno.
Si potranno realizzare nelle maniere più disparate come con siepi appositamente potate, oppure con piante di bambù o più semplicemente con un classico muro che richiami l'architettura del Sol Levante. Anche in questo caso l'elemento fondamentale dovrà essere la pietra.
Piccole aperture nelle recinzioni, soprattutto se realizzate in bambù, permetteranno di alleggerire l'ambiente da una sensazione di chiusura. Ricordarsi sempre infine, che il giardino deve essere sinonimo di sobrietà. Non si dovrà infatti esagerare con decorazioni e piante.
Anche se in un giardino orientale non sono previste sedute, forse sistemare una bella panca per godersi il proprio giardino giapponese in tutta tranquillità non è una brutta idea, magari in prossimità dello stagno.
Inutile ormai a dirsi, l'ideale sarebbe una panca di pietra, ma anche il legno andrà benissimo.
Evitare ovviamente arredi dozzinali in plastica o qualsiasi stile che abbia anche il minimo richiamo occidentale (ad esempio il ferro battuto).
Se non si vuole, o non si ha la possibilità di affidarsi ad un professionista, il catalogo di Maisons Du Monde ha molti elementi d'arredo che si possono adattare a questa tipologia di giardini.
Ovviamente anche su Amazon di potranno trovare prodotti molto interessanti per poter creare il proprio angolo di pace nella propria abitazione.
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